La Diocesi di Tropea

Profilo storico della Diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea -3-

Dalle origini ai nostri giorni

 

Sede di una “Massa” del “Patrimonium S. Petri”, Tropea, come è stato già ricordato, è ricca di testimonianze paleocristiane e conserva segni di presenza cristiana databili almeno al IV-V secolo.
A dire di Baronio, infatti, ai primi del sec. IV la sedicenne di Tropea, Domenica, nel 303 venne martirizzata durante la persecuzione di Diocleziano (1).
Per avere, invece, notizia certa di un vescovo occorre giungere a Giovanni, che nel 649 risulta tra i firmatari” del Sinodo Romano di Papa Martino (2).
In questo periodo è documentata anche l’attività del monastero di S. Angelo di Tropea, che nel 591 non versa in buone condizioni. Il 27 settembre di quell’anno, infatti, il notaio Pietro è incaricato dal Papa Gregorio Magno di dispensare il monastero dalle tasse dovute e di aumentare con donativi le sue risorse (3).

La giovane martire Santa Domenica nativa di Tropea (tela nell'archivio diocesano)

Altri vescovi segnalati nel primo millennio sono Teodoro (680) e Teodoro II (787). Dal sec. VIII anche Tropea, come le altre chiese di Calabria (ex Brutium), passa al rito greco, sotto la giurisdizione del Patriarcato di Costantinopoli fino alla conquista normanna. Ultimo vescovo di rito greco fu Calóchirio (1062-1094), che nel 1062 accolse a Tropea la moglie di Roberto il Guiscardo Sichelgaita (4). Gli successe Giustino (o Iustego) (1094-1117), il primo dei vescovi latini. Durante il suo episcopato, nel 1094 a Tropea venne unita la diocesi di Amantea (antica Tempsa), che venne denominata “diocesi inferiore”, distinta da Tropea “diocesi superiore” (5).

La diocesi figura sotto la metropolia di Reggio, come del resto la maggior parte delle chiese di Calabria (6).
Nello stesso periodo, con Bolla papale del 27 marzo 1097, il monastero S. Maria dell’Isola viene concesso ai benedettini di Montecassino, concessione che viene riconfermata ancora all’abate Gerardo nel 1112 e che dura fino ai nostri giorni (7).
Il passaggio al rito latino comportò l’erezione di una nuova Cattedrale, quella attuale, che venne consacrata nel 1193 dall’arcivescovo metropolita di Reggio alla presenza dei sette vescovi suffraganei. Vescovo di Tropea era Mons. Corridone (1164-1195) (8).

Nel 1267, probabilmente in un momento di vacanza, la sede vescovile viene occupata abusivamente da Giovanni Fortebraccio, già vescovo di Cassano, sede da cui era stato rimosso nel 1252. La vicenda si concluse definitivamente nel 1280 con l’allontanamento del Fortebraccio, quando, comunque, vescovo era stato nominato da alcuni anni Giordano. Questi, infatti, nel 1275-79 aveva pagato regolarmente 7 once d’oro di decima papale (9). Lo stesso vescovo nel 1295 accolse a Tropea i Minori Francescani, ai quali concesse la chiesa di S. Pietro ad Ripas (10). Il francescanesimo, comunque, era già arrivato in città fin dal 1261, anno in cui risulta fondato il monastero delle clarisse.

Nel 1326 la diocesi conta 39 tra canonici e sacerdoti semplici (11), e pare che non dovesse versare in buone condizioni finanziarie. Nel 1351, infatti, il vescovo Giovanni, a causa della povertà, è esonerato dal pagare i servizi comuni alla S. Sede (12).
Soprattutto a partire dal Concilio di Trento si registra una forte ripresa. Il vescovo Tommaso Calvo (1593-1613) in particolare si rese benemerito di molte opere. Tra l’altro nel 1600 diede avvio al Collegio dei Gesuiti di Tropea, fondò Monti di Pietà a Tropea, Amantea, Fiumefreddo e Nocera, oltre che rifece il Palazzo Vescovile. Al successore Fabrizio Caracciolo (1615-26) si deve l’istituzione del Seminario con la creazione di cattedre di insegnamento (13).

