Cultura e Società

La bisaccia del pellegrino

Rubrica religiosa settimanale a cura di P. Salvatore Brugnano

Pensieri sparsi per nutrire la mente e l’anima durante la settimana

 

Settembre 2011, terza settimana: 18-24 settembre

1. Vangelo della domenica 18 settembre – XXV Domenica T.O. – Anno A – «Andate anche voi nella vigna».
2. Aspetti della vita  – Alle radici cristiane dell’Europa.
3. Un incontro con S. Alfonso – Vescovo greco o latino?
4. Vivere la settimana con la liturgia =  19-24 settembre 2011.
5. Curiosità calabresi del passato  =  Alla Madonna del Rosario.

1. Vangelo della domenica –  ( Mt  20,1-16)
“Andate anche voi nella vigna
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola:
«Il regno dei cieli è simile a un padrone di casa che uscì all’alba per prendere a giornata lavoratori per la sua vigna. Si accordò con loro per un denaro al giorno e li mandò nella sua vigna. Uscito poi verso le nove del mattino, ne vide altri che stavano in piazza, disoccupati, e disse loro: “Andate anche voi nella vigna; quello che è giusto ve lo darò”. Ed essi andarono. Uscì di nuovo verso mezzogiorno e verso le tre, e fece altrettanto. Uscito ancora verso le cinque, ne vide altri che se ne stavano lì e disse loro: “Perché ve ne state qui tutto il giorno senza far niente?”. Gli risposero: “Perché nessuno ci ha presi a giornata”. Ed egli disse loro: “Andate anche voi nella vigna”.
Quando fu sera, il padrone della vigna disse al suo fattore: “Chiama i lavoratori e dai loro la paga, incominciando dagli ultimi fino ai primi”. Venuti quelli delle cinque del pomeriggio, ricevettero ciascuno un denaro. Quando arrivarono i primi, pensarono che avrebbero ricevuto di più. Ma anch’essi ricevettero ciascuno un denaro. Nel ritirarlo, però, mormoravano contro il padrone dicendo: “Questi ultimi hanno lavorato un’ora soltanto e li hai trattati come noi, che abbiamo sopportato il peso della giornata e il caldo”.
Ma il padrone, rispondendo a uno di loro, disse: “Amico, io non ti faccio torto. Non hai forse concordato con me per un denaro? Prendi il tuo e vattene. Ma io voglio dare anche a quest’ultimo quanto a te: non posso fare delle mie cose quello che voglio? Oppure tu sei invidioso perché io sono buono?”. Così gli ultimi saranno primi e i primi, ultimi».

Gesù ci svela quanto la sua logica sia diversa dalla nostra e la superi. Nella sua vigna c’è spazio per tutti e ogni ora può essere quella giusta. Così come ogni nostra situazione di vita deve essere la vigna che ci è affidata per curarla e metterla in grado di portare molto frutto e questo non per rinchiuderci egoisticamente in un ambito ristretto ma per riconoscerci, a partire dal concreto dell’esistenza, “lanciati sulle frontiere della storia”, per essere cioè veri evangelizzatori e missionari.
Siamo tutti pronti a riconoscerci tra gli operai che hanno accettato l’invito della prima ora, ma quale potrà essere la chiamata che il Signore ci riserva per l’ultima ora, per la sera della nostra vita?
Riconoscersi tra i chiamati alla salvezza deve significare renderci disponibili ad accogliere ogni chiamata, anche la meno gratificante, la più difficile e dolorosa. (La Chiesa.it).

Quante volte ci creiamo un’idea di Dio a nostra immagine? Il rischio è concreto, tanto che il profeta Isaia ci mette in guardia dal ridurre il Signore alla dimensione umana:
«I miei pensieri non sono i vostri pensieri, le mie vie non sono le vostre vie». E il profeta invita a tornare a Dio, ricco di misericordia, che si fa trovare da quanti lo cercano con cuore sincero. San Paolo, scrivendo ai Filippesi, è consapevole che Cristo sarà glorificato in lui sia che resti in vita, sia che muoia. San Matteo nel Vangelo parla del padrone che manda operai al lavoro nella sua vigna. Ma quelli che lavorano iniziano a giudicare il padrone, non tanto per le condizioni di lavoro, quantoper l’apparente ingiustizia che riscontrano. Perché, si chiedono, chi ha iniziato il turno al mattino presto deve ricevere lo stesso salario di quelli che sono arrivati all’ultimo momento? Cominciano, cioè, a ridurre il padrone alla loro dimensione, a farlo pensare con la loro mente, ad attribuirgli dei metri di giudizio misurati sui loro.
Ecco allora ritorna la parola di Dio: «I miei pensieri non sono i vostri pensieri, le mie vie non sono le vostre vie». A noi tocca avere fiducia in lui e non pretendere di capire perché il Signore è ugualmente buono con tutti. (Nicola Gori, in “La Domenica”).

