Scelte di bassa politica ci hanno portato vicino alla bancarotta
“Vorrei che noi giocatori dessimo l’esempio. Per il bene di Tropea”
Nei giorni scorsi sono apparsi sui quotidiani locali e su diversi siti internet degli articoli, uno a firma del Dott. L’Andolina, l’altro del Consigliere provinciale Macrì, che ipotizzavano il pericolo di trasformismo che aleggerebbe su Tropea dopo il proficuo incontro fra il Sindaco Repice, il Presidente della Giunta Regionale Scopelliti ed il Senatore Gentile.
Il Dott. L’Andolina, di cui ho apprezzato i toni pacati, lanciava l’allarme per una possibile bancarotta cui potrebbe andare incontro il Comune di Tropea, ove si realizzasse il progetto di costruzione di un nuovo polo scolastico e consigliava, niente di più o di meno, che di adoperarsi per un restyling delle scuole tropeane, sulla scorta di ciò che è accaduto negli ultimi anni.
Quelle scelte di bassa politica ci hanno davvero portato vicino alla bancarotta, consegnando un paese fantasma, che non ha una valida rete fognaria, non ha scuole, non ha una biblioteca, non ha un’area verde, non ha luoghi dove praticare sport ed ha uno scarso senso di comunità. Il consigliere di minoranza propone di abbandonare un progetto futuristico per l’intera città, di non avventurarsi verso la novità. No grazie, saremo sognatori ma vogliamo consegnare qualcosa in più al prossimo.
Venendo al paventato “pericolo” di trasformismo, l’allarme è seguito alla dichiarazione del Sindaco Repice, il quale ha esternato che se avesse votato in Calabria la sua preferenza sarebbe ricaduta su Giuseppe Scopelliti.
Comprendo i mal di pancia di chi aveva riempito i siti internet di fotomontaggi che vedevano il Presidente Scopelliti accanto ai nostri avversari, ma l’attenzione dimostrata dai vertici regionali del PDL verso la nostra amministrazione rende felice anche chi, come me, Scopelliti non l’ha votato ma lo ha applaudito per il bel discorso proposto al Tropea Film Festival. Ho partecipato a una lista civica e non temo contaminazioni.
É facile comprendere che strumentalmente si vuole confondere la valida collaborazione fra istituzioni ipotizzando infondate macchinazioni politiche. Semmai dobbiamo tributare al nostro primo cittadino (che non mi risulta abbia militato in Rifondazione Comunista) un grazie per riuscire a calamitare su Tropea grandi attenzioni, garantendo una stretta collaborazione con la Provincia di Vibo Valentia e con la Regione Calabria.
Io (e credo che questo interessi poco persino a L’Andolina che, tuttavia, mi chiede se sono immune dal virus del trasformismo) continuo a militare malvolentieri nel PD (non vedo nulla di serio altrove) e a simpatizzare per i radicali. Continuo a predicare che la necessità della politica dei partiti, quelli veri e non quelli di plastica odierni. Rino Formica qualche giorno addietro in una lettera al Foglio ha scritto: “Nel sistema politico italiano il numero dei partiti è un indicatore delle condizioni di salute della democrazia. I partiti in Italia sono “gli atomi della vita civile” perché è con i partiti che si costruiscono la convivenza democratica e la coesione sociale. In matematica 2, 3 e 7 sono numeri primi. Nella politica italiana 3 partiti indicano una democrazia malata, mentre 2 o 7 partiti connotano una democrazia sana. Ho fatto questa riflessione perché si torna a parlare del terzo polo. Perché se ne parla? Perché i due partiti artificiali degli anni 90 non sono stati capaci di governare bene, né sono riusciti a confliggere secondo regole democratiche. Gli inventori di questo sistema non hanno il coraggio di riconoscere il fallimento dell’esperimento e sono costretti a tenere a battesimo il terzo ibrido così incomodo. Ma nel nostro sistema politico il terzo polo è il ricettacolo degli inquieti, dei delusi e degli ascari. Insomma è il luogo di raccolta dei residui infettivi di un fallito sistema duale”. Ed è malato il nostro sistema con partiti contrapposti che si assomigliano troppo e si contrappongono a priori. La collaborazione fra enti è mal digerita da chi intende la politica come scontro permanente, sprezzando astio nei confronti degli avversari politici anche quando, come nel caso della importante presenza del Presidente Scopelliti a Tropea, ciò potrebbe essere l’anticamera di una fruttuosa convergenza per il bene di Tropea (altro che trasformismo!).
Sorrido a chi palesa che il rischio per la nostra città possa essere il virus del trasformismo (abbiamo anticorpi a sufficienza), intravedendo soltanto una scomposta e maldestra reazione, agitata dalla non sopita delusione ricevuta per essere riuscito il Sindaco ad intessere uno stabile rapporto di collaborazione con i vertici della Regione Calabria.
Temo, semmai, il clima ed i toni da ultrà con cui qualcuno vorrebbe che si facesse politica a Tropea. Fra gli ultrà ci sono persone che non sono tifosi e che non amano la propria squadra; ci sono picchiatori e teste matte che dovrebbero essere isolati e non osannati. Vorrei che noi giocatori dessimo l’esempio. Per il bene di Tropea.
Capogruppo Passione Tropea