Antica effigie della Madonna di Romania del 1736

In questo periodo riceve impulso il culto alla Madonna di Romania, soprattutto dopo il terremoto del 27 marzo 1638, in cui la popolazione rimase miracolosamente illesa proprio ad opera della Vergine al tempo del vescovo Ambrogio Cordova.
Non mancò la celebrazione di Sinodi Diocesani, che promossero la riforma morale e la correzione di abusi nel clero e nei fedeli. Sul piano strutturale diversi furono gli interventi sulla Cattedrale, arricchita di Campanile dal vescovo Luigi Morales (1667-81) e di varie opere pittoriche di Francesco Figueras (1685-91).

Nel Settecento è da ricordare l’opera dei vescovi Gennaro Guglielmini (1731-51), a cui si deve la cappella di S. Domenica, la Sala Capitolare ed il Conservatorio delle Pentite di Tropea. Mons. Felice Pau (1751-82) intraprese la riedificazione del Seminario e la costruzione di Villa Felice, come residenza estiva del vescovo, in località S. Angelo di Drapia..

Il Concordato del 1818 segnò una nuova tappa nella storia della diocesi. In forza della Bolla De utiliori di Papa Pio VII del 27 giugno di quell’anno, Tropea venne unita con Nicotera sotto lo stesso vescovo. Il primo presule del nuovo corso fu Giovanni Tomasuolo (1818-24). Toccò a Michelangelo Franchini (1832-54) accogliere a Tropea il Re Ferdinando II nel 1833. Al successore Filippo De Simone, che governò la diocesi per ben 34 anni coadiuvato dal benedettino Luigi Vaccari, si deve la solenne incoronazione della Madonna di Romania il 9 settembre 1877.

La Madonna di Romania, incoronata, dallo sguardo intenso, è la Patrona di Tropea.

Il secolo si chiuse col vescovo miletese Domenico Taccone-Gallucci (1889-1908), che curò l’ampliamento della Cattedrale e ricuperò le reliquie di S. Domenica, conservate in una custodia di bronzo dorato posta sotto l’altare maggiore della Cattedrale.
I terremoti del 1905 e 1908 segnarono fortemente la Cattedrale, che venne rifatta ed in parte alterata nella struttura originaria normanna dal vescovo Felice Cribellati (1921-52) (14)
Durante l’episcopato di quest’ultimo fiorì e si affermò l’opera religiosa e sociale di D. Francesco Mottola, il sacerdote di Tropea, di cui è in corso la causa di beatificazione, avendo ottenuto il decreto di riconoscimento delle virtù eroiche il 17 dicembre 2007 dal Papa Benedetto XVI (15).
Nel 1963, con decreto della S. Congregazione Concistoriale, dopo quasi nove secoli, dalla diocesi di Tropea venne scorporato il territorio dell’antico vescovato di Amantea, i cui Comuni vennero annessi “in perpetuum” alle diocesi di Cosenza e di Nicastro 16.
Ultimo vescovo della diocesi unita fu Giuseppe Bonfiglioli (1961-63), trasferito poi a Siracusa proprio nel 1963. La diocesi venne affidata in Amministrazione Apostolica a Mons. Renato Luisi, vescovo di Nicastro. Nel 1968, con lo stesso titolo, gli successe il vescovo di Mileto, Mons. Vincenzo De Chiara. L’11 luglio 1973 Mons. De Chiara da Amministratore passò a vescovo anche di Nicotera e Tropea, unendo nella sua persona le tre diocesi distinte.
Col rescritto Quo aptius del 30 settembre 1986 della Congregazione dei Vescovi, infine, venne decisa la piena unione delle tre diocesi con la nuova denominazione di Mileto-Nicotera-Tropea, con sede in Mileto. In forza di ciò tutti gli uffici e gli organi diocesani sono stati anch’essi unificati.
Primo vescovo della nuova diocesi unificata è stato Mons. Domenico Tarcisio Cortese.

