Rubrica religiosa settimanale a cura di P. Salvatore Brugnano
Pensieri sparsi per nutrire la mente e l’anima durante la settimana
Febbraio 2012, terza settimana: 19-25 febbraio
1. Vangelo della domenica 19 febbraio – Il Figlio dell’uomo ha il potere di perdonare i peccati sulla terra.
2. Aspetti della vita – Il Carnevale e le Ceneri.
3. Un incontro con S. Alfonso – Vescovo assai mortificato.
4. Vivere la settimana con la liturgia = 20-25 febbraio 2012.
5. Curiosità calabresi del passato = Il Carnevale a Tropea.
1. Vangelo della domenica – (Mc 2,1-12)
Il Figlio dell’uomo ha il potere di perdonare i peccati sulla terra.
Gesù entrò di nuovo a Cafàrnao, dopo alcuni giorni. Si seppe che era in casa e si radunarono tante persone che non vi era più posto neanche davanti alla porta; ed egli annunciava loro la Parola.
Si recarono da lui portando un paralitico, sorretto da quattro persone. Non potendo però portarglielo innanzi, a causa della folla, scoperchiarono il tetto nel punto dove egli si trovava e, fatta un’apertura, calarono la barella su cui era adagiato il paralitico. Gesù, vedendo la loro fede, disse al paralitico: «Figlio, ti sono perdonati i peccati».
Erano seduti là alcuni scribi e pensavano in cuor loro: «Perché costui parla così? Bestemmia! Chi può perdonare i peccati, se non Dio solo?». E subito Gesù, conoscendo nel suo spirito che così pensavano tra sé, disse loro: «Perché pensate queste cose nel vostro cuore? Che cosa è più facile: dire al paralitico “Ti sono perdonati i peccati”, oppure dire “Àlzati, prendi la tua barella e cammina”? Ora, perché sappiate che il Figlio dell’uomo ha il potere di perdonare i peccati sulla terra, dico a te – disse al paralitico –: àlzati, prendi la tua barella e va’ a casa tua».
Quello si alzò e subito prese la sua barella e sotto gli occhi di tutti se ne andò, e tutti si meravigliarono e lodavano Dio, dicendo: «Non abbiamo mai visto nulla di simile!».
Attraverso la guarigione del paralitico di Cafarnao, preceduta dal perdono dei peccati, Gesù afferma che il peccato è il più grande male degli uomini, la radice e l’origine di tutti i mali. Egli annuncia apertamente che Dio solo può liberare l’uomo dal suo male radicale: egli si manifesta come Dio, come colui nel quale tutte le promesse divine hanno ricevuto un “sì” assoluto e definitivo.
Il peccato è il male radicale perché rappresenta la rivolta della creatura contro Dio, contro colui a immagine e rassomiglianza del quale siamo stati creati e nel quale noi agiamo ed esistiamo. Lontano dal volto di Dio, l’uomo perde il suo centro, precipita nell’abisso e soffre per la lacerazione del suo essere. E la caduta dell’uomo è così grande, che Dio solo, volgendosi con misericordia verso di noi e riconciliandoci con sé, può guarire il male radicale e i vecchi dolori. La salvezza dell’uomo dipende quindi da un atto positivo di Dio. E questo atto è Gesù Cristo, il Figlio unico del Padre fatto uomo per noi, nel quale abbiamo ottenuto la riconciliazione e abbiamo visto scaturire un corpo sano dalle nostre membra malate. (La Chiesa.it).
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«Faccio una cosa nuova!» è il grido profetico di Isaia. È Cristo la novità che fa nuove tutte le cose: la sua parola è capace di perdonare e salvare, guarire e ridare vita, come racconta l’episodio del paralitico guarito. Gesù è presentato in movimento, per raccontare lo zelo di chi sente l’urgenza di un annuncio.
