Fede e dintorni

La Santa delle rose e degli impossibili

Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano

Storie belle… per vivere meglio

La Santa delle rose e degli impossibili

– La figura di Santa Rita è tradizionalmente associata all’immagine delle rose in quanto questo fiore richiama il prodigio della loro fioritura nell’orto della casa di famiglia della santa, in pieno inverno e sotto la neve. Sembrava una cosa impossibile, invece accadde.
– Anche perdonare a volte diventa impossibile, specie quando ti uccidono i familiari.
– La storia di Santa Rita dimostra che niente è impossibile per chi ama veramente il Signore: il perdono dato agli uccisori del marito fu l’impossibile che divenne possibile in un ambiente carico di odio e di vendette. – In questo giorno la città di Tropea offre 500 rose alla Santa nel convento di Sant’Agostino a Roma.

1. Il segno selle rose.
♦ Il segno della fioritura delle rose fece arrivare a Rita, già gravemente malata, il sollievo della conferma della misericordia di Dio, tanto invocata, concessa a suo marito, deceduto in circostanze di lotte civili e di vendetta. Iddio mostrava di perdonare per sempre le colpe del marito di Rita.
Ancora oggi i fedeli, nel giorno della festa, invocando la protezione e l’intercessione della santa per ottenere dal Signore la grazia del perdono e il sostegno nelle proprie tribolazioni, chiedono questo segno come testimonianza tangibile della loro devozione.

Il priore del convento di Sant’Agostino a Roma ha ringraziato il sindaco di Tropea del dono di 500 rose per festeggiare Santa Rita.
“Il.mo Avv. Giovanni Macri, assume pertanto fondamentale importanza, in questa particolare circostanza, il dono delle cinquecento rose offerte dalla Città di Tropea, da Lei rappresentata in qualità di Sindaco, che siamo lieti di accogliere nella Basilica di Sant’Agostino in Campo Marzio, il 22 maggio p.v. dalle ore 8.00 per presenziare alla celebrazione della Santa Messa in preghiera e supplica di Santa Rita da Cascia.
Nella celebrazione sarà benedetto il Gonfalone della Città di Tropea, sorretto da una Sua Guardia Municipale in divisa, unitamente ad ulteriori cinquecento rose, offerte dal vivaio Lo Prete di Cittanova, che Ella potrà ritirare il giorno 21 c.m., che si uniranno alle cinquecento rose da Lei offerte, per un totale di mille, per rendere omaggio a Santa Rita da Cascia.
Le rose benedette saranno così distribuite ai fedeli che per la prima volta dopo mesi, nel rigido rispetto delle regole, potranno partecipare a una funzione religiosa solenne.

2. Una Santa del tutto normale nelle cose impossibili.
Ha scritto Giovanni Paolo II che Santa Rita è santa “non tanto per la fama dei prodigi che la devozione popolare attribuisce alla sua intercessione presso Dio onnipotente, quanto per la sua stupefacente normalità dell’esistenza quotidiana, da lei vissuta come sposa e madre, poi come vedova e infine come monaca agostiniana”.
Al di là dei fatti prodigiosi o immaginari, l’infanzia di Rita fu simile a quella delle sue coetanee: casa e campi, casa e fontana con la brocca dell’acqua e panni da lavare, casa e bosco per raccogliere legna da ardere, e certamente casa e chiesa. Se santa Rita non fosse stata una fanciulla pia e assidua alla preghiera, nell’ora della prova non avrebbe retto.
Infatti la drammatica morte del marito ucciso fu per Rita fonte di dolore, ma pure occasione di crescita spirituale. Rita fu vittima dell’odio, ma non odiò. Pose la sua croce accanto a quella del Maestro e ne ascoltò la voce: ”Padre, perdonali, perché non sanno quello che fanno”. Si aprì al perdono.
Ma i figli erano ancora ragazzi alla morte del padre. Una vendetta indiscriminata avrebbe potuto attirare su di loro e la povera madre problemi molto gravi: il carcere e perfino la pena di morte. Con forza, in questo drammatico momento della sua vita, Rita pregò intensamente per diventare capace di perdono e perché i figli non diventassero loro stessi assassini, per vendicare il padre.
Preferì non vederli più, piuttosto che vederli macchiarsi di sangue o puniti con la morte del supplizio, come vittime del loro stesso odio. “Meglio morti che assassini!
Fu esaudita.

Preghiera
O Dio, che Ti degnasti di concedere a Santa Rita il gran dono di amare i nemici e di portare nel cuore i segni del Tuo amore e sulla fronte i segni della tua passione, concedi a noi, per la sua intercessione e per i suoi meriti, di perdonare i nostri nemici e di meditare i dolori della Tua passione così da conseguire il premio promesso ai miti e a quelli che piangono. Amen.

La storia di Santa Rita dimostra che niente è impossibile per chi ama veramente il Signore: il perdono dato agli uccisori del marito fu l’impossibile che divenne possibile in un ambiente carico di odio e di vendette. E segno ne furono le rose fiorite nell’orto della casa di famiglia, in pieno inverno e sotto la neve. – “Santa Rita è santa per la sua stupefacente normalità dell’esistenza quotidiana, da lei vissuta come sposa e madre, poi come vedova e infine come monaca agostiniana” (San Giovanni Paolo II).

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