La Santa delle schiave

Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano

Storie belle… per vivere meglio

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La Santa delle schiave.

Oggi 8 febbraio è la memoria liturgica di santa Giuseppina Bakhita. Da bambina venne rapita dai mercanti di schiavi, liberata diventò suora e, dopo la canonizzazione avvenuta nel 2000, è diventata simbolo del riscatto per quanti sono vittime della tratta. – Oggi è la  la giornata di preghiera e di riflessione contro la tratta. Occorrono azioni concrete e coraggiose.

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La tratta di esseri umani è una delle peggiori schiavitù del XXI secolo ed è, dopo il traffico della droga e quello delle armi, il business più redditizio della criminalità mondiale.
È quanto tornano a denunciare l’associazione “Slaves No More” e l’ufficio “Tratta donne e minori” dell’Unione Superiore Maggiori d’Italia (Usmi) nella Giornata internazionale di preghiera e di riflessione contro la tratta delle persone che cade proprio oggi, 8 febbraio, memoria liturgica di santa Giuseppina Bakhita (1869 – 1947).
♦ Questa santa religiosa sudanese da bambina venne rapita dai mercanti di schiavi e, dopo la canonizzazione avvenuta nel 2000, è diventata simbolo del riscatto per quanti sono vittime della tratta.
La Giornata è appena alla sua seconda edizione; ma quest’anno in occasione del giubileo assume un’importanza ancora più particolare. «Il giubileo della misericordia ci offre una concreta opportunità di ricevere e usare misericordia per aiutare i nuovi schiavi di oggi a rompere le loro pesanti catene di schiavitù per riappropriarsi della loro libertà».
Così spiegano le religiose dell’Usmi, che per l’occasione hanno diffuso nelle diocesi e nelle parrocchie italiane materiale informativo e sussidi per la preghiera. 

Bakhita (scheda del film)
Intenso e struggente è il film dedicato a santa Giuseppina Bakhita.
♦ Bakhita, nata nel 1869 in un villaggio sudanese, ancora bambina viene rapita dai negrieri che la vendono a un Generale turco. In quella casa Bakhita trascorre dieci anni di torture e umiliazioni sino a che Federico Marin, un ricco commerciante italiano, ateo e avventuriero, le salva la vita e la porta con sé a Zianigo, un paesino del Veneto dove abita insieme alla figlia di otto anni, Aurora, una bambina malata e sola.
♦  Sua madre Angelica è morta anni prima, alimentando in Federico un dolore inestinguibile e un carattere duro. Bakhita con la sua dolcezza conquista il cuore della scorbutica Aurora e redime Padre Antonio, il parroco di Zianigo, che da succube di Marin riscopre, attraverso la vicinanza della sudanese, il senso più profondo della fede, ovvero la carità e l’aiuto del prossimo indifeso.
♦ Interessante è l’adozione del punto di visto di Bakhita, che guarda, curiosa, alla nostra società e punta involontariamente il riflettore sulla condizione di schiavi dei contadini veneti, la cui sussistenza dipende quotidianamente dai capricci del padrone. Piace l’incontro con Cristo, che Bakhita ricollega alla crocifissione di un poveretto che ha visto da bambina nel suo villaggio.
♦ L’insegnamento di Bakhita non passa attraverso i monologhi ma dalla sua stessa presenza di schiava nera nella villa del feudatario bianco: la sua libertà interiore è di per sé critica pungente alla società del possesso.

Oggi 8 febbraio è la memoria liturgica di santa Giuseppina Bakhita. Da bambina venne rapita dai mercanti di schiavi, liberata diventò suora e, dopo la canonizzazione avvenuta nel 2000, è diventata simbolo del riscatto per quanti sono vittime della tratta. - Oggi è la la giornata di preghiera e di riflessione: contro la tratta occorrono azioni concrete e coraggiose.
Oggi 8 febbraio è la memoria liturgica di santa Giuseppina Bakhita. Da bambina venne rapita dai mercanti di schiavi, liberata diventò suora e, dopo la canonizzazione avvenuta nel 2000, è diventata simbolo del riscatto per quanti sono vittime della tratta. – Oggi è la la giornata di preghiera e di riflessione: contro la tratta occorrono azioni concrete e coraggiose.

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