Attualità

La notte dei Santi

In Piazza San Pietro con quattro grandi Papi

“Felice di aver partecipato e pregato insieme a migliaia di altri fedeli”

LaNotteSantiMarisaSanPietro2014
Marisa il giorno della Santificazione di due grandi Papi, Papa Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II

Sono nella metro direzione Ottaviano, intorno a me si respira un’atmosfera surreale. C’è tanta gente con bandiere e simboli, fazzoletti al collo e berretti. Potrebbe essere del tutto normale, Roma ad aprile viene invasa dai turisti, complice la primavera e le giornate più lunghe. Non fosse altro che è mezzanotte e venti del 27 aprile 2014. È il giorno della Santificazione di due grandi Papi, Papa Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II.
Sono pronta ad affrontare la lunga notte, nella speranza di assistere alla cerimonia in una posizione decente, visto che sono previsti 3 milioni di pellegrini. Arrivata a via della Conciliazione, mi infilo in mezzo a un gruppo di ragazzi sardi di Cagliari, poi qualcosa si inizia a muovere, anche se l’apertura della piazza è prevista alle 5.30. Per motivi di sicurezza, l’area della piazza è stata chiusa al pubblico dalle 19 di ieri. Lungo il percorso la gente si affolla e preme, inizia un po’ a mancare aria, per cui mi avvicino alle sbarre, con cui hanno creato un corridoio di sicurezza. Servirà alla gestione del pronto soccorso e al passaggio di mezzi di trasporto. Qua, almeno, posso respirare. Internamente, ci sono volontari della protezione civile e vari agenti. Mi fa ridere un poliziotto dall’accento romano, che, guardandomi , mi dice: “Ma chi ve lo fa fare, a casa si vedeva meglio! Vi guardo e vi piango”. “Ma vuoi mettere l’emozione?!”, gli rispondo.
Stranamente la fila continua e con mio grande stupore siamo a metà della via. Ora la folla si è fermata, i più attrezzati tirano fuori piccole sedie, stuoie e sacchi a pelo. Vicino a me, un gruppetto di spagnoli inizia a recitare il rosario. Sono le 2 di notte e ho recuperato il mio piccolo angolo vitale. Sistemo il mio zaino e mi guardo intorno. C’è una bella atmosfera, accanto a me i polacchi iniziano a cantare. I volontari distribuiscono acqua e si crea una catena umana, per passare le bottiglie anche a quelli più lontani. Si inizia a socializzare e, dove la parola non arriva, basta un sorriso. Così anche la signora, che mi era sembrata antipatica, si trasforma in una zia amorevole, offrendomi una barretta di cioccolato, un cuscino per sdraiarmi e coprendomi con una maglia. Difficile riposare, ma le ore passano veloci, fino alle 4, quando sono costretta ad alzarmi per la pressione di tutta la gente all’inizio di via della Conciliazione.
L’ora e mezza prima dell’apertura della piazza risulta la più difficile. Poi però arriva il grande momento. Con gli occhi al cielo che si illumina, incomincia la lenta marcia, nella speranza di poter entrare in piazza. Alle 8.00 sono stremata, mi gira la testa e la gente preme sempre di più. Mi discosto dalla via principale e trovo un posto vicino al primo maxi schermo. Volontari iniziano a distribuire i libricini della cerimonia, proprio allora mi rendo conto che la strada si è liberata e si può ottenere una postazione migliore. Così mi siedo e aspetto. Il primo a entrare è il Papa Emerito Benedetto XVI, invitato da Papa Francesco ad assistere alla messa. Poi arriva Papa Francesco, con tutta la solarità che lo ha contraddistinto dal primo giorno del suo Pontificato. Emozionante il momento in cui proclama i due Papi Santi, emozionante la predica su San Tommaso e sul vedere per credere, che al contrario deve essere un atto di fede. Poi il momento dello scambio della pace, una stretta di mano universale e infine la comunione come meta finale.
In tutti i cuori delle persone radunate alle sbarre della via interna c’è la speranza che il Papa faccia il giro per salutare i fedeli. Nell’attesa, però, mi capita di vedere la parte negativa dell’uomo, che, nonostante sia là per un atto di amore e fede, non perde l’occasione di dimostrare il suo egoismo e maleducazione. E davanti a un bambino, che, salendo uno scalino della sbarra, dimostra il suo entusiasmo per l’arrivo del Papa, un fedele ha da ridire che non vede e gli dà fastidio. Si approfitta anche della mancanza di comunicazione per dire cose cattive, senza che la persona possa difendersi. Non credo che si vinca una medaglia a vedere meglio il Papa che passa, non è lo spirito giusto con cui si deve affrontare un evento come questo.
Alla fine di questa grande e lunga giornata, posso comunque dire di essere felice di aver partecipato e pregato insieme a migliaia di altri fedeli. E mi sento molto fortunata, perché ho goduto della presenza contemporanea di quattro Papi: due Santi e due in piazza. E certo non è da tutti giorni.

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Marisa Libertino
Dottoressa in lettere, restauratrice di dipinti e affreschi, appassionata di arte (mostre e teatro) e di viaggi. Nel tempo libero ama creare, dipingere, collezionare cartoline e calamite da tutto il mondo e scrivere, tra i suoi soggetti preferiti di scrittura: il fantasy e la fantascienza.