Cultura e Società

La misantropea

La riflessione di Alessandro Stella

Tramonto sull'Isola di Tropea - foto Stroe
Tramonto sull’Isola di Tropea – foto Stroe

Da quasi un anno ho lasciato il mio paese per motivi lavorativi. Vivo a Cosenza, una città che, pur con le sue mille contraddizioni, si fregia di pennellate di vitalità, soprattutto dal punto di vista culturale.

Mi capita di tornare spesso nella mia Tropea, dalla quale non riesco a stare lontano per più di due settimane. Quando avverto il tarlo, flebile ma costante, dentro di me, devo raggiungere la spiaggia e dialogare un po’ con il mare, inalare salsedine e calpestare la sabbia umida, come se volessi lasciare alla natura una testimonianza tangibile del mio passaggio, forse per ripulirmi la coscienza, forse per ristabilire un contatto con la Grande Madre.

Troppo spesso, però, mi capita di tornarvi e di notare una decadenza che sembra essere a un punto di non ritorno. Non voglio muovere critiche a politici o amministratori, non sono nella posizione di poter rimproverare chi opera per il paese, in quanto non ho mai vestito i panni di amministratore  (neppure condominiale) e non avrei parametri grazie ai quali giudicare.

La decadenza di cui parlo è quella portata avanti e, allo stesso tempo, subita dai tropeani stessi.

Il paese patisce quella che io chiamo “misantropea”, un sentimento ingestibile di odio verso la città, le sue bellezze, la sua storia, un odio che è allo stesso tempo amore viscerale, ma un amore sporco, inquinato, opportunista.

Un famoso detto tropeano dice che “u marinaru piggja pisci e jistima”, e credo che una simile espressione dipinga meglio di qualunque altra l’indole degli abitanti locali: il mare dà da vivere al pescatore, il quale ringrazia bestemmiando, dimostrando l’assoluta mancanza di riconoscenza verso la fonte di vita. È così: il tropeano è baciato dalla natura, dalla storia, dalla cultura millenaria, ma quello che gli riesce meglio è bistrattare, danneggiare, calpestare quotidianamente il tesoro che ha in mano.

Un grande uomo che ho avuto il privilegio di conoscere, Sasà Repice, dotato di un carisma e di una cultura ammirevoli, una volta disse: «Tropea va amata da lontano». Sul momento il pensiero mi disturbò, lo etichettai come un’idea vigliacca, menefreghista e forse, in fondo, lo è.

Ripensandoci, però, a distanza di anni e con il peso della lontananza, credo che mai verità fu più azzeccata. Tropea va amata da lontano perché è lo stesso amore per essa che ti spinge a idealizzarla, a vederla come la donna da desiderare, la donna perfetta. Quando la incontri, però, dopo i primi baci, le prime coccole, le prime effusioni illusorie, il rapporto entra di nuovo in crisi, si sfilaccia, si logora. E allora hai bisogno di allontanarti nuovamente, di riprenderti i tuoi spazi, di riflettere, di vivere la vita con la città che hai sposato in un matrimonio di convenienza. Tropea è un’amante fragile, emotiva, a tratti invadente, richiede i suoi spazi, vuole attenzioni, ma poi ritorna nel limbo in cui vivono moltissime seconde scelte.

Il tuo cuore, il tuo intimo, la parte più istintiva e viscerale di te, però, saranno sempre con lei, perché è una donna elegante, aristocratica, regale, ma troppi hanno bussato alla sua porta per abusarne, per stuprarla, per umiliarla quotidianamente.

E allora, tu, come nella più scontata delle storie d’amore reali, vigliaccamente te ne vai, torni dalla famiglia, dalle tue certezze, dalle tue sicurezze, e la lasci lì, a osservarti, mentre ti allontani, mentre una lacrima, all’unisono, riga il volto infelice e rassegnato di entrambi.

Non è facile vivere come seconde scelte, ma è il destino che molti figli di Tropea le hanno dovuto e voluto riservare, inconsciamente rassegnati a essere vittime e carnefici della misantropea. Chi se n’è andato non ha fatto abbastanza; chi è rimasto non ha fatto abbastanza. E, in tutto questo, a patire è sempre stata lei, amata e amante, sedotta e seducente, sofferta e sofferente.

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Alessandro Stella
Scrittore, ha pubblicato i romanzi "La donna di Susa" e "Il pianto del monachello" per Pellegrini editore. Collaboratore della testata Tropeaedintorni.it, è giornalista pubblicista iscritto all'albo professionale dell'Ordine dei giornalisti della Calabria nell'elenco pubblicisti.