Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano
Storie belle… per vivere meglio
La tristezza esistenziale.
Stiamo imparando a riconoscere una malattia della nostra società, che però non si può dire sia esclusiva dei nostri giorni. – Apparire diversi da quello che si è realmente. Perché l’apparenza sembra essere apprezzata di più che l’essere. E così capita di vedere gente con un sorriso a 36 carati stampato sul volto mentre si porta la morte nel cuore. Ma c’è chi (come tante mamme) sorride “forzatamente” solo per infondere coraggio agli altri per poi, al termine della giornata, gettarsi con fiducia nelle braccia misericordiose di Dio.
Storia di un clown
♦ Nello studio di un celebre psichiatra si presentò un giorno un uomo apparentemente ben equilibrato, serio ed elegante.
Dopo alcune frasi, però, il medico scoprì che quell’uomo era intimamente abbattuto da un profondo senso di malinconia e da una tristezza continua ed assillante.
♦ Il medico iniziò con grande coscienziosità il suo lavoro terapeutico e, al termine del colloquio, disse al suo nuovo paziente: “Perché non va al circo che è appena arrivato nella nostra città? Nello spettacolo si esibisce un famosissimo clown che ha fatto ridere e divertire mezzo mondo: tutti parlano di lui, perché è unico. Le farà bene, vedrà”.
♥ Allora quell’uomo scoppiò in lacrime, dicendo: “Quel clown, sono io”.
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♥ Gesù conosce la fatica della vita dell’uomo, le sue difficoltà: non offre facili illusioni.
All’uomo affaticato, deluso, tentato di disperazione, Gesù offre la partecipazione alla propria esperienza di Figlio che vive in comunione con il Padre celeste: “Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero» (Mt 11,28-30).