Riceviamo e pubblichiamo
Dichiarazione di Sandro D’Agostino, segretario circolo PD Tropea
Le cronaca politica delle vicende pre-congressuali del PD provinciale hanno come unico effetto quello di creare una frattura fra potenziali simpatizzanti del partito ed il partito stesso. Pensare che nella nostra provincia la discussione interna sia limitata – come parrebbe dalla ricostruzione che viene data agli eventi degli ultimi tempi – alla costituzione di schieramenti pro Censore o pro De Nisi è un segnale allarmante che deve essere scongiurato. Le responsabilità di quanto accaduto non sono certo dei cronisti ma solo ed esclusivamente politiche (nel gergo giuridichese, che mi è più familiare rispetto a quello politico, si accuserebbe la dirigenza del partito di responsabilità per omissione).
Nessuno può essere realisticamente interessato alla riunione fra Micuccio Carratelli e Lo Schiavo, nessuno crede a Giuseppe Disi che sembra stracciarsi le vesti poiché scandalizzato dalle modalità con cui viene effettuato il tesseramento.
Abbiamo avuto, appena un anno addietro, la fortuna di vincere le elezioni regionali con una larghissima maggioranza. La Calabria ha avuto finalmente l’opportunità di avere un governo forte, autorevole, di centrosinistra. Dopo un anno di legislatura, con troppi disastri ereditati in tutti i settori (dalla sanità, ai rifiuti, ai trasporti, alla viabilità), il governo regionale sta adesso cominciando a raccogliere i primi, positivi, frutti. Il nuovo Por 2014/2020 apre scenari fondamentali per le amministrazioni locali. I fondi europei sempre mal utilizzati o mai spesi, rappresentano una grande occasione di sviluppo.
L’obiettivo del Partito deve essere quello di unirsi intorno all’esperienza del governo della Regione, sostenendone l’azione. Il partito democratico calabrese, e soprattutto vibonese, lacerato da sempre da divisioni ataviche dovrebbe, anzi deve avere nel Presidente Mario Oliverio la sicura figura di riferimento, e creare intorno a lui una rete fitta e compatta di sostegno.
L’invito ai dirigenti del partito provinciale è quello di aprire un confronto vero e uno scontro leale, che si concentri su una piattaforma legata al reale. C’è una sola proposta che realmente può cementare il partito con il corpo elettorale: creare un collante programmatico fra governo regionale e amministrazioni locali. Questo dovrebbe essere il centro della proposta programmatica del prossimo congresso del PD provinciale e, comunque, il tema di riflessione di maggiore attualità.
Si apra una nuova fase di scontro, anche aspro, ma che sia vero. E lo si faccia presto, perché se la realtà è quella dell’attuale cronaca politica la mente corre ad un celebre intervento di Bettino Carxi, quando ammoniva che “molti volevano “affettare” il PSI come se fosse un salame, ma da un po’ di tempo non solo manca il salumiere, ma non c’è neanche il coltello”.