Cultura e Società

La bisaccia del pellegrino

Rubrica religiosa settimanale a cura di P. Salvatore Brugnano

Pensieri sparsi per nutrire la mente e l’anima durante la settimana

Dicembre  2011, prima settimana:  4-10 dicembre

1. Vangelo della domenica 4 dicembre – Domenica II Avvento – Anno B –  «Raddrizzate le vie del Signore».
2. Aspetti della vita  –  Evangelizzazione: il compito della famiglia.
3. Un incontro con S. Alfonso – Il
segretario… nottambulo.
4. Vivere la settimana con la liturgia =  5-10 dicembre 2011.
5. Curiosità calabresi del passato  =
All’Immacolata – Filastrocca

1. Vangelo della domenica –  ( Mc 1,1-8)
Raddrizzate le vie del Signore. 
Inizio del vangelo di Gesù, Cristo, Figlio di Dio. Come sta scritto nel profeta Isaìa: «Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero: egli preparerà la tua via. Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri», vi fu Giovanni, che battezzava nel deserto e proclamava un battesimo di conversione per il perdono dei peccati. Accorrevano a lui tutta la regione della Giudea e tutti gli abitanti di Gerusalemme. E si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati.
Giovanni era vestito di peli di cammello, con una cintura di pelle attorno ai fianchi, e mangiava cavallette e miele selvatico. E proclamava: «Viene dopo di me colui che è più forte di me: io non sono degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoi sandali. Io vi ho battezzato con acqua, ma egli vi battezzerà in Spirito Santo».

In confronto all’introduzione discreta nel tempo dell’Avvento avvenuta  domenica scorsa, l’annuncio di oggi è spettacolare: “Ecco, io mando il mio messaggero davanti a te… Voce di uno che grida nel deserto: preparate la strada del Signore, raddrizzate i suoi sentieri”.
Giovanni Battista fa il suo ingresso spettacolare nel mondo, vestito di peli di cammello. Le sue parole bruciano l’aria, le sue azioni frustano il vento. Predica “un battesimo di conversione per il perdono dei peccati” ed immerge i suoi discepoli nelle acque del Giordano. Il suo messaggio, pur legato a un momento della storia, è eterno. Si rivolge anche a noi. Anche noi dobbiamo preparare la strada del Signore, poiché un sentiero si spinge fino ai nostri cuori. Sfortunatamente, troppo spesso, durante l’Avvento, molte distrazioni ci ostacolano nell’accogliere, spiritualmente, il messaggio del Vangelo. Non dovremmo, invece, cercare di dedicare un po’ di tempo alla meditazione di quanto dice san Pietro: “Noi aspettiamo nuovi cieli e una terra nuova, nei quali avrà stabile dimora la giustizia” (2Pt 3,13)?  –  (La Chiesa.it). 

Illuminato dalla solennità della Vergine Immacolata e Tuttasanta, l’avvento diviene il tempo in cui la creatura può ritornare al Creatore,  recuperando il coraggio e la speranza, poiché il Signore ora ripercorre con  noi la via del deserto per mostrarsi in festa a Betlemme nel prossimo  Natale.  Il profeta Isaia annuncia che per Israele, popolo in esilio, il  tempo della prova è finito, i suoi crimini sono stati espiati… spunta  un’èra nuova di liberazione e di consolazione. Anzi il Signore tornerà a  camminare con il suo popolo, per guidarlo come fa un pastore con il suo  gregge.
Giovanni Battista, rifacendosi al profeta  Isaia, richiama la confessione delle colpe, l’invito al battesimo di  penitenza e annuncia la prossima venuta del Messia che, “più forte” del suo  messaggero, sarà in grado di battezzare nello Spirito Santo. Allora appariranno “nuovi cieli e una terra nuova”.
Ma questo  avverrà se ognuno di noi si mette in cammino sulla via del Signore, raddrizzando le vie del cuore e spianando le alture della superbia. Se venendo, il Signore ci troverà “senza macchia”, allora nascerà una nuova umanità riconciliata. –
(Sergio Gaspari in “La Domenica”).

