Riceviamo e pubblichiamo
“La politica è un meccanismo gigante mosso da pigmei”
In una Italia in cui le dimissioni da cariche pubbliche sono solo un optional, a Tropea il vice sindaco Mimmo Tropeano le ha rassegnate senza battere ciglio e senza tentennamenti di sorta. Il gesto senza dubbio ha una grande valenza etico-politica e si configura come un atto di grande coerenza e dignità ancorché di grande sofferenza, nei confronti soprattutto del sindaco Rodolico con il quale,ormai,se mai esistito,si era interrotto il rapporto di “amorosi sensi” e le distanze sotto il profilo politico-amministrativo erano diventate abissali.
La cittadinanza,atteso che sono venute meno ormai le condizioni della stabilità gestionale,si domanda perché a compiere lo stesso nobile gesto non sia anche il sindaco e liberi la città dall’intreccio perverso tra mala politica, arroganza e inadeguatezza nella gestione della cosa pubblica.Parafrasando un vecchio adagio popolare si può tranquillamente affermare che a Tropea si stava meglio quando si stava peggio. Esprimendo ormai liberamente il loro parere i cittadini tendono a tratteggiare uno scenario caratterizzato da moltissime ombre e pochissime luci. Il quadro generale mostra chiaramente che l’amministrazione comunale targata Rodolico non riesce ad accendere più l’entusiasmo dell’opinione pubblica, non riscuote consensi perché paga in termini di credibilità l’inerzia e l’incapacità di un sindaco interessato a tutto tranne che ai problemi della collettività.
Ovviamente su queste cristallizzazioni dell’umore e delle opinioni dei cittadini tropeani pesano le contingenze del recente passato che hanno interessato le lotte intestine tra i vertici della maggioranza e il sindaco ed in modo particolare l’avvilente marchio di presunta mafiosità che ha giustificato l’ingresso della Commissione d’accesso promossa dal prefetto. Ormai l’incantesimo tra questa amministrazione e la cittadinanza è rotto.La gente si è svegliata e ha compreso che questo sindaco non ha portato nulla di buono. Basta guardarsi attorno: un degrado generale. Non va dimenticato che un sindaco sarà bravo solo se riuscirà a coniugare sinergicamente idealismo e realismo e non lo sarà invece, come nel caso in ispecie, se riuscirà solo a muoversi con più astuzia nei sottoscala di qualche “palazzo” imbarcandosi con i più scaltri,quelli che oggi militano nell’arco del centrosinistra, domani a destra, occupando quelle poltrone da cui si possono dispensare piccoli o grandi favori,commettere piccoli o grandi torti,interpretare le leggi ad “usum delphini”.
Tropea non merita di essere affidata alla spregiudicatezza dei furbi,degli intriganti,degli ipocriti,di quelli cioè che non credono in niente o solo nel proprio “IO ipertrofico”, nel potere e in chi lo rappresenta.
Una politica non può essere fatta con chiunque, essa deve essere il prodotto di uno straordinario lavoro di squadra che non deve essere asservita al capo di turno ma formata da competenze alte e dotata di autonomia intellettuale in grado di suggerire apporti creativi finalizzati ad un serio e concreto programma di sviluppo e non già l’indisponibilità ad ascoltare, l’arroganza nella gestione, il rifiuto a tenere in considerazione anche chi dissente.
Di incantatori di serpenti, di venditori di fumo,di affrescatori di nuvole Tropea ne ha già avuti tanti,non ne servono più. Il sindaco Rodolico può dilazionare sino all’infinito la crisi politico-amministrativa,magari edulcorarla con la retorica di qualche attestato di stima, con il facile ragionamento gesuitico o addirittura con elucubrazioni manichee e sofiste, ma i tropeani in generale e gli operatori economici in particolare sperimentano giornalmente quali sono i limiti di una guida della città che abbandona allo sbando i suoi cittadini. Dietro la patina vellutata che si tenta di mostrare emerge invece una conduzione che non sa operare alcun rilancio strutturale, offende i cittadini che pagano sulla loro pelle i guasti di una politica fatta solo di esternazioni, di dichiarazioni di intenti, di proclami che possono sedurre solo gli sprovveduti e gli ottimisti più disincantati.
