Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano
Storie belle… per vivere meglio
La fede che vince la malattia.
– Nella nostra società il mondo degli anziani rischia sempre di essere un mondo di “abbandonati”. E’ vero che i servizi non mancano e che non manca la fantasia di inventarne dei nuovi (animazione di gruppo, giochi, perfino balli…).
– Ma il mondo dei servizi può collassare quando arriva la malattia o un evento tragico qual’è stato il coronavirus. E così tanti anziani sono stati lasciati a se stessi, fino a morire in solitudine. Indagini in corso diranno dove ci sono state le falle più evidenti.
– Dinanzi alla malattia (e alla pandemia) gli anziani forse sono diventati soggetti anonimi segnati da un numero. E la loro personalità? e il loro modo vissuto fino allora? e i propri cari? gli amici? Nel “fuggi-fuggi” generale causato dalla emergenza è venuto a mancare il mondo delle relazioni vissute da loro, e il patrimonio di bene e di amore seminato nella vita. Rimasti “soli”, sono morti soli. – La storia di oggi presenta una significativa esperienza vissuta da un anziano in un paese di missione.
♦ Parrocchia di periferia in una città del Brasile.
Una volta, alcuni fedeli vennero a dire al parroco che un uomo anziano stava per morire. Quest’uomo viveva in campagna, lontano dalla città, e coordinava la comunità cristiana nel suo quartiere.
Egli era tutto per il popolo di quella zona: guidava il culto domenicale, pregava il rosario, visitava i malati, guidava i funerali, coordinava la distribuzione di cibo per i poveri, dava consigli …
♦ E ancora altro: quel santo uomo apprezzava molto la dignità sacerdotale: per lui, il sacerdote era il rappresentante di Gesù Cristo sulla terra.
♦ Il parroco sapeva tutto questo. Ebbe un’idea, si alzò, prese l’auto per andarlo a visitare. In macchina, pregava Dio che la sua tattica avesse successo.
♥ Appena entrato nella casa del malato, il parroco disse con fermezza: “Tu non morirai. Non lo puoi davvero, perché la comunità qui ha ancora molto bisogno di te”.
♦ Gli amministrò l’Unzione degli infermi e gli fece la comunione. Quindi chiese a sua moglie di preparare una bella minestra, perché i due l’avrebbero mangiata insieme.
♥ L’anziano malato credeva nel prete. Dopo aver mangiato la minestra, si alzò e camminò.
Da allora in poi, migliorò giorno dopo giorno, fino a quando guarì del tutto.
♥ La Comunità, contenta e meravigliata, trovò sostituti per tutti i servizi svolti da lui, tranne quello di dare consigli. Si discuteva se la sua guarigione fosse frutto di una suggestione o, come dicevano alcuni dicevano, era stata un miracolo.
♥ In realtà erano vere tutte e due le cose. Fu la fede di quell’uomo a guarirlo: si sentì apprezzato, vide che la sua presenza sulla terra era ancora necessaria. Perciò fece uno sforzo maggiore e vinse la malattia.
Succede davvero: se diamo valore a una persona anziana, contribuiamo alla sua salute.
Due anziani da ammirare: Simeone e Anna (Lc 2,25-38)
Nel vangelo di Luca, quando gli anziani Simeone e Anna nel Tempio videro il Bambino Gesù tra le braccia della Madre, si rallegrarono e cantarono le lodi di Dio meravigliando tutti colo che ascoltavano.
(Fonte: Historinhas do Padre Queiroz, redentorista brasiliano).