Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano
Storie belle… per vivere meglio
L’Ascensione di Gesù e la nostra missione.
In Cristo che oggi sale al cielo la Chiesa festeggia anche l’umanità redenta, che entra con lui nella gloria del Padre. Tra le vicende del mondo fissiamo con speranza lo sguardo al cielo, dove raggiungeremo il nostro Capo nella gloria.
– Elevato prima sul trono della croce, ora Cristo risorto viene elevato nella gloria al di sopra dei cieli e ci dona la forza del suo Spirito per andare ovunque tra le genti «fino ai confini della terra», per testimoniarlo e riconoscerlo soprattutto nei più bisognosi. Bisogna annunziare Gesù e il suo Vangelo, ma soprattutto testimoniarlo.
– Lo Spirito Santo aumenterà la potenza della parola di chi annuncia e aprirà l’intelligenza degli ascoltatori. Nel mondo, al fianco dei discepoli, lo Spirito Santo sarà il grande Testimone di Gesù.
– Oggi si celebra la 53ma Giornata Mondiale delle Comunicazioni sociali: «Siamo membra gli uni degli altri».
Dal Vangelo di questa domenica (Lc 24,46-53)
♦ In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete testimoni. Ed ecco, io mando su di voi colui che il Padre mio ha promesso; ma voi restate in città, finché non siate rivestiti di potenza dall’alto».
♦ Poi li condusse fuori verso Betània e, alzate le mani, li benedisse. Mentre li benediceva, si staccò da loro e veniva portato su, in cielo. Ed essi si prostrarono davanti a lui; poi tornarono a Gerusalemme con grande gioia e stavano sempre nel tempio lodando Dio.
Dalla contemplazione alla testimonianza concreta
♦ La morte di Gesù ha costituito uno scandalo per i suoi discepoli, perché essi si erano plasmati un Cristo senza croce. Ma Gesù di Nazaret è il Messia; e non esiste altro Messia che il crocifisso e il glorificato. È attraverso la catechesi del Signore, risuscitato, che i discepoli capiscono che il Messia doveva soffrire e risuscitare dai morti. Era il disegno di Dio manifestato nelle Scritture. Il senso della croce e dell’accompagnamento dei discepoli sulla croce, si scontra con l’intelligenza, con il cuore e con i progetti dell’uomo.
♦ Affinché i discepoli possano essere i testimoni autorizzati di Gesù Cristo, non solo devono comprendere la sua morte redentrice, ma anche ricevere lo Spirito Santo. Gesù si separa dai discepoli benedicendoli e affidandoli alla protezione di Dio Padre. Ascensione del Signore al cielo e invio dello Spirito Santo, per fare dei discepoli dei testimoni coraggiosi e per accompagnarli fino al ritorno di Gesù, sono strettamente collegati.
♥ La liturgia odierna ci invita a non restare a guardare in alto, quasi estraniandoci dai problemi esistenziali della vita, ma a scendere nel campo della testimonianza concreta. Gesù, salendo al cielo, non si è separato da noi, ma ci ha assicurato una continua, seppure diversa, presenza in mezzo a noi.
♥ L’Ascensione di Gesù ci proietta all’interno di una nuova umanità inaugurata da Cristo per noi. Una umanità elevata dalla grazia e liberata dal peccato. Elevato prima sul trono della croce, ora Cristo risorto viene elevato nella gloria al di sopra dei cieli e ci dona la forza del suo Spirito per andare ovunque tra le genti «fino ai confini della terra», per testimoniarlo e riconoscerlo soprattutto nei più bisognosi.
♥ Sostenuti da lui ora possiamo uscire dalla comoda bambagia da cui vorremmo restare avvolti, per un infantile senso di sicurezza e protezione per affrontare con la gioia e il coraggio di una fede adulta tutte le incognite della vita, certi della sua presenza dentro di noi.- Nel mondo, al fianco dei discepoli, lo Spirito Santo sarà il grande Testimone di Gesù.
(Vito Di Luca, ssp).
«Siamo membra gli uni degli altri» (Ef 4,25)
53ma Giornata Mondiale delle Comunicazioni sociali
In una loro canzone Lorenzo Fragola e Arisa ci fotografano così:
♥ «Siamo l’esercito del selfie / Di chi si abbronza con l’iPhone / Ma non abbiamo più contatti / Soltanto like a un altro post / Ma tu mi manchi in carne ed ossa».
Poche battute, ma dicono molto.
♥ Ci dicono che la tecnologia digitale spesso riduce la nostra realtà a un selfie, e le nostre relazioni, le nostre amicizie e i nostri legami a un like (le faccine sorridenti del “mi piace”) o a un post (nota breve di commento); sempre più società della conversazione, dove ci si può accarezzare o ferire, avere un dibattito fruttuoso o far passare per vero ciò che è opinabile o persino falso.
♦ In Rete si formano anche aggregazioni (la parola più usata è community), dove ci si allea assieme per condividere interessi, piaceri, hobby e valori. Il limite di queste community è che ci si rapporta con sconosciuti: le modalità di identificazione restano labili, transitorie, con un’attenzione momentanea e un’intensità di interesse di breve durata.
♥ Già nel 2014 Papa Francesco invitava a trasformare l’universo digitale in «un luogo ricco di umanità, non una rete di fili ma di persone umane». Ora, nel messaggio per la Giornata delle Comunicazioni Sociali 2019, ci chiede di rafforzare i nostri legami, passando da relazioni che si possono cancellare con un clic alla bellezza – e anche alla fatica – di costruire comunità di vita vere, dove ci si sente «membra gli uni degli altri» a imitazione del nostro Dio, comunità perfetta di amore.
(Tarcisio Cesarato, esperto nei Mass Media).
Un esempio di miracolo della rete
Nei giorni scorsi un video in rete dal Perù mostrava un ragazzo dodicenne, Victor Angulo, studiare a sera sotto il lampione.
A migliaia di chilometri di distanza un milionario del Bahrein vede il filmato e paga per ripristinare la luce nel suo paese.
♥ Un miracolo della rete, che supera i confini della razza, delle religioni e delle culture.
Infatti, il filantropo trentunenne Yaqoob Yusuf Ahmed Mubarak, dopo aver visto il video diventato virale che ritraeva il dodicenne Victor Angulo studiare sotto l’unica fonte di luce disponibile nel suo paese, ha attraversato il mondo per aiutarlo. ♥ Il milionario del Bahrein ha ripristinato la linea elettrica nella città di Moche, nel nord del Perù, ed ha promesso che in futuro ricostruirà anche la scuola frequentata da Victor, gravemente danneggiata da una serie di terremoti che ha colpito la regione negli ultimi mesi. – Alleluia!