La Scrittura presenta Dio come colui che non è statico, ma in movimento: a Cristo, che è il veniente, viene presentato un uomo immobile, un paralitico che non ha nemmeno la capacità di andare al Signore da solo. Egli diventa il simbolo dell’umanità sfinita dal peccato, incapace di reagirvi senza l’aiuto dei fratelli e l’intervento del Salvatore.
Questo è lo stile della Chiesa: una comunità di fratelli che si presta vicendevolmente soccorso per ricevere la redenzione di Cristo. Il miracolo diventa il segno visibile del perdono elargito: quell’evento vagheggiato nella Prima Promessa: «Io cancello i tuoi misfatti» (I Lettura), è realizzato pienamente dal Signore, così anche noi oggi possiamo cantare: «Rinnovaci, Signore, con il tuo perdono!» (Rit. del Salmo). (Elide Siviero in “La Domenica”).
2. Aspetti della vita
Il Carnevale e le Ceneri
Carnevale deriva dal latino “carnem levare” (“eliminare la carne”) poiché anticamente indicava il banchetto che si teneva l’ultimo giorno di carnevale (martedì grasso), subito prima del periodo di astinenza e digiuno della Quaresima.
Tradizionalmente nei paesi cattolici, il Carnevale è un periodo che precede l’inizio della Quaresima terminando appunto con il martedì precedente il Mercoledì delle Ceneri che segna l’inizio della Quaresima.
Il momento culminante si ha dal giovedì grasso fino al martedì, ultimo giorno di Carnevale (martedì grasso).
Questo periodo, essendo collegato con la Pasqua (festa mobile), non ha ricorrenza annuale fissa ma variabile. In realtà la Pasqua Cattolica può cadere dal 22 marzo al 25 aprile e intercorrono 46 giorni tra il Mercoledì delle Ceneri e Pasqua. Ne deriva che in anni non bisestili Martedì grasso cade dal 3 febbraio al 9 marzo.
La Chiesa cattolica, che ha accolto dapprima questo tempo come tempo di “alleggerimento” prima di affrontare il rigore della quaresima, non ha mancato durante il corso della storia di condannare gli eccessi e le licenziosità del Carnevale.
Per riparere spiritualmente le facili trasgressioni in questo periodo, ha favorito la tradizione di celebrare le Sante Quarantore (il carnevale sacro). – Oggi il Carnevale tende a conservare quasi il carattere di manifestazione civile trasbordando le sue manifestazioni anche in tempo di quaresima.
Mercoledì delle Ceneri (o Giorno delle Ceneri o, più semplicemente, Le Ceneri): indica il mercoledì precedente la prima domenica di Quaresima che, nelle chiese cattoliche di rito romano e in alcune comunità riformate, coincide con l’inizio stesso della Quaresima, ossia il primo giorno del periodo liturgico “forte” a carattere battesimale e penitenziale in preparazione della Pasqua cristiana.
In tale giornata, pertanto, tutti i cattolici dei vari riti latini sono tenuti a far penitenza e ad osservare il digiuno e l’astinenza dalle carni. La parola “ceneri” richiama la funzione liturgica che caratterizza il primo giorno di Quaresima, durante la quale il celebrante sparge un pizzico di cenere benedetta sul capo o sulla fronte dei fedeli per ricordare loro la caducità della vita terrena e per spronarli all’impegno penitenziale della Quaresima. Per questo il rito dell’imposizione delle ceneri prevede anche la pronuncia di una formula di ammonimento, scelta fra due possibilità: «Ricordati che sei polvere e in polvere ritornerai» oppure «Convertiti e credi al Vangelo».
Una preghiera per restare vigili
Illuminaci, o Gesù, affinché con la tua luce possiamo vedere le nostre incoerenze nel testimoniare la tua Parola e aiutaci a vincere la tiepidezza, che paralizza la nostra capacità di prodigarci per il bene dei fratelli; donaci la tua grazia, affinché mai dubitiamo del tuo amore misericordioso, che è sempre disposto a perdonare le nostre colpe e ad aiutarci nella nostra rinascita spirituale e nella ripresa del cammino in unione a te. (D. Mariano Grosso osb).
