Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano
Storie belle… per vivere meglio
La Cattedrale del Papa .
– La Cattedrale del Papa non è la Basilica di San Pietro come pensano in molti, ma la Basilica di San Giovanni in Laterano.
– Ieri, 9 novembre, è stata la ricorrenza liturgica della Dedicazione della Basilica di San Giovanni in Laterano, definita anche la Cattedrale di Roma.
– E se la Basilica di San Pietro oggi è considerata il cuore della Chiesa universale, la Basilica Lateranense resta la chiesa madre della diocesi di Roma, attualmente retta da Papa Francesco tramite il cardinale arciprete Angelo De Donatis. – È la prima delle quattro basiliche papali maggiori, la più antica e importante basilica d’Occidente.
– “Dedicare-consacrare” a Dio un luogo, è un rito che fa parte di tutte le religioni, anche della nostra fede cristiana.
– E’ un “riservare” a Dio un luogo, riconoscendogli gloria e onore. Il popolo ebraico nel tempio incontrava il suo Dio, rivolgendogli insieme preghiere, sacrifici ed offerte.
– La Basilica Lateranense con la sua dedicazione è diventata come la Madre di tutte le chiese sparse nel mondo.
– Gesù stesso, poi, è diventato il nuovo tempio con il suo corpo distrutto e risorto, iniziando in il nuovo culto, cioè il culto dell’amore.
Alcune note storiche.
♦ Quando l’imperatore Costantino diede piena libertà ai cristiani (313), questi non si risparmiarono nell’edificare luoghi al Signore e molte furono le chiese costruite in quei tempi.
♦ Lo stesso Costantino lo fece, facendo costruire sul monte Celio a Roma, sul luogo dell’antico Palazzo Laterano, una magnifica basilica che Papa Silvestro I dedicò al SS. Salvatore (318 o 324).
♦ In essa fu edificata una cappella dedicata a S. Giovanni Battista che serviva da battistero: nel IX secolo papa Sergio III aggiunse la dedica al Battista. Infine papa Lucio II, nel XII secolo, la dedicò anche a San Giovanni Evangelista. Di qui la denominazione di Basilica Papale del Santissimo Salvatore e dei Santi Giovanni Battista ed Evangelista in Laterano.
♥ La Basilica è considerata dai cristiani come la principale, la madre di tutte le chiese del mondo. Più volte distrutta durante il corso dei secoli, fu sempre ricostruita, e l’ultima sua riedificazione avvenne sotto il pontificato di Benedetto XIII, che la riconsacrò l’anno 1724. Fu in quest’occasione che venne stabilita ed estesa a tutta la cristianità la festa che si celebra il 9 novembre.
Il tempio, luogo d’incontro e di preghiera.
♦ Il profeta Ezechiele dopo l’esilio in Babilonia circa nel 592 a.C), incoraggia il popolo a uscire dallo scoraggiamento perché desidera avere una terra e un luogo dove pregare: il profeta annuncia il giorno in cui il popolo adorerà il suo Dio nel nuovo tempio. Un luogo dove l’uomo innalza la sua preghiera a Dio e dove Dio si avvicina all’uomo ascoltando la sua preghiera e soccorrendolo lì dove chiede: luogo d’incontro.
♦ In questo modo il tempio assume il ruolo di Casa di Dio e Casa del popolo di Dio. Da questo tempio, continua il profeta, lui vede sgorgare acqua: “Vidi che sotto la soglia del tempio usciva acqua”. Un’acqua che è dono e che porterà vita, benedizione. Un luogo dove si pratica la giustizia, la sola capace di risanare il popolo. – E così il popolo incontrava il suo Dio rivolgendogli insieme preghiere, sacrifici ed offerte.
I mercanti nel tempio: fuori da qui!
♦ Ogni ebreo maschio era obbligato a salire a Gerusalemme per offrire l’agnello in occasione della Pasqua, e tre settimane prima iniziava la “vendita” degli animali idonei all’offerta (le colombe erano il sacrificio dei poveri (Lv 5,7).
♦ I cambiavalute avevano il compito di ricevere le “monete romane” che dovevano essere cambiate con monete coniate a Tiro: non si trattava tanto di una questione di ortodossia religiosa, anche se così era fatta passare. I
n fondo anche le monete di Tiro riportavano iscritta un’immagine pagana, ma contenevano più argento, quindi valevano di più. A sovraintendere a questo “commercio” c’erano i sacerdoti del tempio, che in questo cambio avevano sempre un profitto.
♥ Questo è il contesto che Gesù trova nel Tempio, nel cortile esterno, il Cortile dei Gentili. “Fatta una frusta di cordicelle… scacciò fuori dal tempio”. Con il flagello Gesù fustiga questo “commercio” presente nel Tempio. Rovescia i banchi dei venditori e scaccia fuori tutti: “Portate via queste cose e non fate della casa del Padre mio un luogo di mercato”.
♥ – “Quale segno ci mostri per fare queste cose?”: i sacerdoti del tempio chiedono con quale “autorità” Gesù fa questo.
♥ – “Distruggete questo tempio e in tre giorni io lo farò risorgere”: Gesù non si riferisce tanto al tempio, ossia a tutto l’edificio, quanto al “santuario” vero e proprio, lì dove c’era la presenza di Dio. “Egli parlava del tempio del suo corpo”.
Gesù, nuovo tempio.
♥ Con la Pasqua di Gesù – con il suo corpo distrutto e risorto – inizia il nuovo culto, il culto dell’amore, nel nuovo tempio , e il nuovo tempio è Lui stesso. Sarà la resurrezione l’evento chiave che renderà i discepoli finalmente capaci di comprendere, e sarà lo Spirito Santo a far loro ricordare le cose in modo nuovo.
♥ La festa della Dedicazione della Basilica del Laterano ha permesso di far memoria del cammino del popolo e della costante e fedele premura di Dio. Nello stesso tempo, è stato ricordato che ciascuno di noi, in Gesù risorto, è “casa di Dio”, perché lo Spirito stesso abita in me, in ciascuno di noi (1Cor 3,16).
♥ ♥ Solo a essere consapevoli di questo, da una parte induce a magnificare il Signore, ma dall’altra porta anche a dire, a volte con dismisura: “Signore, io non sono degno che tu entri nella mia casa…” , dimenticando che Lui è già in noi, e che ci accoglie e ci ama non per come vorremmo essere, ma per come siamo, qui, ora.
♦ Sono le distrazioni presenti in noi che rendono sfuocato il volto del Signore!
♥ Quando impareremo a tenere fisso lo sguardo in Gesù, Autore e perfezionatore della nostra fede, della nostra amicizia con Lui, allora il nostro volto brillerà della luce che sgorga dal cuore “unificato”.
♥ L’equilibrio richiesto non è cosa di un momento, ma è cammino di una vita, di questo continuo rientrare in noi stessi puntando dritti alla “stanza del Re” (santa Teresa d’Avila).
(Fonte: Adattato da vaticannews.va/it/festivita-liturgiche/dedicazione, 9 novembre)