Attualità Fede e dintorni

La fede di una missionaria uccisa

Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano

Storie belle… per vivere meglio

La fede di una missionaria uccisa.

251a-suora-haotoOggi, 14 settembre, è il giorno dell’esaltazione della Croce; gloria di Colui che l’ha portata per il mondo intero e gloria di tutti i martiri che l’hanno condivisa.
Il credo di Isa Solá, la missionaria uccisa ad Haiti con due spari. Volevano rubarle la borsa e l’hanno colpita a bruciapelo mentre si spostava in automobile a Port-au-Prince. Omicidio accidentale, ma che parla della lotta, ad Haiti, per la sopravvivenza a ogni costo, relativizzando il valore della vita a un pugno di dollari. Una rapina ha interrotto l’opera di Isa Solá, religiosa di Gesù e Maria, nata a Barcellona cinquantuno anni fa. Ma dalla morte nascerà nuova vita.
 

Suor Isa Solá. Avrebbe potuto essere tutto ciò che si era proposta. Avrebbe potuto essere la prima. Ma ha preferito stare accanto agli ultimi. Per questo ha lasciato la sua casa all’età di 19 anni per dire un “sì” incondizionato.
♦ Ha studiato infermieristica e magistero e poi si è dedicata alla missione, prima come insegnante a Valencia, poi in Guinea Equatoriale e infine in un istituto minorile a Barcellona. Nel settembre 2008 è atterrata a Port-au-Prince, pochi mesi prima del terribile terremoto.
Ha visto la scuola in cui lavorava crollare in appena venti secondi. Ha visto il Paese più povero d’America scomparire tra le macerie. Energica, inarrestabile, ha partecipato alla ricostruzione. Prima ha lavorato nell’ambulatorio di ortopedia per dare una seconda vita ai mutilati e alle vittime del sisma in gravi condizioni. Quindi in una clinica mobile per assistere i più poveri tra i poveri. E infine in una scuola, un progetto in erba che senza di lei è rimasto orfano.
♦ Non cercava protagonismi. Prendeva l’iniziativa, ma poi si metteva subito da parte. Di fatto ha avviato sia l’ambulatorio sia la clinica mobile con medici locali, perché fossero loro a prenderne le redini, perché gli haitiani stessi prendessero le redini del loro presente e del loro futuro. Per ridare loro un po’ di dignità in tempi di schiavitù.
Papa Francesco ha chiesto al termine dell’Angelus del 4 settembre: “Preghiamo in particolare per la Suora missionaria spagnola, Suor Isabel, che è stata uccisa alcuni giorni fa nella capitale di Haiti, un Paese tanto provato, per il quale auspico che cessino tali atti di violenza e vi sia maggiore sicurezza per tutti. Ricordiamo anche altre Suore che, recentemente, hanno subito violenze in altri Paesi”.
(fonte: Osservatore Romano).

Isa Solá, la missionaria uccisa ad Haiti. Due spari. Volevano rubarle la borsa e l’hanno colpita a bruciapelo mentre si spostava in automobile a Port-au-Prince. Omicidio accidentale, ma che parla della lotta, ad Haiti, per la sopravvivenza a ogni costo, relativizzando il valore della vita a un pugno di dollari. Una rapina ha interrotto l’opera di Isa Solá, religiosa di Gesù e Maria, nata a Barcellona cinquantuno anni fa. Ma dalla morte nascerà nuova vita.
Isa Solá, la missionaria uccisa ad Haiti con due spari. Volevano rubarle la borsa e l’hanno colpita a bruciapelo mentre si spostava in automobile a Port-au-Prince. Omicidio accidentale, ma che rivela la lotta, ad Haiti, per la sopravvivenza a ogni costo, riducendo il valore della vita a un pugno di dollari. Una rapina ha interrotto l’opera di Isa Solá, religiosa di Gesù e Maria, nata a Barcellona cinquantuno anni fa. Ma dalla sua morte nascerà nuova vita.

Condividi l'articolo