3. Un incontro con S. Alfonso
Vescovo assai mortificato: quasi una quaresima perpetua.
Negli ultimi sette anni episcopali sant’Alfonso ebbe a soffrire un cu-mulo di malattie continue con fasi di riacutizzazioni stagionali… Quando la testa gli martellava, ricorreva ad un pezzo di marmo, su cui poggiava la fronte o ad una pezza bagnata nell’acqua fresca. Né interrompeva il lavoro letterario né rimandava ad altro tempo le occupazioni pastorali: con eroica resistenza continuava le solite fatiche.
Per allietare la solitudine dell’episcopio don Verzella procurò un canarino con l’intento di dare sollievo innocente a Sua Eccellenza, che amava tanto la musica. Un giorno si privò anche di tale piccolo divertimento con una scusa: “Questo bisogna levarlo. Voi non sapete che per niente muoiono, e quando muore un canarino, dà tale afflizione che cruccia il cuore anche per settimane”.
Mortificato nell’udito, era mortificatissimo nella gola, facendo la quaresima perpetua. Né mai rimproverò il cuoco se le vivande erano malamente apparecchiate. Incidenti non ne mancarono.
Una volta domandò un sorso di vino. Alessio corse ad attingere nella cantina: nella fretta, o perché buio, invece di mescere dal fiasco del vino attinse da quello di aceto. Monsignore bevve senza mostrarsi infastidito dello sbaglio madornale. Poco dopo ne chiese un dito anche il Vicario: appena però ebbe accostate le labbra al bicchiere, sentì l’acre odore. Montò in furia, facendo una lavata di testa allo stordito cameriere. Monsignore non finiva di ridere per la svista e scusava il povero servitore ch’era stato tradito dal colore del liquido: una inezia perdonabilissima e non un reato.
Il Santo trattava i domestici con benevolenza signorile, ritenendo con san Francesco di Sales che un soffio di vento fa più inoltrare una nave nel mare che cento colpi di remi.
da Oreste Gregorio, Monsignore si diverte, p. 143)
4. Vivere la settimana con la liturgia = VII Settimana TO (20-21 febbraio) Liturgia delle Ore: III Settimana.
20 febbraio (lunedì) – Colore liturgico verde.
- – Pensiero dalle letture bibliche di oggi = I precetti del Signore sono retti, fanno gioire il cuore. – Un padre deluso e scettico grida davanti a tutti: “Credo!”. La sua fede rinnovata attira la gente sconcertata. I discepoli di Gesù, smarriti per il loro fallimento, imparano dal Maestro la potenza umile della preghiera.
- – Letture bibliche alla Messa di oggi = Giacomo 3,13-18; Salmo 18,8-10.15; Marco 9,14-29.
- – Santi di oggi = Sant’Eucherio; San Leone; Beata Giacinta Marto.
21 febbraio (martedì) – Colore liturgico verde.
- – Pensiero dalle letture bibliche di oggi = Affida al Signore il tuo peso ed egli ti sosterrà. -. Con delicatezza, Gesù prepara i discepoli all’umiliante esperienza della Passione. Ma noi capiamo solo il linguaggio della grandezza e dei primati. L’abbraccio a un bambino diventa lezione di vita.
- – Letture bibliche alla Messa di oggi = Giacomo 4,1-10; Salmo 54,7-11.23; Marco 9,30-37.
- – Santi di oggi = San Pier Damiani; San Germano; Beato Natale Pinot.
Inizia la Quaresima – Liturgia delle Ore: IV Settimana con parti proprie.
22 febbraio (mercoledì) – Colore liturgico viola.
- – Pensiero dalle letture bibliche di oggi – Perdonaci, Signore: abbiamo peccato. – Inizia per tutto il popolo di Dio il cammino dei Quaranta giorni: tempo di essenzialità e di rinnovamento, nuova scoperta dell’autentico volto di Dio.