Checché ne pensi Rodolico, c’è bisogno di identità locale,di un vero indirizzo politico,di minore gestione monocratica autoreferenziale e di maggiore forza di coesione, di più attenta incentivazione del turismo che deve essere il volano economico della città, di particolare attenzione verso la problematica giovanile attraverso iniziative concrete che coinvolgano i giovani,li sollevino dal grave stato di frustrazione in cui vivono dentro una città che per otto mesi all’anno è “morta”, di minore accanimento con cui i tropeani vengono dissanguati da imposte e tasse, peraltro le più elevate della provincia senza che ad esse corrisponda l’erogazione di adeguati servizi.
La comunità invoca una svolta per la città perché non basta più una politica dell’ordinario.
E’ ormai arcinoto che Tropea è una delle mete più ambite in Italia ed è visitata ogni anno anche da molti turisti stranieri. Posta nel cuore della Calabria, l’antica e storica cittadina, arrampicata sulle rocce, si specchia superba in un mare di colore smeraldo. Oltre alle sue doti naturali,Tropea non può tuttavia vantare di essere un centro turistico qualificato e preparato ad accogliere migliaia di ospiti che non intendono vivere solo di mare,sole,pizze e gelati, ma desiderano anche trascorrere il loro tempo libero in modo più costruttivo e intelligente.
Mancano programmi interessanti che riguardano la cultura,il folcklore, gli interscambi professionali, manca la spinta al risveglio di una coscienza umana e sociale più disponibile,manca sopratutto la presenza di un ospedale, atteso che quello esistente è ormai ridotto a vero lazzaretto.
Con dispiacere misto a rabbia si avverte che quel che è rimasto del nosocomio è malfunzionante e vergognosamente disorganizzato ed offre all’utenza sevizi da terzo mondo, assolutamente lontani dai canoni di un paese civile.
Anzicché somministrare retorica, Rodolico farebbe bene a fare un“mea culpa” in ordine alla liquidazione della sanità tropeana di cui, per legge, in qualità di sindaco, è l’esponente di grado più elevato. Perché in questi anni in cui si è consumato lo scempio della sanità tropeana ad opera di politici senza scrupoli non ha mai preso una posizione chiara e dura, tale da attutirne gli effetti negativi? Perché, viceversa, ha sempre avallato posizioni di comodo, utili solo al mantenimento di privilegi particolari in contrasto con le esigenze della collettività?Perché ha sempre mantenuto una posizione di subalternità nel momento in cui la scure dei tagli e della disattivazione dei reparti e dei servizi si abbatteva sul P.O. di Tropea con gravi ripercussioni sulla salute dei cittadini? Che dire poi dello stato sociale ed economico del paese ormai collassato,del disagio dei giovani, usati durante la campagna elettorale e poi, il giorno dopo, abbandonati al loro destino, del Piano Strutturale Comunale
(PSC), vergognosamente non realizzato? La sua adozione, di fatto, avrebbe rappresentato un evento importante,una grande opportunità di crescita e di progresso sul piano socio-culturale ed economico ed avrebbe migliorato princìpi e modus operandi rispetto ad una edilizia sostenibile, al recupero urbano e rispetto alla vecchia pianificazione urbanistica (PRG), in considerazione del fatto che il PSC avrebbe potuto definire le principali traiettorie della sviluppo urbano: quante nuove abitazioni consentire,dove localizzarle, quali attività incentivare. Insomma una grande occasione mancata! E i problemi della viabilità? Le gravi disfunzioni sono sotto gli occhi di tutti soprattutto per quanto attiene i segni evidenti di carenza di manutenzione delle strade urbane, tanto da costituire un serio pericolo sia per i veicoli che per i pedoni.
E i problemi della cultura e dei servizi sociali? In entrambi questi settori si annaspa e non si è in grado di soddisfare le esigenze dei cittadini.
Diceva Honorè de Balzac: “la politica è un meccanismo gigante mosso da pigmei”. Mai concetto più appropriato e calzante!
Ex Direttore Sanitario P.O. Tropea
DR. Tino Mazzitelli