Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano
Storie belle… per vivere meglio
La parte più importante della Messa.
La Messa è finita: andate in pace! – E la chiesa si svuota…
– A giudicare dalla rapidità con cui alcuni (per fortuna una minoranza) prendono sul serio quel “finita”, sembra quasi che ci siano venuti solo per essere mandati a casa “in pace”!
Quel congedo, invece, è l’indicazione di una missione: la Messa è finita, “glorificate il Signore con la vostra vita”. La Messa è un tempo essenziale di preghiera, di presenza. O meglio, ancora: una rinnovazione dell’alleanza col Signore che ci ha redenti.
– Si deve poi portare agli altri quello che si è ricevuto. Se qualcuno dice di non aver ricevuto niente, allora vuol dire che per lui la Messa non c’è stata.
– Perciò, per quanto si possa “rifiutare” la struttura della Messa o possa non piacere chi la celebra o i canti che vi si fanno, o la predica che resta noiosa, è indubbio che la Messa annuncia qualcosa, anzi Qualcuno da portare agli altri.
♦ Durante la lezione di catechismo.
Una volta, durante la lezione di catechismo, la catechista chiese ai ragazzi:
– “Qual è la parte più importante importante della messa?”
Un ragazzo, che era piuttosto sveglio, rispose:
– “E’ quando finisce la Messa”.
♦ I compagni fecero risate e un po’ di fischi, come per dire: “Allora tu partecipi alla Messa perché termini subito?”
La catechista intervenne e gli chiese il perché.
Il ragazzo si è alzò e spiegò con fermezza:
♥ – “La parte più importante della Messa è quando finisce, perché allora inizia la nostra Messa”.
Questa fu la più grande lezione che i ragazzi ricevettero in quella classe di catechismo.
♥ Non serve partecipare alla Messa, e poi non vivere giorno per giorno ciò che celebriamo.
♥ “Non chiunque mi dice: “Signore, Signore”, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli” (Mt 7,21).
♥ “Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, sarà simile a un uomo stolto, che ha costruito la sua casa sulla sabbia”. (Mt 7,26).
(Fonte: Historinhas do Padre Queiroz, redentorista brasiliano).