Fede e dintorni

La preghiera nel silenzio in una chiesa vuota

Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano

Storie belle… per vivere meglio

La preghiera nel silenzio in una chiesa vuota.

– Il cesto della spesa, la preghiera sussurrata e la chiesa vuota… Una storia che Valeria Laura Carozzi propone in un suoi libro “Nel silenzio. Una guida letteraria” (Edizioni Terra Santa, Milano, 202: un percorso sul silenzio attraverso oltre duecento personaggi noti.
– Storie che certamente sperimentiamo anche noi nella nostra quotidianità. – Spesso, quando in chiesa sto nella cappella delle confessioni, mi capita di vedere fedeli di “vario genere” entrare nella chiesa per fare le “proprie devozioni”. Una varietà di gesti e di espressioni di preghiera.
– Ma quando la chiesa è vuota, senza fedeli impegnati nella preghiera comune o nelle celebrazioni, eccoli gli uomini, venire silenziosamente e rapidamente passare in rassegna il Sacramento e le sacre immagini presenti in chiesa. Ed io, immaginando quante storie di umanità ferita ci sono in quei gesti, mi unisco silenziosamente e dico a Dio: “Accetta, Signore, e benedici!” .

Una storia ricordata da Edith Stein.
«Entrammo per qualche minuto nel Duomo. Mentre eravamo lì in rispettoso silenzio, giunse una donna con il suo cesto della spesa e si inginocchiò in un banco per una breve preghiera. Per me era una cosa del tutto nuova. Nelle sinagoghe e nelle chiese protestanti che avevo visitato si andava solo per le funzioni religiose. Qui invece qualcuno era entrato nella chiesa vuota nel mezzo delle sue occupazioni quotidiane, come per recarsi a un colloquio confidenziale.
Non ho mai potuto dimenticarlo».
♦ A raccontare l’episodio, consumatosi nel duomo di Francoforte circa un secolo fa, è Edith Stein — santa Teresa Benedetta della Croce — di cui quest’anno ricorrono i cento anni dalla conversione al cattolicesimo (avvenuta, secondo quanto comunemente affermato, nell’estate del 1921, dopo la lettura, in una sola notte, dell’Autobiografia di santa Teresa d’Ávila) e i centotrent’anni dalla nascita.

♦ La voce commossa dell’allieva di Edmund Husserl, martire ad Auschwitz nel 1942 e canonizzata nel 1998 da Giovanni Paolo II , è tra quelle ospitate nel libro “Nel silenzio. Una guida letteraria” (Edizioni Terra Santa, Milano, 2021, pagine 281, euro 18), che Valeria Laura Carozzi ha realizzato raccogliendo le parole di oltre duecento personaggi noti e meno noti (romanzieri, poeti, filosofi, artisti, registi, mistici, teologi, musicisti, pontefici, profeti).

Un concerto di voci nel silenzio.
♦ L’abbondanza e la varietà delle citazioni riunite nelle pagine del offrono ovviamente un ampio ventaglio di possibili suggestioni, a seconda della sensibilità di chi liberamente si confronti con esse.
Molti passi d’autore rappresentano spunti di riflessione sempre attuali, anche al di là del tempo in cui furono elaborati, come, per esempio, quelli antichi di san Benedetto da Norcia — nella cui Regola si legge che «l’uomo dalle molte chiacchiere va senza direzione sulla terra».
O di san Giovanni Climaco, secondo cui «la loquacità è una cattedra dalla quale la vanagloria predica sé stessa. È segno di ignoranza, portone della maldicenza, maestra di fanfaluche, docile serva della menzogna».
♦ Viene facile pensare, tra l’altro, al liquido e irreale vaniloquio delle comunicazioni sociali, e alla moltiplicazione delle cattedre di “vanagloria” messe a disposizione nel silenzioso frastuono della rete…

Tra i molti luoghi del silenzio che si incrociano nel libro ci sono alcune chiese, come quella in cui capitò Edith Stein cento anni fa. O quelle cui fa cenno uno studioso scozzese del XIX secolo, John Bell, che, durante un suo viaggio a Roma nei primi dell’Ottocento, annotò:
«Non c’è nulla di più lodevole nella religione cattolica dell’usanza di tenere la chiesa sempre aperta, un rifugio per l’afflitto… È piacevole recarsi in una chiesa solitaria sul far della sera, quando le lampade sull’altare in lontananza sembrano flebili stelle nella luce rossa del tramonto, e in un’atmosfera di solitudine e silenzio simile a quella di un deserto… placare il cuore angustiato e l’ineffabile dolore».

È ancora possibile fermarsi in certe chiese, anche qualche minuto, durante le incombenze quotidiane, come fece quella donna descritta dalla Stein, e sussurrare insieme al salmo: «Sto in silenzio, non apro bocca, perché sei Tu che agisci» (Salmi 39, 10).
(fonte: cf L’Osservatore Romano, 28 ottobre 2021).

Non è facile pregare se non si sa come pregare: si rischia di rimanere in silenzio. Ed è proprio il silenzio ad aiutarci a pregare. Non lasciamoci impressionare da chi prega con “tante parole”, magari restandone anche un po’ annoiati. Le anime dedite alla preghiera sono anime dedite a un gran silenzio. Non ci si mette facilmente alla presenza di Dio se non si fa pratica di un silenzio interiore ed esteriore. Il silenzio ci dona una visione nuova di ogni cosa. – Perciò abbiamo bisogno del silenzio per essere in grado di accostarci a Dio e alle anime degli altri. – Il modello della preghiera silenziosa rimane la Madonna che in silenzio serbava ogni cosa nel suo cuore. Il silenzio la portò vicina alla divina Volontà, cosicché ella non aveva bisogno di usare molte parole.

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