Cultura e Società

“Lavoro: tra disoccupazione e morti bianche”

Martedì nei giardini del castello Galluppi di Caria.

In occasione del 1° Maggio l’associazione politico-culturale, Liber@mente organizza una rassegna musicale dal titolo forte e incisivo.

È proprio in occasione della festa dei lavoratori del primo maggio, che l’associazione politico-culturale Liber@mente ha voluto organizzare una rassegna musicale dal titolo forte e incisivo “Lavoro: tra disoccupazione e morti bianche”.
L’evento è stato fortemente voluto soprattutto dai giovani dell’associazione stessa, i quali hanno partecipato con grande spirito, incessante impegno e contro ogni aspettativa, vista e considerata la grave condizione economica attuale, riuscendo ad organizzare un evento tanto significativo quanto coinvolgente. La manifestazione, che avrà luogo presso i giardini del castello Galluppi di Caria, è l’atto conclusivo del progetto che nel mese di aprile ha avuto come protagoniste numerose band musicali locali.
Il lavoro è un diritto fondamentale, inalienabile e come tale va difeso strenuamente, perché è proprio il lavoro a nobilitare l’individuo, ed è anche tema principale dell’evento scelto dall’associazione come originale titolo della rappresentazione. L’associazione non ha casualmente scelto questo importante tema, bensì lo ha scelto sia per sottolineare l’impegno sin dalla sua nascita nella difesa dei cittadini, sia per sollecitare ancora di più l’opinione pubblica sulla riflessione di quello che si presenta come uno dei più scottanti temi d’attualità.
I dati annualmente forniti da settori di ricerca (Osservatorio Indipendente di Bologna) per ricostruire e monitorare le dinamiche lavorative presentano spesso scenari agghiaccianti, solo nel 2011, infatti, il lavoro è stato causa di morte per circa 1.170 persone, e dal primo di gennaio a fine aprile di quest’anno circa 315 persone hanno perso la vita. A queste drammatiche cifre sono da aggiungere le circa 25mila persone rimaste gravemente ferite o mutilate a causa di un incidente sul posto di lavoro e quelle persone che decidono di suicidarsi per l’assenza di una occupazione che possa garantire loro una dignitosa aspettativa di vita. Dinnanzi queste drammatiche testimonianze sarebbe lecito porsi un interrogativo: cosa festeggiare?
Certo, ciò che è sotto gli occhi di tutti non sembra una delle migliori circostanze, ed è proprio per questo che si deve ribadire con forza il concetto di rispetto per il lavoro e per i lavoratori tutti.

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