Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano
Storie belle… per vivere meglio
La grandezza di un gesto.
Tra le manifestazioni in risposta al vile attentato terroristico di Barcellona sulle Ramblas, c’è stato quello di un abbraccio che ha fatto tremare le gambe ad una umanità varia e divisa in se stessa. Javier Martinez, il papà di Xavi, il bimbo di tre anni morto nell’attentato, ha espresso la volontà di “abbracciare un musulmano” come desiderio di perdono e pensando anche al dolore delle famiglie dei giovani terroristi: “Non ho paura delle persone. Devo farlo”. Ed insieme alla moglie ha compiuto il più grande gesto d’amore da offrire al piccolo Xavi – e con lui anche a noi – perché riposi in pace.
Sull’attentato di Barcellona, alle Ramblas, molti hanno scritto, ma molti altri hanno preferito tacere per non cadere nella retorica o su un facile “antiterrorismo” reazionario, fatto di violenze verbali e desideri smodati di giustizialismo.
♦ Il piccolo Xavi aveva 3 anni quando morì colpito sulle Ramblas. I suoi genitori hanno voluto fare un gesto che dovrebbe mettere in imbarazzo tutti coloro che cercano di disegnare scenari ideologici di quello che è successo.
♦ Si sono come fusi in un abbraccio emotivo con l’imam sostituto di Rubí, il paese in cui risiede la famiglia. E in quel gesto, umano, generoso, per molti impossibile, di puro dolore, la grandezza umana brilla con una luce mille volte più grande di quella dell’odio e della barbarie.
♦ La capacità di dire “no” a chiunque voglia mettersi contro interi gruppi. La capacità di non stigmatizzare un intero popolo dalla follia folle di alcuni dei loro giovani smarriti.
♥ E soprattutto la capacità di scegliere la pace e non l’odio come via da percorrere.
Forse questo è stato l’ultimo e il più grande gesto d’amore che i genitori hanno offerto al piccolo Xavi – e con lui a noi – perché possa riposare in pace.
(fonte: da José María Rodriguez Olaizola, sj pastoralsj.org)