Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano
Storie belle… per vivere meglio
La gente ama il suono delle campane.
Che contraddizione! Una società laica, come la nostra, sembra non amare il suono delle campane. La gente comune, di cui è composta la società, invece ama il suono delle campane e non vorrebbe essere privata di un suono che accompagna la sua giornata.
– Una volta la gente riusciva a riconoscere i vari messaggi che il suono delle campane mandava. Così, ad esempio, una comunità e il suo territorio dal suono delle campane veniva a sapere chi fosse morto, se una persona anziana, una giovane o un bambino. Erano campane “che parlavano”.
– Con l’avvento della moderna comunicazione e i vari strumenti della sua tecnologia, il ruolo delle campane rimane confinato nell’aspetto estetico, che resta pur sempre valido.
– La ipersensibilità laicista vorrebbe silenziarle del tutto, ma l’amore della gente le vuole mantenere ancora vive, almeno nelle ore in cui è permesso farlo secondo il decreto diocesano locale. Singolare la storia di Bonassola, comune in provincia di La Spezia in Liguria: «Campane da silenziare». Ma il paese si solleva: “Vogliamo che suonino”.
Un paese intero a difesa del suono delle sue campane.
♦ Accade a Bonassola, comune turistico della riviera spezzina, vicino a Levanto: ottocento abitanti, che in estate diventano più di duemila.
In campagna molte case ormai sono vuote, qualcuno le compra, e così è accaduto che uno degli acquirenti, nella località di San Giorgio che sovrasta il paese, abbia avuto da ridire circa il suono ripetuto delle campane della chiesa.
♦ Il parroco, don Giulio Mignani, 49 anni, già segretario di due vescovi, ha cercato di venire incontro alle lamentele: ora l’Ave Maria del mattino suona alle 7.30, non più alle 7, e i rintocchi sono stati resi più “morbidi”.
♦ Niente da fare: il contestatore “foresto”, come dicono qui, lui stesso un legale, minaccia di ricorrere al giudice.
Don Giulio, a questo punto, ha deciso di dare la parola alla comunità: “le campane sono di tutti, è giusto decidere insieme”.
Così, venerdì 13 settembre, a sera, alcune centinaia di persone si sono riunite nella chiesa parrocchiale di Santa Caterina.
Molti altri hanno fatto pervenire per posta, o tramite parenti e amici, il loro parere.
♥ Ebbene, non c’è stata storia.
Praticamente all’unanimità, l’assemblea ha deciso che le campane non si toccano.
♥ E di fronte alla perplessità di alcuni circa i rischi, anche economici, nel doversi accollare l’eventuale causa giudiziaria, subito è stato deciso – insieme a una raccolta di firme – anche una raccolta di fondi, per ora preventiva, per far fronte alle eventuali spese.
♦ Non sono ovviamente mancate le reazioni sui social, in pratica tutte in favore delle campane, ovvero di quel suono che – ha scritto qualcuno – «è come una voce che ci fa compagnia».
Una vera sfilata di interventi a sostegno del parroco.
♥ «Un paese senza campane – osserva Daniela – è un paese morto». Raffaella, come altri, tocca il tasto dell’identità locale: «Bonassola non sarebbe più Bonassola senza il loro suono».
♦Non manca naturalmente un po’ di polemica, sia pure sempre nei limiti dell’ironia e della correttezza: «Anche il mare mosso qui fa rumore: lo eliminiamo?».
♦ E ancora: «Chi prende casa vicino alla ferrovia blocca i treni?».
Al di là di questo, gli abitanti sono concordi nel sottolineare il significato sociale, oltreché religioso, di quel suono.
♥♥ In Val di Vara, del resto, non lontano dalla riviera, le campane di Maissana da diversi anni suonano per segnalare le “allerte rosse” della protezione civile.
♥ Prudente e rispettoso di tutti, ma insieme deciso, il commento di don Giulio: «Ritengo sia sempre una vittoria confrontarsi e giungere a scelte che sono frutto di condivisione e di discernimento comunitario».
E aggiunge, convinto: «Questa partecipazione corale non è stata contro qualcuno, ma in favore del suono delle campane».
(fonte: Avvenire.it, 14 settembre 2019).