 2. Aspetti della vita
Evangelizzazione: il compito della famiglia
Il rilancio della famiglia cristiana è parte irrinunciabile della nuova evangelizzazione. Lo ha sottolineato papa Benedetto XVI nell’Udienza ai partecipanti alla XX  Assemblea Plenaria del Pontificio Consiglio per la Famiglia il 1 dicembre.  L’Assemblea era stata indetta nel XXX anniversario dell’Esortazione Apostolica Familiaris Consortio e dell’istituzione del Pontificio Consiglio per la Famiglia da parte del Beato Giovanni Paolo II.

Alcuni pensieri del Papa:

  • “La nuova evangelizzazione dipende in gran parte dalla Chiesa domestica… L’eclissi di Dio, la diffusione di ideologie contrarie alla
    famiglia e il degrado dell’etica sessuale appaiono collegati tra loro”.
  • È quindi necessario ridare vigore alla famiglia, poiché essa è “via della Chiesa” e “spazio umano” dell’incontro con Cristo. La famiglia fondata sul Matrimonio sacramentale è una “comunità salvata e salvante, evangelizzata ed evangelizzante”.
    “L’accoglienza e la trasmissione  dell’amore divino si attuano nella dedizione reciproca dei coniugi, nella procreazione generosa e responsabile, nella cura e nell’educazione dei figli, nel lavoro e nelle relazioni sociali, nell’attenzione ai  bisognosi, nella partecipazione alle attività ecclesiali, nell’impegno  civile”.
  • La famiglia è anche “uno dei luoghi fondamentali in cui si vive e si educa all’amore, alla carità”.  “Vi sono degli ambiti in  cui è particolarmente urgente il protagonismo delle famiglie cristiane in collaborazione con i sacerdoti e sotto la guida dei Vescovi. Tra
    questi l’educazione di bambini, adolescenti e giovani all’amore, la preparazione dei fidanzati alla vita matrimoniale con un itinerario di fede e le esperienze associative con finalità caritative, educative e di impegno civile”.

3. Un incontro con S. Alfonso 
Il segretario… nottambulo
Prima di giungere a S. Agata, sede della diocesi, S. Alfonso  inviò sul posto un Fratello coadiutore di sua fiducia, ingiungendogli di portare seco il solito saccone, che avrebbe dovuto riempire di foglie che rivestono le  pannocchie di granturco.
La sera dell’ingresso in diocesi, stanco per il viaggio e le  cerimonie, una zuppa di sudore, si ritirò assonnato in camera, che aveva scelto  fra le più scomode ed anguste. Presto si avvide che gli era stato allestito un  letto soffice, troppo sontuoso. Immediatamente chiamò il laico, interrogando  contrariato: “È questo il mio «pagliericcio»?” Quegli smarrito si scusò:  “Paternità, l’hanno preparato i signori canonici; ho. girato inutilmente e non  sono stato capace di procurarmi un po’ di spoglie e granturco”.
“Ebbene le  troverete domani, ad ogni costo”. –  Il Santo ammonticchiò le materasse in un angolo e passò la notte sopra le dure tavole nocchierute di castagno. Il  giorno successivo spianò la fronte corrugata nel vedere il saccone colmo di cartocci scricchiolanti come usava a Pagani nella sua amata cella.  Era geloso del “pagliericcio”, né permetteva che il Fratello Francescantonio smovesse la paglia, che chiamava con fasto la sua “lana tunisina”.
Un mattino Alessio si  provava a rassettare le coperte, quando arrivò all’improvviso Monsignore. “Che  gòlio ti è venuto? lo rimproverò; forse io son cionco?” Il servitore quatto  quatto se la svignò né ci pose più le mani.  Benché non fosse tanto morbido,  pare che il Santo poche notti toccasse il suo giaciglio: dormiva più sul  pavimento che sul pagliericcio persino nel periodo invernale che è assai rigido  alle falde del Taburno.
Casualmente venne scoperta tale penitenza più consona  ad un anacoreta che ad un vescovo avanzato in età e malato.  Una sera  sant’Alfonso chiamò il suo segretario per confessarsi, e questi serrato l’uscio  della propria stanza portò la chiave in mano. Nel dare l’assoluzione la posò sul  tavolino ch’eragli al fianco: andatosene si fermò dal Vicario per conferire di  un affare di premura.
Col sonno nelle palpebre il Verzella indi si avviò alla  stanza per cori-carsi. “E la chiave?…”. Non trovandosela nella tasca,  gironzolò per rin-tracciarla; si rammentò in fine di averla lasciata sulla  scrivania del vesco-vo. Che fare? svegliare Monsignore o passare la nottata in  piedi? Le due possibilità gli riuscivano molto incresciose. Dopo aver riflettuto  si scalzò e zitto zitto, di soppiatto, a tentoni entrò al buio nella cameretta
del vescovo con la speranza che già dormisse profondamente. Senonché aperta la  porta e fatti pochi passi, inciampò e con un brutto capitombolo precipitò su Monsignore, che giaceva disteso a terra. Il Santo rimase spaventato nel sentirsi addosso quel peso imprevisto, e don Verzella più che mai sbigottito, afferrata la chiave, scappò via in silenzio per non allarmare.
Il giorno dopo il  segretario cercava di non farsi vedere a causa dell’avventura notturna, ma alla  fine dovette pur presentarsi al vescovo per svolgere una pratica. Era arrossito  come un papavero di giugno. Il Santo gli disse con deliziosa ed arguta  ingenuità: “Don Felice, quando è notte, non andate girando per le camere degli  altri”.  (Oreste  Gregorio in Monsignore si diverte, p. 130-131).

