Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano
Storie belle… per vivere meglio
La storia di Magdeleine, scintilla di Dio.
– Suor Magdeleine Hutin (1898-1989) è la Fondatrice delle le Piccole Sorelle di Gesù, una fraternità fondata nel 1939: sono ottanta anni nei quali la scintilla accesa da Dio nel suo cuore ha incendiato discretamente, ma in maniera vera, tanti altri cuori con la spiritualità di Charles de Foucauld, di cui faceva parte anche Carlo Carretto del quale si narravano racconti mitici.
– La Piccola Sorella Magdeleine ha saputo vedere la presenza di Gesù in chiunque incontrasse, riuscendo così a riconoscere l’unicità di ognuno e la sua preziosità.
– E questo a cominciare dal rapporto privilegiato con il mondo dell’Islam con il quale ha convissuto in Algeria con la sua Fraternità. Una piccola scintilla che ha acceso tanti “buoni incendi”, producendo frutti di vita per un mondo nuovo.
– Una storia offerta dalla nota scrittrice Giulia Galeotti..
Incontro con Suor Magdeleine.
♦ «Una domenica nella mia parrocchia al momento dell’omelia salì sull’altare una donna minuta. Era vestita semplicemente, sui toni dell’azzurro, un velo in testa.
Ero piccola, le prediche non mi appassionavano, vedere una donna prendere la parola mi piacque, ma aveva una voce delicata, troppo delicata, e mi distrassi. Non ricordo quali pensieri inseguii, ricordo però perfettamente che a un certo punto avvertii un’energia attraversare l’assemblea. Tutti sembravano ipnotizzati, stava succedendo qualcosa.
Mi misi in ascolto: la suora stava raccontando la sua vita ai margini di una grande città, tra le giovani gang, tra gli ultimi degli ultimi.
♥ Viveva — disse — circondata dalle bestemmie perché quei ragazzi bestemmiavano di continuo, ma la cosa non la sconvolgeva, anche se le dispiaceva, certo: sfogando la loro rabbia quei ragazzi stavano comunque rivolgendosi a Dio. Seppure capovolto, il loro era ancora un mondo in cui il Signore trovava spazio.
Forzando un po’, si poteva arrivare a dire che stessero, in un loro modo cupo e sbagliato, pregando.
♦ Quello che invece le faceva veramente paura — aggiunse la religiosa, sempre lì, dall’altare — era la direzione verso cui sentiva che tanti si stavano avviando, un mondo in cui Dio non avrebbe avuto spazio.
♦ La suora finì di parlare, io continuai ad ascoltarla. Sono passati decenni, e non ho ancora smesso.
Tempestai i miei genitori di domande: chi era? da dove veniva?
♥ È una Piccola Sorella di Gesù — mi risposero — appartiene alla famiglia spirituale di Charles de Foucauld. Ne faceva parte quel Carlo Carretto di cui avevo sentito in famiglia racconti mitici.
♦ Qualche anno dopo, al ritiro per la mia cresima, venne invitata a parlare un’altra Piccola Sorella. Lavorava in fabbrica, viveva tra gli operai e le operaie.
Cambiai città, e continuai a incontrarle. Le trovavo dove mai mi sarei aspettata di trovarle. Invece c’erano, erano lì, sorridenti, profonde, giuste e terribilmente intelligenti. «Dai loro frutti li riconoscerete», e io così ho conosciuto Magdeleine di Gesù».
Un po’ della sua storia.
♦ Originaria della Lorena, a pochi chilometri dalla frontiera con la Germania, Magdeleine Hutin (1898-1989) visse un’infanzia segnata dalla guerra. Dopo aver coltivato a lungo il sogno di recarsi in Africa, trovò in Charles de Foucauld l’ispirazione che attendeva e nel 1936 partì per l’Algeria. Tre anni dopo fonderà la Fraternità delle Piccole Sorelle di Gesù: lei diventa, con i voti, Magdeleine di Gesù. Una fondazione discreta e basata sulla “debolezza dei mezzi umani”…
♦ Nel 1949 si dimette dalla carica di responsabile generale: vuole dedicarsi alla fondazione di nuove fraternità negli angoli più remoti della terra. Dal 1956 e fino a poche settimane prima della morte (avvenuta a Roma a 91 anni), la Piccola Sorella Magdeleine di Gesù infatti attraverserà ripetutamente la cortina di ferro a bordo della “Stella filante”, un furgoncino trasformato in camper, spingendosi fino in Cina.
♦ Nei paesi del blocco sovietico intesserà relazioni con le comunità cristiane locali, fonderà fraternità, intreccerà profondi legami ecumenici. Avrà amici dappertutto, compresi i Tuareg del Sahara e gli inuit dell’Alaska, gli operai, i nomadi e i poveri di ogni parte del mondo. Quasi segno di una profezia realizzata, il giorno del suo funerale cadrà il muro di Berlino.
♥ Opere e scritti della piccola sorella Magdeleine parlano del rapporto con l’Islam, del rispetto per ogni persona e per la sua cultura, della condivisione del quotidiano con i vicini e i compagni di lavoro, i poveri e gli esclusi, della ricerca appassionata del volto del Padre attraverso gli incontri della vita. A proposito dell’Islam ella confida la sua esperienza vissuta nel deserto dell’Algeria: “Ho trascorso con loro un periodo straordinario della mia vita nel quale ho constatato che un amore di amicizia può coesistere con le differenze di razza, di cultura, di condizione sociale. Erano dei nomadi tra i più poveri, persone che non possiedono nulla e si accampano nei pressi delle oasi per ricevere aiuto. Verso di me sono stati di una bontà, di una delicatezza commovente.”
♥ E tutto lo farà insieme alla Fraternità delle Piccole Sorelle di Gesù, presenti oggi in più di cinquanta paesi, in quelle «periferie esistenziali», oltre che geografiche, di cui parla Papa Francesco.
La Piccola sorella Magdeleine sapeva vedere la presenza di Gesù in chiunque incontrasse, riuscendo così a riconoscere l’unicità di ognuno e la sua preziosità. La cosa che veramente colpisce è appunto la capacità di immedesimarsi in chi incontra. Il 16 novembre 1957, nel suo diario annotava: «Per capire bene l’ambiente operaio, bisogna aver sofferto in tutto il proprio essere fisico e morale per le ingiustizie sociali». Vale per l’ambiente operaio, ma vale per tutti coloro che questa incredibile donna ha incontrato.
♥ Una Fraternità vera. – «Non ho fondato la Fraternità per stare bene tra noi — dice il 28 settembre 1989, qualche settimana prima di morire. Le nostre cerimonie non sono sempre ordinatissime, ma non ha nessuna importanza.
Quello che conta è che siamo vere, semplici… Non ho fondato un monastero, ma la Fraternità, perché sia una vita di preghiera in mezzo al mondo. E se non si vuole questo, non ne vale la pena!».
(fonte: cfr L’Osservatore Romano, 19 dicembre 2019, Giulia Galeotti).