Il sindacato chiede interventi
Chiamati in causa anche i sindaci
Il delegato della Fials Sandro Cortese esprime la sua preoccupazione sullo stato degli ospedali di Tropea e Serra San Bruno. «Nessuno ha ancora capito – scrive Cortese in un comunicato – o forse deliberatamente intende comprendere, che gli ospedali di Tropea e Serra San Bruno hanno una loro specifica importanza, insieme a quello di Vibo Valentia, nel periodo di maggio-settembre, in cui ricevono un enorme afflusso di turisti provenienti da ogni regione e nazione. Questo provoca un conseguente, enorme ed accentuato carico di patologie, le più diverse, per le quali non è permesso essere impreparati». Queste ultime considerazioni acquistano un valore particolare se si considera la temporanea chiusura della sala operatoria a Tropea, per la quale si attende l’intervento di un geometra al posto dell’ingegnere dell’Asp, attualmente non in servizio. Per Cortese, i dirigenti dei pronto soccorso dei tre presidi «hanno dato risposte efficienti, nonostante la sofferenza ed il sacrificio, e sarebbe ora che venissero ascoltati».
Il delegato della Fials chiama in causa anche i sindaci, «che rivestono per legge l’incarico di massima autorità sanitaria cittadina», e tutti coloro che dovevano «recepire il messaggio di questo sindacato e non si sono fatti sentire». A tal proposito, il presidente dell’assemblea dei sindaci Franco Barbalace ha richiesto ieri ai commissari dell’azienda un incontro urgente per discutere la grave situazione dell’ospedale di Tropea resa ancor più grave per la chiusura della sala operatoria. Barbalace, a nome dei 15 sindaci del comprensorio, chiederà ai commissari «delle risposte da dare ai cittadini per un settore, quello della salute che ha vissuto situazioni drammatiche».
Tornando a Cortese, il delegato Fials i rivolge poi al direttore sanitario aziendale Tarabbo «che al momento appare la persona istituzionalmente adatta a confrontarsi in un contradditorio, che potrebbe essere risolutivo per il presente e per il futuro».
Cortese invita poi le associazioni di volontario del terzo settore ad uscire dall’anonimato e chiedere un incontro alla commissione straordinaria «a mio giudizio – commenta – non sufficientemente informata o meglio non informata correttamente. La Fials precisa inoltre di non voler prendere le parti di «chi da questa situazione risulta ancora latitante» e si impegna ad esercitare il proprio ruolo per l’ammalato, mentre «per i vagabondi non c’è difesa». Il sindacato aderente alla Confsal ricorda di avere delle proposte sui tanti problemi che affliggono in questo periodo la sanità vibonese, dalla mobilità all’assistenza domiciliare, dagli «incarichi illegittimi» al piano d’emergenza estiva «che non si è voluto affrontare», ed alla carenza cronica di personale medico.
Per presentare queste proposte all’azienda, la Fials chiede «un confronto anche a tavoli separati senza la presenza delle altre sigle» anche se «opportunità vorrebbe una azione comune, con la partecipazione delle Oo.Ss. e il management, perché è in ballo l’assistenza all’ammalato».