Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano
Storie belle… per vivere meglio
La famiglia, vero tesoro da salvare.
Come credenti abbiamo chiara la percezione che le “cose” da salvare, oggi, sono tante… ma la famiglia ha la priorità su tutte… I “tesori” che si cercano, oggi, sono tanti, ma nessuno di essi appagherà il cuore dell’uomo più della famiglia voluta da Dio o più di una comunità che segue Cristo e dove si vive quell’Amore che egli ci ha lasciato come segno distintivo. Il Sinodo, in corso, tenterà di dirlo con parole nuove e forti.
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Dal Vangelo di questa domenica: la ricchezza è buona, se in funzione della vera felicità.
In quel tempo, mentre Gesù andava per la strada, un tale gli corse incontro e, gettandosi in ginocchio davanti a lui, gli domandò: «Maestro buono, che cosa devo fare per avere in eredità la vita eterna?». Gesù gli disse: «Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, se non Dio solo. Tu conosci i comandamenti: “Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non testimoniare il falso, non frodare, onora tuo padre e tua madre”».
Egli allora gli disse: «Maestro, tutte queste cose le ho osservate fin dalla mia giovinezza». Allora Gesù fissò lo sguardo su di lui, lo amò e gli disse: «Una cosa sola ti manca: va’, vendi quello che hai e dallo ai poveri, e avrai un tesoro in cielo; e vieni! Seguimi!». Ma a queste parole egli si fece scuro in volto e se ne andò rattristato; possedeva infatti molti beni.
Gesù, volgendo lo sguardo attorno, disse ai suoi discepoli: «Quanto è difficile, per quelli che possiedono ricchezze, entrare nel regno di Dio!» (Mc 10, 17-20).
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Il tesoro dei pirati: la famiglia è il tesoro più grande, anche nei ricordi.
È successo a Tavernola (Como).
– «Nonno, nonno, corri subito. Ho trovato il tesoro dei pirati». Valentin è tutto rosso in volto quanto chiama il nonno. E il tesoro, mentre era intento a giocare e scavare nel giardino dei nonni nella casa di Tavernola, il piccolo l’aveva trovato davvero. Uno scrigno logoro, sporco di terra, contenente monete e molti altri oggetti preziosi.
Solo che quel cofanetto non apparteneva ad alcun pirata dalla barba nera e con un occhio bendato, bensì ad una signora centenaria che aveva subito una visita dei ladri. L’anziana donna era riuscita a mettere in fuga i malviventi, ma lo scrigno era scomparso.
Il nonno accorre, si rende conto che lo scrigno è quello rubato all’anziana Carolina, sua vicina, ormai deceduta. Così la famiglia di Valentin contatta i parenti di Carolina, morta intanto nel mese di gennaio, e restituisce il tesoro, un bauletto ricco «di ricordi e di affetti, come quella spilla tanto cara a mia mamma che risale a 150 anni fa», ha detto la figlia dell’anziana donna morta col dispiacere delle sue gioie rubate.
Ed è stato il gioco di un bambino a ritrovare il tesoro dei pirati…
(fonte: Corriere di Como 10 ottobre 2015).