Milano ha ritirato l’ordinanza sugli pneumatici
Un nostro collaboratore ci aveva visto giusto!
L’1 di novembre un nostro collaboratore (G. A.) ci ha proposto l’articolo “I rischi di un federalismo poco ragionato”, che abbiamo pubblicato sulle pagine di questo sito. Dopo qualche giorno apprendiamo con piacere proprio dall’ufficio stampa della provincia di Milano che la delibera al centro di quell’articolo è stata rinviata. Qualcuno si starà chiedendo come mai ci siamo occupati di una ordinanza della provincia lombarda di Milano e, soprattutto, come mai torniamo ad occuparcene oggi. Ebbene, nella comunicazione della provincia di Milano che abbiamo appena citato vi sono i nomi di alcune altre province d’Italia che adottavano lo stesso, identico, assurdo provvedimento. Qui si arriva al dunque, perché – udite udite! – tra queste c’è anche la provincia di Vibo Valentia.
Non stiamo qui a riflettere sui motivi che spingono amministrazioni di due territori così distanti a fare le stesse scelte politiche, con ricadute economiche soprattutto per le tasche dei poveri cittadini, ma quell’ordinanza, se non fosse stata adeguatamente pubblicizzata, avrebbe potuto generare alcuni seri effetti per il popolo dei guidatori. Lasciando stare i punti sulla patente, avrebbe salassato con pensanti sanzioni amministrative e di fermo del veicolo gli automobilisti non in regola, ma soprattutto avrebbe comportato un rischio molto serio riguardante il risarcimento del danno assicurato in caso d’incidente. Come ha infatti riportato il quotidiano nazionale “il Giornale” dal proprio sito internet, in un articolo del 20 ottobre dal titolo “Obbligo di catene a bordo o gomme anti-neve da novembre a fine marzo”, alcune assicurazioni “risarciscono solo il 50% dei danni agli automobilisti che hanno avuto incidenti e non erano in regola”.
Milano si è quindi ricreduta sull’utilità dell’ordinanza. E Vibo Valentia?.. Cercheremo di vederci più chiaro e di scoprire se è vero che anche la nostra provincia ha adottato un’ordinanza simile, che equivarrebbe, per noi vibonesi, a misure più restrittive rispetto ai cittadini delle province limitrofe di Reggio Calabria e Catanzaro e comporterebbe inoltre i rischi economici su esposti.