Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano
Storie belle… per vivere meglio
La giustizia che tutti vorremmo.
– La troviamo esposta nelle pagine della Bibbia e ribadita ampliata dall’insegnamento di Gesù col nome di Misericordia.
– Siamo tutti alquanto diffidenti verso la giustizia che pratica l’uomo, perché egli cerca di ingannare la legge: “Fatta la legge, si trova l’inganno!” – E a tutti è visibile l’agire degli avvocati che cercano ogni cavillo per evitare al proprio assistito la sentenza di colpevolezza, anche se lo è in realtà.
– Riconoscersi colpevoli (se lo si è) è il punto di partenza per la rinascita umana. Solo un cuore pulito dalla colpa può avere la gioia di una vita bella. – Lo sforzo da fare è di trovare in sé la colpa da purificare.
– Per esempio , nella Bibbia troviamo che il Signore non sopporta i sacrifici a lui offerti nell’ingiustizia e nella mancanza di amore: «Perché mi offrite i vostri sacrifici senza numero?…. Smettete di presentare offerte inutili… non posso sopportare delitto e solennità… Anche se moltiplicaste le preghiere, io non ascolterei: le vostre mani grondano sangue. Lavatevi, purificatevi, allontanate dai miei occhi il male delle vostre azioni. Cessate di fare il male, imparate a fare il bene, cercate la giustizia, soccorrete l’oppresso, rendete giustizia all’orfano, difendete la causa della vedova» (cf Is 1,11-17).
– A Dio un solo sacrificio è gradito: l’obbedienza alla sua Legge: soccorrere il misero, l’affamato, il bisognoso, il povero, il solo. – Gesù aggiungerà: «Se aveste compreso che cosa significhi: “Misericordia io voglio e non sacrifici”, non avreste condannato persone senza colpa» (Mt. 12,8).
“Siamo tutti colpevoli”: il giudice credente.
♦ Una volta, un uomo che aveva rubato del pane al panificio, fu condotto davanti al giudice.
Era una dura giornata invernale; l’imputato tremava di freddo e di paura.
Egli aveva fatto quel furto spinto solo dalla fame. Ma il giudice era chiamato a far rispettare la legge.
♦ C’era molta curiosità tra i numerosi presenti. Il giudice ordinò al reo di pagare una multa da dieci dollari. Ma l’uomo non aveva nulla.
♥ Allora il giudice subito tirò dalla tasca dieci dollari e li depositò nel cappello dell’imputato.
Poi, rivolgendosi ai presenti in aula, disse con tono serio: “Ora tutti devono pagare una multa di cinquanta centesimi, perché tutti sono colpevoli di questo furto”.
– Colpevoli di cosa? – I presenti erano sbalorditi.
♥ “Siamo colpevoli di omissione”, spiegò il giudice. Avremmo dovuto creare un clima di giustizia e solidarietà, in modo che nessuno fosse costretto a rubare per non morire di fame.
♥ La multa fu raccolta tra i presenti e consegnata all’imputato, il quale non credeva ai suoi occhi. Lasciò il tribunale avendo ricevuto 47 dollari e cinquanta centesimi. C’era di come affrontare la fame dei prossimi giorni.
♥ Abbiamo tutti una parte di colpa di fronte a un nostro fratello o sorella che sta morendo di fame, poiché questo è il risultato dell’ingiustizia sociale, a cui tutti collaboriamo, sia per atti fatti che per omissione.
Rimbocchiamoci le maniche e lavoriamo uniti per costruire un mondo più fraterno.
(Fonte: P.Odair Ângelo in Historinhas do Padre Queiroz, redentorista brasiliano).