Fede e dintorni

L’abbraccio che ci manca

Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano

Storie belle… per vivere meglio

L’abbraccio che ci manca.

– In questi giorni di pandemia del Codiv-19 non pochi risentono la mancanza di un abbraccio forte, consolatore, amicale, paterno, materno, da innamorati. Per il momento ci si limita a mandare abbracci virtuali con emoticon ed immagini varie.
– L’abbraccio di una persona cara fa risorgere sui guai e problemi della vita, soprattutto nel periodo critico (fino a quando?) che stiamo attraversando.
– Ma come potrà essere l’abbraccio di Dio, di Cristo, della Madonna e dei nostri Santi? – Proviamo ad immaginarlo nella preghiera e nelle belle storie che abbiamo ascoltato sin da bambini.
– Alle belle storie e leggende ascoltate nella fanciullezza non si rinunzia, neanche oggi. Ancora la storia di “Marcellino pane e vino” riesce a commuovere l’uomo moderno e tecnologico. – Le leggende sacre legate alle sculture o quadri di crocifissi, madonne e santi restano “gelose custodie” del patrimonio spirituale locale che chiedono il rispetto di chi le ascolta o le legge. – Un tuffo in queste storie dà una iniezione di bellezza e di nostalgia di qualcosa che si aspetta ancora. – Intanto anche noi possiamo offrire a chi soffre una presenza di servizio e di amore che è come un abbraccio.

L’abbraccio del Crocifisso
♦ Nella cattedrale di Würzburg, in Germania, si trova una veneranda croce del XIV secolo.
Il Signore ha le mani staccate dalla croce e le tiene incrociate sul petto, quasi per abbracciare qualcuno.
♦ Una leggenda racconta che, durante la guerra dei Trent’anni (conflitto armato che dilaniò l’Europa dal 1618 al 1648), un soldato nemico, entrato in quella chiesa e, visto che il Crocifisso portava una splendida corona d’oro sul capo, si fece avanti per rubargliela.
Quando il ladro si trovò di fronte a Gesù e alzò la mano verso la corona, il Signore staccò le braccia dalla croce, si chinò in avanti, abbracciò il ladro e lo accostò delicatamente al cuore.
Il ladro non resse a tanto amore. Fu trovato morto ai piedi della croce.
♦ Da quel giorno Cristo non ha più allargato le sue braccia, ma ha continuato a tenerle così, come sono ora, come se volesse sempre stringere al cuore i peccatori, guardarli negli occhi e dir loro: –Non vi voglio castigare, ma amare!
(A. Barth, Enciclopedia Catechetica, Ed. Paoline).

La missione di Cristo
– E Dio Padre disse: “Va’, Figlio mio, a fasciare le ferite dei cuori degli uomini, a riempire di speranza la loro triste reclusione, a portar loro la gioia d’una nuova vita, d’un nuovo amore.
– E il Figlio di Dio, Cristo Gesù, con l’aiuto dello Spirito consolatore, scese dal cielo e visse tutta la vita con i peccatori, trattandoli da amici. Molti uomini “dabbene” si sono scandalizzati. Ma chi sa cosa sia il soffrire e il non essere amati, chi è convinto che i peccatori sono suoi fratelli, non cessa di lodare Dio, che è tutta misericordia.

Una testimonianza di oggi – In ospedale, la missione di Federica, dottoressa,
♦ Non so quanti malati ho curato, ho perso presto il conto. So però che ogni persona ha una sua storia, che si è legata alla mia. Di alcuni ricordo il nome, i volti, le ultime parole; o i sorrisi, gli abbracci, quando la malattia è stata vinta.
♦ E ancora oggi, quando entro in una stanza del mio reparto, sento forte l’invito a non abituarmi, a non pensare di essere di fronte ad “uno dei tanti”, ma a curare l’uomo o la donna che ho davanti come fossero gli unici al mondo.
Ma oggi, quando ho visitato la signora Luisa, non sono riuscita a dirle tutto, ho ritenuto opportuno lasciarla con un sorriso, pur sapendo che ha poche ore di vita. Pur sapendo che lei lo ha già capito meglio di me.
Incontrando i familiari, ho guardato la nipote Chiara, più o meno venticinquenne. Le ho detto: «La nonna è forte, sta lottando… ora tocca a te starle accanto e dirle quanto le vuoi bene».
(da L’Osservatore Romano, 26 marzo 2021).

Alle belle storie e leggende ascoltate nella fanciullezza non si rinunzia, neanche oggi. Un tuffo in queste storie dà una iniezione di bellezza e di nostalgia di qualcosa che si aspetta ancora. – Le leggende sacre legate alle sculture o quadri di crocifissi, madonne e santi restano “gelose custodie” del patrimonio spirituale locale che chiedono il rispetto di chi le ascolta o le legge. – Abbiamo tutti bisogno di un abbraccio consolatore, vero, pieno. – Come potrà essere l’abbraccio di Dio, di Cristo, della Madonna e dei nostri Santi? – Proviamo ad immaginarlo nella preghiera e nelle belle storie che abbiamo ascoltato sin da bambini. – Intanto anche noi possiamo offrire a chi soffre una presenza di servizio e di amore che è come un abbraccio.

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