Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano
Storie belle… per vivere meglio
La Chiesa fa la carità con la carità.
Una gra bella storia di questi giorni, a proposito della prima Giornata dei Poveri. – Don Pietro Sigurani è quel genere di sacerdote che in America latina definirebbero “callejero”. Un prete di strada, che pur essendo rettore di una importante basilica romana come quella di Sant’Eustachio, nella centralissima Campo Marzio, a pochi passi da Palazzo Madama e Montecitorio, preferisce trascorrere il tempo non tanto a confessare deputati e senatori («sono persone più buone di quello che sembrano», dice) ma a fianco ai poveri che gravitano intorno alla rettoria. La bella esperienza di dimostrare che la Chiesa fa la carità con la carità.
♦ Pensando ai “suoi” poveri – homeless, rifugiati, italiani disoccupati, rom, anziani abbandonati – don Pietro, rettore dell’antica Basilica di Sant’Eustachio, in vista della Giornata mondiale a loro dedicata indetta da Papa Francesco al termine del Giubileo, che si è celebrata domenica 19 novembre, ha deciso di lanciare una sfida ai ristoratori della zona del Pantheon. «Mi accoglieresti 10 poveri?», ha domandato il sacerdote, bussando porta per porta, come un moderno San Filippo Neri, a ristoranti, bar e tavole calde.
♦ Le risposte sono state tutte positive, grazie anche all’“astuzia” di don Sigurani che ha saputo giocarsi bene le sue carte.
«Ho chiesto di accogliere i poveri. Uno mi ha risposto subito di sì. Gli ho chiesto: “E quanto ti fai pagare?”. “Nulla don Pietro, tutto gratis”.
Allora sono andato da un altro e gli ho chiesto la stessa cosa, aggiungendo: “Guarda che da Clemente me lo fa gratis, tu quanto mi fai pagare? E pure lui ha detto: “Nulla”».
«Non ho ricevuto nessun rifiuto, anche se, confesso, da quelli che sapevo più “tosti” non sono proprio andato. D’altronde lo dice anche il Vangelo: astuti come serpi e semplici come colombe».
♥ Ben 12 ristoranti di questa zona esclusiva nel cuore della Capitale hanno aperto quindi le loro porte a 120 bisognosi che hanno pranzato in contemporanea con gli altri 1.500 accolti dal Papa in Aula Paolo VI e i 2.500 suddivisi in mense, seminari e collegi cattolici di Roma.
♦ Tra i ristoranti che hanno dato la loro disponibilità c’è quello di Emilio, che a Tg2000, il telegiornale di Tv2000 che per primo ha raccontato l’originale iniziativa, spiega: «Diamo un piccolo contributo a questi signori che non se la passano bene…
«Hanno ppouto ordinare alla carta quello che volevano – ha fatto eco un altro ristoratore – si sono seduti dove volevano senza nessun problema».
«E’ stato un piacere ospitare queste persone in un’occasione così speciale», ha ribattuto una ristoratrice.
♥ Don Pietro sorride soddisfatto: «È stata davvero una bella cosa. Io ho chiesto loro un gesto di generosità e mi hanno risposto con cordialità, come se avessi fatto io un regalo a loro».
♦ A questa carità spontanea il sacerdote è tuttavia abituato: a Sant’Eustachio offre quotidianamente un pasto caldo a chi è in difficoltà grazie all’aiuto del vicino salumiere o del fornaio… Viviamo di carità», non ho mai accettato contributi pubblici, non per disprezzo, ma perché credo che lo Stato e le Istituzioni abbiano altre cose importanti da fare. La Chiesa faccia la carità con la carità».
♥ Per il pranzo di domenica 19 novembre, mentre tanti poveri nei ristoranti erano a fianco a deputati e senatori, nell’atrio della Basilica di Sant’Eustachio c’è stato un pranzo solenne. Ha spiegato don Pietro: «Eravamo 170 persone e tutto predisposto al meglio con tovaglie, posate di ferro, fiori sul tavolo, l’oliera e la saliera e via dicendo. È importante che ci fossero questi segni perché, attraverso il cibo, si poteva aiutare queste persone a recuperare una dignità che spesso la vita ha umiliato e disprezzato».
(fonte: cf Vatican Insider).