Aumentano i possibili candidati a sindaco
Il Titano Atlante, condannato da Zeus
Il Titano Atlante, per aver aiutato Crono, è condannato da Zeus a reggere sulle sue spalle il peso del mondo. Nell’undicesima fatica Eracle deve raccogliere tre pomi d’oro dal giardino delle Esperidi, sorvegliato dal drago Ladone.
L’onniscente Nereo e il Prometeo liberato gli consigliano di andare a chiedere l’aiuto di Atlante, padre di Egle, Aretusa ed Espere. L’instancabile semidio promette ad Atlante che sopporterà temporaneamente la tara del globo terrestre se il Titano andrà a raccogliere i pomi d’oro nel meraviglioso Giardino delle figlie. Atlante acconsente. Al suo ritorno con i preziosi doni egli non vorrebbe più riprendere su di sé il pesante fardello universale. Il furbo Eracle si mostra onorato del compito assegnatogli e chiede ad Atlante di ricaricarsi sulle spalle, solo per un attimo, il peso del mondo cosicché il palestrato eroe possa indossare sulla schiena una morbida corona idonea ad alleviare il gravame terracqueo. Non appena Atlante riprende su di sé il peso del mondo Eracle corre da Euristeo a portare i pomi d’oro delle Esperidi che, trasformatesi in pioppo, olmo e salici, piangono disperate la perdita del guardiano Ladone e degli splendidi frutti.
Gaetano Vallone come l’antico Atlante,ribelle alla volontà divina e all’ordine cronologico, è stato condannato a caricarsi sulle spalle il peso del mondo tropeano e contrariamente all’originale, vorrebbe di nuovo sottoporsi all’immane fatica; l’onorevole Angela Napoli, come Eracle, anche solo brevemente, vorrebbe sollevare da questo gravoso incarico l’inossidabile sindaco che, a differenza del drago Ladone, è un esperto guardiano e cercherà di non farsi portare via i pomi d’oro del Giardino di Tropea.