- – Letture bibliche alla Messa di oggi = Gioele 2,12-18; Salmo 50,3-6.12-14.17; 2Cor 5,20 – 6,2; Matteo 6,1-6.16-18..
- – Santi di oggi = Cattedra di San Pietro apostolo
Il cammino quaresimale inizia con un gesto esteriore di penitenza – l’imposizione delle ceneri – che evoca un atteggiamento più profondo e interiore con l’invito del profeta Gioele: «Laceratevi il cuore e non le vesti». Il cuore è al centro anche della pagina del Vangelo nella quale Gesù invita a vivere le tradizionali opere della pietà giudaica e cristiana – l’elemosina, la preghiera e il digiuno – non in modo esteriore, ma nella verità sotto lo sguardo di Dio. Dio infatti abita nel segreto del cuore, e in special modo nel cuore dell’umile.
23 febbraio (giovedì) – Colore liturgico viola.
- – Pensiero dalle letture bibliche di oggi = Beato l’uomo che confida nel Signore. – “Scegli la vita!”, ci esorta oggi Mosè a nome di Dio. Noi troviamo la vita quando amiamo il Signore e ascoltiamo la sua voce. Quando, dimenticando noi stessi e le glorie del mondo, seguiamo Gesù sulla via della croce.
- – Letture bibliche alla Messa di oggi = Deuteronomiot 30,15-20; Salmo 1,1-4.6; Luca 9,22-25..
- – Santi di oggi = San Policarpo; Beata Giuseppina Vannini.
24 febbraio (venerdì) – Colore liturgico viola.
- – Pensiero dalle letture bibliche di oggi = Tu non disprezzi, o Dio, un cuore contrito e affranto. – Il digiuno gradito a Dio è quello di chi si fa solidale con i miseri e gli oppressi. È quello di chi partecipa interiormente alla Passione di Cristo.
- – Letture bibliche alla Messa di oggi = Isaia58,1-9a; Salmo 50,3-6.18-19; Matteo 9,14-15.
- – Santi di oggi = San Modesto; Beato Tommaso Maria Fusco.
25 febbraio (sabato) – Colore liturgico viola.
- – Pensiero dalle letture bibliche di oggi = Mostrami, Signore, la tua via. – Anche oggi Gesù ci chiama a conversione. Così come siamo: meschini, malati di egoismo, peccatori. Come Levi, mettiamo tutto da parte per seguirlo.
- – Letture bibliche alla Messa di oggi = Isaia 58,9b-14; Salmo 85,1-6; Luca 5,27-32.
- – Santi di oggi = San Nestore; San Cesario; Beato Domenico Lentini.
5. Curiosità calabresi del passato
Il Carnevale a Tropea
II Carnevale, come si sa, trae origini dall’antica festa pagana dei Saturnali e comincia il 17 gennaio… La consuetudine vuole che il giovedì grasso (da noi detto Gazata) le famiglie calabresi preparino un pranzo, in cui non deve mancare la carne di maiale e se non hanno il danaro per comprarsela se lo fanno prestare, come vien confermato dal detto: Giovidi di l’orzarolu cu non havi carni si ‘mpigna ‘u figghiolu.
In Tropea il Carnevale raggiunge il suo culmina l’ultimo giorno. Allora i ragazzi si vestono da bautta, da zingarelle e da pacchiane, mentre i giovani assumono i più strani trave-stimenti. Semel in anno licet insanire…
Quando sta per spirare detto giorno, cioè a mezzanotte, la campana maggiore della Cattedrale, col suo suono ammoni-tore, dà l’annunzio della fine dei bagordi e del principio del periodo di penitenza. Allora ognuno si toglie la maschera e da un addio alle crapule ed ai balli. E così entra la Quaresima, la quale caccia il Carnevale dicendogli:
Nesci tu, porcu luntruni!
Trasu io, netta e pulita.
Giuseppe Chiapparo in Etnografia di Tropea – Scritti demologici e storici.