4.  Vivere la settimana con la liturgia =  5-10 dicembre  2011 – II settimana di Avvento –  Liturgia delle Ore: II
Settimana

5  dicembre (lunedì) – Colore  liturgico viola.

  • – Pensiero dalle letture bibliche di oggi  = Ecco  il nostro Dio, egli viene a salvarci. – Il paralitico era stato portato a  Gesù, perché «la potenza del Signore gli faceva operare guarigioni». Il “perdono  dei peccati” che egli concede rivela che in lui non solo “opera” la potenza del  Signore, ma che il Signore è lui.
  • – Letture bibliche alla Messa di  oggi  =  Isaia 35,1-10; Salmo 84,9-14; Luca 5,17-26.
  • – Santi di oggi  =  San Saba; B. Nicola Stenone; B. Filippo Rinaldi. 

6  dicembre (martedì) – Colore  liturgico viola

  • – Pensiero dalle letture bibliche di oggi  =  Ecco, il nostro Dio viene con potenza. – La parabola della pecora smarrita va  letta nel contesto del discorso sulla “comunità” dei discepoli. Se uno dei  «piccoli che credono in Gesù» si smarrisce, bisogna andare a cercarlo: neanche  uno di loro si deve perdere.
  • – Letture bibliche alla Messa di  oggi  =  Isaia 40,1-11; Salmo 95,1-3.10-13; Matteo 18,12-14.
  • – Santi di oggi  =  San Nicola;  Sant’Asella; Sant’Obizio.

7 dicembre (mercoledì) – Colore liturgico bianco.

  • – Pensiero dalle letture bibliche di oggi  =  Benedici il Signore, anima mia. Il “giogo” della sequela di Gesù non è “dolce e  leggero” nel senso che non ci saranno persecuzioni, ma che queste saranno  illuminate dalla speranza, ossia saranno cariche di significato.
  • – Letture bibliche alla Messa di  oggi  = Isaia 40,25-31; Salmo 102,1-4.8.10; Matteo 11,28-30.
  • – Santi di oggi  =  Sant’Ambrogio, vescovo. Santa Maria Rossello.

8 dicembre (giovedì)  – Colore  liturgico bianco.