Vescovi di Tropea in ordine sparso. In senzo orario dall'alto: Monforte, Bianco, Testa, Franchini, Viglini, Guglielmini, Vaccari, Cribellati, Paù, Montiglia, Mele, Saba, Taccone Gallucci, Leo, Ibanez, Tomasuolo

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(1) Venerata come santa, si conosce poco della sua vita, anche se il culto è affermato e diffuso. I resti mortali di S. Domenica sono conservati in una piccola urna posta sotto l’altare maggiore della Cattedrale di Tropea. La festa ricorre il 6 luglio.
(2) Cf. F. RUSSO, Storia della Chiesa in Calabria, p. 95; V. CAPIALBI, Memorie per servire alla storia della Santa Chiesa Tropeana, Napoli 1852, pp. III-IV.
(3) Cf. F. RUSSO, Regesto Vaticano, I, n. 24. Il monastero, oggi in Comune di Drapia, è uno dei più antichi della Calabria. Nato latino, nel sec. VII venne grecizzato dai bizantini. Sarà rilanciato in epoca normanna, nel sec. XII-XIII.
(4) Cf. V. CAPIALBI, Memorie…, p. 5.
(5) Cf. V. CAPIALBI, Memorie…, p. LXXVII.
(6) Cf. F. RUSSO, Regesto Vaticano, I, n. 179.
(7) Cf. F. RUSSO, Regesto Vaticano, I, nn. 213.257.292. S. Maria dell’Isola di Tropea è riprodotta nelle formelle istoriate del grande Portone di bronzo dell’ingresso principale della chiesa di Montecassino.
(8) L’antica Cattedrale viene identificata nel sito della chiesa del Gesù, un tempo dei Gesuiti ed oggi dei PP. Redentoristi. Originariamente era intitolata a S. Nicolò della Cattolica.
(9) Cf. F. RUSSO, Regesto Vaticano, I, nn. 1224.1193. L’occupazione abusiva della sede era stata fermamente avversata dal Can. Giovanni Agrosillo di Tropea, che aveva fatto ricorso alla Sede Apostolica.
(10) Cf. F. RUSSO, Regesto Vaticano, I, n. 1345. La concessione venne confermata da Bonifacio VIII l’anno successivo ed accettata da Fra Roberto di Monteleone e Fra Tommaso di Morano: ibidem, n. 1351.
(11) Cf. F. RUSSO, Regesto Vaticano, I, n: 5454.
(12) Cf. F. RUSSO, Regesto Vaticano, I, n. 7210.
(13) Cf. V. CAPIALBI, Memorie…, p. XXI..23
(14) Dopo anni di lavori la Cattedrale venne ultimata e consacrata da Mons. Cribellati 1’8 settembre 1932.
(15) Vissuto tra il 1901-1969, il Venerabile Francesco Mottola ha fondato l’Istituto dei sacerdoti Oblati del S. Cuore, l’Istituto secolare maschile e femminile degli Oblati, le Case di Carità di Tropea (1936), Limbadi (1946), Vibo Valentia (1951), Roma (1966).
(16) All’Arcidiocesi di Cosenza vennero annessi i Comuni di Amantea, Aiello Calabro, Serra Aiello, S. Pietro in Amantea, Belmonte Calabro, Cleto, Falconara Albanese, Fiumefreddo Bruzio, Longobardi, tutti appartenenti alla stessa provincia. Con Nicastro, invece, passarono Falerna, Nocera Terinese e S. Mango d’Aquino, in provincia di Catanzaro. L’esecuzione del decreto De mutatione finium de1 16 dicembre 1963 venne affidata all’Arcivescovo metropolita di Reggio Calabria, Mons. Giovanni Ferro.

(ricerca fotografica e pagina scelta da Salvatore Brugnano da
LUIGI RENZO, La Diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea
Adhoc Edizioni, Vibo Valentia 2010)

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