Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano
Storie belle… per vivere meglio
La logica del seme.
– Molti tra di noi sono prigionieri delle logiche del potere e dell’efficienza, mentre oggi Gesù ci sorprende con la logica del seme, capace di far germogliare le crescere il regno di Dio sulla terra.
– Le due parabole, del seme che cresce e del granello di senape, ci insegnano che, nonostante le difficoltà, il regno di Dio si realizzerà. Dio, infatti, non è assente dalla storia, ma la anima dal di dentro.
– Una volta seminato nel cuore dell’uomo, il regno di Dio cresce da sé. È una meraviglia di Dio tanto grande e tanto bella quanto grande e bella è la crescita delle piante, e tanto misteriosa quanto misteriosa è la trasformazione di un bambino che cresce e diventa uomo.
– Perciò noi siamo chiamati ad essere fiduciosi nella vitalità umile e nascosta del seme, che è il regno di Dio. E di questo regno possiamo essere collaboratori se ci mettiamo al servizio della forza irresistibile del Vangelo: il solo capace di far germogliare la giustizia sulla terra. – Noi sperimentiamo che la crescita del regno di Dio non dipende dalle nostre forze umane; essa supera le nostre capacità umane, poiché ha in sé un proprio dinamismo: la logica di Dio.
Dal Vangelo di questa domenica (Mc 4,26-34).
♦ In quel tempo, Gesù diceva [alla folla]: «Così è il regno di Dio: come un uomo che getta il seme sul terreno; dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce. Come, egli stesso non lo sa. Il terreno produce spontaneamente prima lo stelo, poi la spiga, poi il chicco pieno nella spiga; e quando il frutto è maturo, subito egli manda la falce, perché è arrivata la mietitura».
♦ Diceva: «A che cosa possiamo paragonare il regno di Dio o con quale parabola possiamo descriverlo? È come un granello di senape che, quando viene seminato sul terreno, è il più piccolo di tutti i semi che sono sul terreno; ma, quando viene seminato, cresce e diventa più grande di tutte le piante dell’orto e fa rami così grandi che gli uccelli del cielo possono fare il nido alla sua ombra».
♦ Con molte parabole dello stesso genere annunciava loro la Parola, come potevano intendere. Senza parabole non parlava loro ma, in privato, ai suoi discepoli spiegava ogni cosa.
Quale logica scegliamo?
♦ Gesù, nel Vangelo, insegna che il regno di Dio non cresce secondo i nostri criteri o la nostra logica; assomiglia, invece, al seme gettato in terra che
germoglia e cresce, notte e giorno. Come, il contadino non lo sa: egli può solo custodire la crescita.
♥ E, come il più piccolo di tutti i semi, si presenta Gesù, crocifisso ed abbandonato, il quale diviene una pianta immensa, che a tutti offre molto più di un riparo. Egli offre la salvezza eterna: “Volgeranno lo sguardo a Colui che è stato trafitto!”. Una risposta chiara e inequivocabile all’arrogante prepotenza e superbia dell’uomo.
♥ Ora noi, in questo “esilio” che è la nostra vita terrena, quale logica scegliamo? Quella del potere umano o quella dell’umiltà divina? È su questa scelta, sull’amore, che saremo giudicati quando compariremo davanti al tribunale di Cristo. Per poter ereditare la gioia eterna.
(fr. Antoine-Emmanuel, Frat. Monast. di Gerusalemme, Firenze).
La parabola del seme, ricca di insegnamenti.
♦ Ecco l’insegnamento di Gesù: occorre meravigliarsi del Regno che si dilata sempre di più, anche quando noi non ce ne accorgiamo, e di conseguenza occorre avere fiducia nel seme e nella sua forza.
Il seme è la parola che, seminata dal predicatore, darà frutto anche se lui non se ne accorge, né può verificare il processo: di questo deve essere certo. Infatti l’evangelizzazione non è questione di efficienza umana, ma di grazia divina.
♥ Questa è la certezza del seminatore credente e consapevole di ciò che opera: la speranza della mietitura e del raccolto non può essere messa in discussione. C’è di mezzo la decisiva rivelazione dell’efficacia della parola di Dio. Certo, l’efficacia della Parola ha una modalità propria di operare in forme molto diverse, non prevedibili, che possono anche contraddire il nostro modo di pensarla e discernerla.
♥ Quando è seminata nei cuori degli ascoltatori, la parola di Dio deve essere accolta, interiorizzata e custodita, deve essere discreta rispetto alle altre parole e quindi essere realizzata, in modo che appaiano i suoi frutti: frutti quasi mai percepiti e visti dal discepolo, perché “come la Parola cresca in lui, egli non lo sa”.
♥ Il disegno di Dio si compie sempre, ben al di là delle nostre previsioni e della nostra impazienza.
Questa parabola ci insegna la vera umiltà e il vero servizio che dobbiamo al Vangelo.
♦ ♦ Nelle nostre pianificazioni pastorali siamo troppo preoccupati del risultato, tanto da perdere di vista l’essenziale, che rimane la sua fedeltà nel realizzare ciò che ha promesso. “Come la pioggia e la neve scendono giù dal cielo e non vi ritornano senza irrigare e far germogliare la terra, così ogni mia parola non ritornerà a me senza operare quanto desidero, senza aver compiuto ciò per cui l’avevo mandata“. (Paolo Morocutti).
Per la preghiera.
♦ O Dio, aiutaci ad essere fiduciosi nella vitalità umile e nascosta del seme, che è il regno di Dio.
♦ O Padre, che spargi nei nostri cuori il seme del tuo regno di verità e di grazia, concedici di accoglierlo con fiducia e coltivarlo con pazienza, per portare frutti di giustizia nella nostra vita.
♦ Dio, fortezza di chi spera in te, ascolta benigno le nostre invocazioni, e poiché nella nostra debolezza nulla possiamo senza il tuo aiuto, soccorrici sempre con la tua grazia, perché fedeli ai tuoi comandamenti possiamo piacerti nelle intenzioni e nelle opere.
♦ Signore, fa’ che riconosciamo con fiducia che la vera fecondità è nel seme del Regno, il solo capace di far germogliare la giustizia sulla terra.
♦ Signore aiuta le famiglie a diventare scuole di umiltà e di amore, per divenire come la pianta del Regno tra i cui rami si trova riparo e accoglienza.
♦ Signore, fa’ che la nostra testimonianza sia autentica e mostri a tutti gli uomini la bellezza del tuo regno d’amore.