Riceviamo e pubblichiamo
Un messaggio al sindaco Repice
Non gli ho mai proposto nel 1997, come lui afferma, la nomina a segretario generale del Comune di Tropea, perché fui proprio io, nella mia qualità si sindaco, a rifiutare le sue ‘avances’ senza mezzi termini e a non volerlo in quel ruolo. E non ero il solo!
Questo spiega, senza altro aggiungere, l’astio di Adolfo Repice nei miei confronti. Astio che si è portato dentro per lungo tempo tradensosi con qualche confidenza a persona nota ad entrambi, affermando testualmente: “finalmente, dopo 17 anni, sono riuscito a togliermi il fastidioso sassolino dalla scarpa”.
Io gli dico, oggi più di sempre: “dovrebbe semplicemente vergogarsi”!
Il sottoscritto non prende lezioni da chi non riconosce le illegittimità commesse in questi mesi che sono la prova provata, ove ce ne fosse bisogno, che la scelta di allora, di non volerlo a Tropea come segretario, è stata più che saggia.
Nega l’evidenza anche di fronte ai suoi stessi atti, contestati dalle autorità competenti.
Nei nove anni in cui ho guidato il Comune di Tropea mai nessuna contestazione mi è stata mossa sulla legittimità del mio operato, ed allora la “Bassanini” era un miraggio.
Anzi, al contrario, sono stato preso come esempio di sana ed oculata gestione amministrativa nelle più alte sfere istituzionali.
Inoltre, la mia esperienza di sindaco è stata valutata come “di alto profilo” da moltissime riviste e giornali, nonché dalla collana dedicata alle città simbolo della Calabria ed edita per i tipi di Rubettino. (cfr. pag. 224, vol. “Tropea, storia, cultura, economia, Rubettino Editore, Cosenza, anna 2000).