  • – Pensiero dalle letture bibliche di oggi  =   Abbiamo contemplato, o Dio, le meraviglie del tuo amore. Primizia della redenzione, Maria è illuminata dallo splendore di Cristo nel momento stesso nel quale Dio la elegge, ossia la predestina ad essere la madre del Redentore.
  • – Letture bibliche alla Messa di oggi  =  Genesi 3,9-15.20; Salmo 97,1-4; Efesini 1,3-6.11-12; Luca 1,26-38.
  • – Santi di oggi  = Immacolata Concezione B. Vergine Maria. Solennità.
    Abramo concepì  Isacco per la fede nella promessa di Dio “e divenne padre di molti popoli” (cf. Rm 4,18-22). Ugualmente Maria concepì Gesù per mezzo della fede. La concezione verginale di Gesù fu opera dello Spirito Santo, ma per mezzo della fede di Maria. È sempre Dio che opera, ma attraverso la collaborazione dell’uomo. Credere, infatti, è rispondere con fiducia alla parola di Dio, accogliere i suoi piani come se fossero propri e sottomettersi in obbedienza alla sua volontà per collaborarvi.
    La fede vuole sempre: 1) la fiducia in  Dio e 2) la professione di ciò che si crede, poiché “con il cuore si crede per ottenere la giustizia e con la bocca si fa la professione di fede per avere la salvezza” (Rm 10,10). Una volta riconosciuta vera la parola di Dio,  Maria credette alla concezione verginale di Gesù e credette pure alla volontà di Dio di salvare gli uomini peccatori, la volle e aderì a quel piano lasciandosi coinvolgere: “Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto” (Lc 1,38). Dalla sua fede quindi nacque Gesù e pure la Chiesa. Perciò, insieme ad Elisabetta che esclamò: “Beata colei che ha creduto all’adempimento delle parole del Signore” (Lc 1,45), ogni generazione oggi la proclama beata (cf. Lc 1,48).
    La Chiesa ha il compito di continuare nel mondo la missione materna di Maria, quella di comunicare il  Salvatore al mondo. Il cristiano di oggi deve fare proprio il piano di Dio  “il quale vuole che tutti gli uomini siano salvati” (1Tm 2,4), proclamando  la propria salvezza e lasciandosi attivamente coinvolgere nel portare la  salvezza al prossimo, poiché “in questo è glorificato il Padre mio: che  portiate molto frutto e diventiate miei discepoli (Gv 15,8). 

9 dicembre (venerdì) – Colore  liturgico viola

  • – Pensiero dalle letture bibliche di oggi  =   Chi ti segue, Signore, avrà la luce della vita. – La Sapienza di Dio si giustifica  nelle sue stesse opere, ma guai a coloro che non prestano loro attenzione o,  peggio, stravolgono il loro significato.
  • – Letture bibliche alla Messa di oggi  =  Isaia 48,17-19; Salmo 1,1-4.6; Matteo 11,16-19.
  • – Santi di oggi  =  San Juan Diego; San Siro; Santa Gorgonia.

10 dicembre (sabato) – Colore  liturgico viola.

  • – Pensiero dalle letture bibliche di oggi  =  Fa’ splendere il tuo volto, Signore, e noi saremo salvi. – Dio non manca di renderci attenti alla sua presenza e alla sua opera, come aveva fatto, nel passato, inviando Elia e, in seguito, Giovanni il Battista. Ma come sono stati accolti?
  • – Letture bibliche alla Messa di oggi  =  Siracide 48,1-4.9-11; Salmo 79,2-3.15-16.18-19; Matteo 17,10-13.
  • – Santi di oggi  = Madonna di Loreto; Santa Eulalia.

5.  Curiosità calabresi del passato
All’Immacolata – Filastrocca

O Cuncetta  Ammeculata,
Fusti gravita di Dio,
E più stritta apparicchiata;
San  Giuseppi santu e pio,
‘Nta lu filu di la notti,
Maria Santa parturìu,
Parturiu  ammenzu l’aggenti.
Nci fu la struggia di li ‘nnucenti;
Li ‘nnucenti ‘nta lu sonnu
Si risbigghiaru e vìttaru. jornu,
Unu cu ‘n’atru si chiamaru,
Mu nci levanu lu rigalu,
Pe’ vidiri lu Bambinellu
Ammenzu lu voi e l’asinellu.
E là nc’era San Giuseppi,
E nci dici: facci bella,
Facci d’omu alluminata,
La tua carni tantu pura
‘Nta la ‘strema mangiatura,
Si lu pigghia la Signura
E nci dici: Figghiu dilettu,
Comu io ti canterò:
Fa la ninna, la ninna ed oh
Fa la ninna, amatu Beni,
Fusti natu ‘nta li peni,
Tanti peni no si pònnu.
Fa la ninna e fa lu sonnu.
Quandu è ura di jiri a mmari,
Dormi, Figghiu, senza penzeru,
Pe’ la strata e pe’ la via,
Lu Bambinu piangìa :
Cara Mamma, vogghiu pani,
Cà su’ morti di la fami.
–  Cittu, Figghiu, no ciangìri
Cà mò jamu ‘nta ‘n Gittu
Arrivamu ‘nta la  cità
E ‘ncunu ndi faci la carità – (n.2929).
(S. Costantino di  Briatico)

Raffaele Lombardi Satriani
in  “Canti popolari calabresi” Volume IV
Napoli, Eugenio De Simone editore, 1933

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