Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano
Storie belle… per vivere meglio
L’Albania e i suoi martiri.
Lo scorso 5 novembre 2016 a Scutari, Albania, c’è stata la Beatificazione di 38 martiri, vittime del comunismo: 38 martiri, torturati ed uccisi dalla dittatura comunista negli anni ‘40. Un regime ateo che ha colpito cattolici, ortodossi e musulmani. Il gruppo dei martiri cristiano era composto da due vescovi, 21 sacerdoti diocesani, 7 francescani, 3 gesuiti, un seminarista e 4 laici. L’ora della memoria dolorosa, ma anche l’ora della grazia!
♦ I 38 martiri albanesi hanno vissuto la loro vita soffrendo ingiustamente, perché tutti sono stati messi in carcere e accusati ingiustamente di essere nemici del popolo, di essere sabotatori, di essere sobillatori, di essere spioni del Vaticano, eccetera; venivano ingiustamente messi in carcere anche per una parola … c’era questo clima di terrore che ha veramente disumanizzato parte del popolo albanese.
Molti sono stati uccisi, non soltanto della Chiesa cattolica, ma anche gli altri; anche se il dittatore si era scatenato soprattutto contro la Chiesa cattolica, uccidendo la maggior parte dei preti di allora, mettendoli in carcere … alcuni sono morti anche durante le torture …
♥ La testimonianza così luminosa e straordinaria che hanno offerto i martiri albanesi in quel periodo di buio e di persecuzione fa da garanzia alla speranza che Dio è Dio ed è sempre vicino a chiunque soffra. Ci sono tante testimonianze del fatto che tutti questi martiri, nel periodo in cui sono stati in carcere, sono stati di aiuto, di sostegno morale, economico … alcuni portavano la loro razione di cibo, per poca che fosse, agli altri, ai bisognosi che soffrivano la fame, pur di dare speranza, di consolarli.
Questo dimostra come Dio, anche nelle carceri, abbia operato attraverso i sacerdoti. E quando sono andati per essere fucilati, nessuno ha avuto sentimenti di odio o di disperazione; tutti con il volto sereno, decisi – certamente nella sofferenza – di offrirsi a Dio e di essere fedeli a Dio, alla Chiesa, al Papa.
♥ Così l’Anno della Misericordia per la Chiesa albanese si è chiude in bellezza; anzi sono due anni molto belli che l’Albania ha vissuto: con la venuta del Papa, due anni fa, poi nel 2015 è stato il primo segno di libertà con la celebrazione della Messa per questi martiri al cimitero.
Poi, si sono aperte le moschee … E poi la canonizzazione di Madre Teresa…
♥ Infine, grazie a Papa Francesco, c’è stato anche il dono di un cardinale, un dono insperato: Ernest Simoni, che il il 21 settembre 2014 commosse il mondo e anche il Papa, raccontando la sua drammatica storia di violenze e vessazioni subite durante gli anni bui della dittatura comunista.
Tutte queste cose rendono gioia e dimostrano che ai doni bisogna rispondere con l’impegno; l’impegno della Chiesa albanese a corrispondere ai doni che il Signore dà.
(Fonte: cf. Radio Vaticana, 2016-11-04).