Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano
Storie belle… per vivere meglio
L’amore non sente le sbarre.
Molti trovano che la fede, con la sua pratica, sia una limitazione della propria libertà, se non addirittura un carcere. E’ l’atteggiamento di chi la vive da estraneo, con spirito da schiavo. Chi si avvicina a Dio con lo spirito di figlio finirà per trovare la sua vera libertà.
Infatti quando ci si innamora di Dio, la realtà cambia colore: ciò che prima appariva una limitazione ora diventa una espressione di amore. Anche i comandamenti di Dio, visti come mortificazione della propria libertà, appariranno come ali per volare sicuri.
♦ Un carcerato stava scontando la sua pena nella disperazione.
Meditava giorno e notte le possibilità di fuga dal carcere, studiava come poter segare le sbarre o forzare le porte o addirittura come disfarsi del carceriere, magari uccidendolo.
♦ Sentiva che la sua libertà era tra i suoi amici e le cose della vita che amava: a tutti i costi voleva tornare in libertà.
♥ Ma un giorno si innamorò della infermiera che passava nelle celle dei detenuti: da allora le sbarre sembrarono non dargli più fastidio, anzi non le notava neppure; addirittura li vedeva come una protezione, una custodia del suo amore.
♥♥ Da allora cominciò a vivere nell’attesa dell’ora di servizio in cui poteva rivedere la sua amata.
♥ Gesù ci invita ad amare i nostri nemici, ad amare la Croce, le contrarietà. Amare ciò che ci ostacola, ci mette in libertà. Amare Gesù crocifisso e abbandonato spalanca ogni tipo di carcere.
♥ Nella mia vita missionaria, un giorno, ebbi un lungo colloquio con un uomo di 35 anni, piccolo imprenditore, che si era innamorato di Dio. Volle l’assoluzione dei suoi peccati. Ma l’indomani venne in chiesa per chiedere ancora perdono. “Ma di cosa?”, chiesi. Ed egli rispose: “Di tutto il tempo che ho perduto per non aver risposto prima a Dio!“.