Eseguito con grande successo l’Oratorio Sacro
Don Mottola rivive nello splendido Oratorio del Maestro Vincenzo Laganà.
Giorno 29 giugno nella Concattedrale di Tropea è stato eseguito con strepitoso successo l’Oratorio Sacro “FRANCESCO SERVO DI DIO” – L’Aquila che raggiunse il Sole, ispirato alla vita e agli scritti di Don Francesco Mottola, per voce recitante, soli, coro e orchestra.
Testo e musica di Vincenzo Laganà.
Prefazione al libretto
L’Oratorio sacro “Francesco Servo di Dio” proposto dal Prof. Vincenzo Laganà ripercorre per sommi capi ed interpreta egregiamente col linguaggio della musica l’itinerario ascetico e mistico di Don Francesco Mottola. E’ senz’altro un dono alla comunità di Tropea e alla diocesi tutta, a ricordo anche dei 110 anni dalla nascita del Servo di Dio e come auspicio atteso per poterlo presto venerare come beato.
Si succedono 12 pezzi poetici e musicali come tappe ideali di un viaggio spirituale, in cui la voce recitante, i cantanti solisti, il coro e l’orchestra si articolano, e si concertano creando intorno un magnetismo tali; che chi segue non può non restare affascinato, compiaciuto e soddisfatto.
Sembra di vedere lo stesso Don Mottola col suo animo sensibile ed interiormente musicale mentre, incantato, gusta sulla spiaggia della sua città “il canto del mare”, quello “sbatter dell’onda sul lido”, come si esprime il Prof. Laganà, che apre il nostro mistico ai sentieri dell’eterno e della contemplazione. L’infinità dell’orizzonte ed il plastico e lento rifluire delle onde marine sulla battigia rilassano e spalancano il cuore innamorato di Don Mottola fino a sfaldare in lui ogni umana resistenza per tuffarsi nell’armonia celestiale di un sogno luminoso.
Ed è un vero sogno ad orecchie ed occhi aperti, quello che il Prof. Laganà regala con le note ed i testi di questo Oratorio sacro.
E’ un modo nuovo, originale e riuscito per accostarci al mistero ed al fascino di Don Mottola. Non so quanto e se amasse particolarmente la musica ed il canto, ma di certo il suo cuore vibrava fortemente e come tale non poteva non lasciarsi andare, malgrado le sofferenze fisiche che lo hanno vitalmcntc accompagnato per ben 27 anni, dal 1942 fino al 29 giugno 1969, data della sua dipartita.
La musica suonata e gustata da lui si muoveva certamente su altre coordinate e si proiettava verso una dimensione sovrumana. Ma restava una musica che lui e solo lui riusciva a percepire e a metabolizzare interiormente.
“Eccomi tutto, Signore, eccomi Tuo“, recita e canta l’ultimo brano dell’Oratorio, quasi a voler sancire e raggiungere le altezze stratosferiche dell’aquila, pronta questa a perdersi nel Sole, “la casa d’oro, dono del Padre” per chiunque come lui sa cantare col cuore al suo Signore.
Non meno significativo e ben scelto è il brano dedicato alla Madonna, di cui Don Mottola era profondamente ed intimamente devoto ed innamorato.
Il tutto della vita, poi, si compendia fino ali’ «usque ad sanguinem»: il cuore grande e l’amore dell’iniziato, tutto consacrato al Signore come il profeta Geremia, ha portato Don Mottola al sacrificio totale, espresso artisticamente con mano magistrale nel brano “La mia croce nuda e nera” in cui si rivela la valenza eroica del discepolo che segue il suo Signore fino all’immolazione. “Voglio in Te morire, vivendo nel tuo Amor. Ora posso anch’io dire: «Consummatum est»”. E’ l’atto supremo del discepolo che si trasfigura nell’amore sterminato del maestro.
Grazie, Prof. Laganà, e complimenti per il prezioso lavoro, che col linguaggio della musica aiuterà di sicuro, come è negli intenti, a meglio conoscere, apprezzare ed amare con intensità e compiutezza questo figlio straordinario di Tropea e della Chiesa.
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Salvatore Brugnano.
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