Stacciuoli: “Il vettore Air Berlin era già in crisi”
Inciderà solo sui turisti, esclusi bambini e anziani
L’assessore al Turismo del Comune di Parghelia Diego Stacciuoli cerca di far chiarezza sul polverone sollevato dalla proposta di introduzione della tassa di soggiorno a Tropea, dopo essersi consultato con il sindaco Gaetano Vallone e con l’assessore al Turismo Massimo L’Andolina. Analizzando a fondo la questione, Stacciuoli ritiene che la scelta di Fti di ridurre i suoi voli settimanali da 30 a 4 non possa scaturire dall’ipotesi di una futura tassa di soggiorno, ma piuttosto dalle attuali e concrete strategie di ridimensionamento del vettore tedesco Air Berlin, in crisi da tempo. La notizia dei 26 voli in meno, che ha provocato allarme tra gli albergatori (e la paventata chiusura di Rocca Nettuno e Rocca di Tropea), era stata resa nota da Roberto Villella, amministratore di Meeting Point. Questa società, fondata nel 2011, rappresenta l’incoming agency leader in Calabria, compagnia sorella del tour operator tedesco Fti, che detiene anche la proprietà dell’hotel Rocca Nettuno a Tropea e la gestione diretta del Garden Resort a Pizzo Calabro e di quella del Rocca di Tropea a Parghelia. «L’arrivo di questi due soggetti in Calabria e soprattutto sulla Costa degli dei – afferma l’assessore al Turismo – , ha nel contempo significato per l’intera area uno sviluppo in termini di presenze e un prolungamento della stagione turistica da un lato, ma dall’altro fa pensare all’inizio di un monopolio sia nell’acquisto dei posti letto che nella vendita degli stessi ai tour operator stranieri interessati alla destinazione». Nel corso di questi anni, sia l’Fti che Meeting Point hanno prodotto fatturato tale da giustificare la loro presenza all’interno del territorio regionale, tant’è che la Calabria rappresenta una delle destinazioni turistiche più interessanti in Italia, «ma hanno beneficiato – puntualizza Stacciuoli – di una serie di finanziamenti regionali ed europei per la ristrutturazione delle strutture e per la copertura di una percentuale del costo del biglietto per ogni turista atterrato».
Per Stacciuoli sembra paradossale che aziende capaci di muovere migliaia clienti in Calabria, di gestire decine di voli charter settimanali e con fatturati milionari, «si sentano minacciati da una tassa che servirà al Comune di Tropea per garantire quei servizi che da sempre le due aziende lamentano essere assenti». Ben più gravi appaiono, invece, le ultime mosse delle società, che si inducono in uno stato di allerta tra i dipendenti, poiché «lo spauracchio del licenziamento –prosegue l’amministratore – e conseguenti malumori sono tesi far fare retromarcia al Comune di Tropea e mantenere lo status quo». Mosse forse legate ad altri motivi.
«Siti internet di settore e riviste specializzate – spiega infatti Stacciuoli –scrivono da tempo che l’Air Berlin, vettore utilizzato da Fti, è in crisi e ha contratto un debito tale da giustificare il taglio del 10% dei voli per alcune destinazioni, quindi già prima dell’annuncio della tassa di soggiorno, il nuovo amministratore delegato dell’Air Berlin, nominato per risanare i conti in rosso, aveva già deciso di diminuire i voli».
Per Stacciuoli, quindi, tutto questo polverone è stato montato per una tassa che non dovrebbe mettere in discussione la stabilità di certi colossi del turismo. La tassa, infatti, secondo le ultime indiscrezioni, dovrebbe aggirarsi attorno a 50 centesimi giornalieri a stella per turista e, in base ai paletti già illustrati dagli amministratori tropeani agli albergatori, dovrebbe essere destinata solo agli adulti, escludendo bambini, portatori di handicap e anziani. Un intervento che sembra indispensabile per un comune piccolo come Tropea che, nonostante i tagli dei trasferimenti dello Stato, deve soddisfare le esigenze di una popolazione estiva enorme con le sole tasse della ridotta popolazione residente.
Se il mancato accordo ha indotto amministratori da un lato e società dall’altro a mostrare i muscoli, sarebbe ora opportuno tornare a sedersi a un tavolo comune per discutere assieme, tenendo presente che con i cataloghi in stampa e i contratti sottoscritti gli albergatori non accetteranno mai la tassa già nel 2012, che andrebbe a incidere solo sulle loro tasche e non su quelle dei clienti.