Riceviamo e pubblichiamo
Lo sfogo del tropeano Francesco Forelli
La decenza. Un concetto astratto, un’ideale, una speranza, una fede, una dottrina? O molto più semplicemente una realistica, legittima aspettativa per noi e per i nostri visitatori?
Oramai da diversi giorni è finalmente partita la raccolta porta a porta dei rifiuti “umidi” nel centro storico di Tropea, e se il buon giorno si vede dal mattino, non è certo passato inosservato il fatto che il tutto è stato preannunciato con un opera di attacchinaggio, da sagra della trippa, su tutto e più di tutto, si prestasse allo scopo.
Alcuni dei nostri cari concittadini, in cerca sempre di un alibi, di una scusa, hanno con ogni probabilità, voluto interpretare quel messaggio, se non altro in modo singolare e molto ampio.
C’è chi ha capito, per esempio, che tolto l’umido, tutto potesse essere “conferito”, materiale di risulta compreso, nei cassonetti della differenziata, magari adottando un criterio selettivo di quest’ultima tutto proprio, tipo: la fettina di oggi era una suola,…vai nei cartoni; la pasta di stasera era una colla,…vai nella carta; quel televisore della fiera era una landa,…vai nella plastica, quel pannolino di oggi era tossico,…a mare! È così via.
Insomma ne vediamo, e temiamo, ne vedremo ancora delle belle.
Probabilmente sarebbe stato più efficace avviare, certo in un momento più consono, una sorta di periodo di decantazione delle vecchie brutte abitudini, organizzando incontri pubblici, attraverso i quali spiegare come e perché differenziare, in modo da presentarsi un pochino più pronti all’estate, magari facendolo qualche mese prima.
Già, ma non è tutto così semplice come sembra, i tempi della burocrazia sono quel che sono, i Cittadini prima, i Commercianti poi fanno la loro.
Insomma, prima o poi si doveva fare, ci siamo e basta! Anzi prepariamoci, presto toccherà a tutti.
Fermiamoci un attimo però a riflettere, ma a noi in fondo, cosa ci costa fare solo un po di attenzione in più?
Che ci costa tenere sotto il lavello di casa un meno ingombrate secchio, dove mettere solo le bucce della frutta, la scorza della provola, qualche fondo del caffè?
Che ci costa tenere nel tinello o sul balcone, quattro scatole piegate, due lattine ammaccate, tre bottiglie di plastica schiacciate? Alla fine, magari, scopriamo pure che in fondo non è tutto da buttare, e di questi tempi si sa, fa comodo.
E’ noto, per esempio, che se vai a comperare un sapone per i piatti, uno shampoo, perfino del vino, sfuso, puoi risparmiare fino al 30%, perché compri solo il prodotto, senza i costi aggiunti per il confezionamento , e senza poi la scocciatura di doverti disfare dei contenitori una volta finito.
Perfino la pasta, lo zucchero, il caffe’ puoi comperare così, in zona già qualcuno lo sta facendo.
Se ci pensiamo, qualche tempo fa acquistavano il latte portando al lattaio la bottiglia, l’olio portando il fiasco, il vino portando …la botte?
Scherzo, però alla fine tutti siamo d’accordo nel dire che prima l’aria era più pulita, le strade meno puzzolenti, la natura più bella, chissà perché?
Quanto sarebbe più bella Tropea se al mattino presto, uscendo di casa. invece di saltellare tra bottiglie di birra e carte da pizza, potessimo sentire gli odori dei tigli e degli oleandri. Se appena preso il giornale, potessimo scegliere di andare a sfogliarlo su quella panchina in Piazza, trovandola sgombera di gomme, mozziconi ed appiccicose scolatine di gelato.
Quanto più liberatorio, affacciarsi da Liano, senza essere sopraffatti dalla puzza di urina. (…ma quella è una tradizione!)
Si lo so, belle parole, belle premesse, però poi, all’atto pratico…
Il problema però è serio, e lo sarà sempre di più col passare del tempo, gli altri già lo fanno, certo nessuno pretende miracolo, ma proviamoci, riprendiamoci cura di Tropea, difendiamola e non solo nei discorsi, facciamolo quando la sporcano, quando la assordano con clacson per le strade, quando l’inquinano lasciando la macchina in moto per prendere il giornale, difendiamola, riprendiamocela!
Stiamo sempre li a lamentarci, si ma tu, io invece…, no non così non va, fermiamoci, ripassiamo la lezione, e ripartiamo, viviamo in una delle più belle Città del mondo e la trattiamo come la peggiore, poi andiamo fuori, e ci scopriamo ecologisti, torniamo sotto casa e lanciamo il sacco ai gatti.
Forse pensiamo davvero che un giorno dall’alto possa arrivare qualcuno munito di scopa e paletta a fare quel che noi non abbiamo trovato il tempo di fare?
Io ho la fortuna di vivere in una casa che da generazioni è la casa della mia famiglia.
Da ragazzo ritenevo che pur abitando in una zona quasi periferica, inizio di Via Annunziata, oltre la distanza, sarei comunque stato avvantaggiato dal fatto che quella era una zona tranquilla, che salvo poche eccezioni, sarebbe rimasta tale, pochi ingorghi, pochi rumori, aria più pulita, ecc. Invece oggi, nottate asserragliato in casa a difendermi dall’invasione di auto in cerca di un parcheggio libero, tappi alle orecchie per conquistare qualche ora di sonno, salto in alto, al mattino, tra auto, per uscire di casa, finestre sigillate perché non si avvelenino anche i cardellini.
Questa mia a tutti quelli che la vorranno, regnanti di turno, concittadini buoni predicatori, ma in fondo comodi sudditi.
Francesco Forelli
C.da Annunziata, Tropea