 2. Aspetti della vita
Alle radici cristiane dell’Europa
Non possiamo capire l’Europa di oggi senza guardare a quella del passato e alle persone che tanto fecero per una geografia e una cultura europea come quelle che conosciamo oggi. Giovanni Paolo II ha ricordato che «la Chiesa di oggi avverte, con rinnovata responsabilità, l’urgenza… di aiutare l’Europa a costruire se stessa rivitalizzando le radici cristiane che l’hanno originata» (Ecclesia in Europa, 25).
Ugualmente Papa Benedetto XVI ha così confermato: «Il Vecchio Continente non dimentichi mai le radici cristiane che sono alla base del suo cammino e continui ad attingere dal Vangelo i valori fondamentali che assicurano la giustizia e la concordia» (Udienza generale del 24 novembre 2010).
Ogni Stato europeo è posto sotto la protezione di alcuni santi patroni scelti a volte dalla devozione popolare per le opere di carità da essi compiute e a volte perché richiamano l’identità nazionale; l’Europa stessa è stata posta sotto la protezione di alcuni santi che furono tra i principali protagonisti della sua evangelizzazione e per il profondo influsso e i valori culturali e religiosi che seppero trasmettere. Lungo i secoli tali figure hanno ispirato l’arte, la musica, la liturgia, la mistica, la religiosità popolare, lasciando segni indelebili nelle nazioni e città europee.
Ugualmente tramite essi si può scorgere il rapporto millenario e non sempre semplice tra Chiesa e Stato. La vita e l’operato dei santi patroni dell’Europa hanno contribuito a formare quella cultura europea che sta alla base dell’Europa politica, che oggi tanto faticosamente sta nascendo.
Ripercorrere la loro vita ci aiuta a riscoprirli come figure ancora attuali, capaci di indicare i sentieri su cui la civiltà occidentale e il cristianesimo possono continuare il loro cammino in questo nuovo millennio.
Giovanni Paolo II invocava con forza: «Europa, «ritorna te stessa. Sii te stessa. Riscopri le tue origini. Ravviva le tue radici!» ( Enrico M. Beraudo in “La Domenica”).

3. Un incontro con S. Alfonso
Vescovo greco o latino?
S. Alfonso anche da vescovo preferì andare vestito dimessamente, rifuggendo, per quanto possibile, gli abiti vescovili troppo vistosi.
Una volta si trovava a Napoli per affari del suo Istituto, attaccato violentemente da alcuni signorotti. «Portatosi dall’Em.mo cardinale Sersale per ossequiarlo lo trovò a cena. In sentire arrivato Mons. Liguori, il cardinale si alzò da tavola e con la salvietta appesa avanti al petto e gli occhi lagrimanti per la consolazione gli uscì incontro ed abbracciatolo festoso l’introdusse nel salotto, chiedendo: “Perché in Napoli?” – “Eminenza, passo guai per la Congregazione”. Ed espose il brutto quarto d’ora che attraversava.
E il cardinale, che aveva voglia di scherzare, rilevò: “Monsignore, ora mi sembrate vescovo greco, ora latino: potremmo insomma sapere cosa siete?”
La scherzosa domanda aveva origine dal fatto che il Santo si era presentato all’arcivescovado senza la mantelletta paonazza, che egli usava soltanto quando celebrava qualche funzione o predicava; in genere indossava la tonaca nera e stinta del missionario. E rivolgendosi a Mons. Sanseverino il Cardinale proseguiva  con buona vena: “Io non so come costui possa goderne il foro ed aversi per vescovo, se appena ne porta il segno”. Infatti altro distintivo non aveva che una crocetta pettorale assai modesta, che avrebbe sdegnato forse un Vicario apostolico vivente nelle terre più remote delle missioni tra gl’infedeli.
Il Cardinale nutriva per Alfonso indiscussa stima: gli concesse le facoltà necessarie per svolgere il suo apostolato nella capitale e soggiunse: “Voi siete l’arcivescovo di Napoli“. Quindi l’obbligò a predicare la novena dell’Assunta nella basilica costantiniana di santa Restituta, annessa alla cattedrale, a cui partecipò in persona con tutto il clero». (Oreste Gregorio in Monsignore si diverte, pp. 69-70).

4. Vivere la settimana con la liturgia =  (19-24 settembre)  XXV Settimana del Tempo Ordinario Liturgia delle Ore: I Settimana

19 settembre (lunedì) – Colore liturgico verde.

  • Pensiero dalle letture bibliche di oggi  =  Grandi cose ha fatto il Signore per noi. – Un invito a vivere in coerenza con i consigli evangelici è quello che Gesù rivolge a tutti noi. Ogni nostra opera buona o cattiva verrà manifestata. Da qui l’impegno a vivere alla luce della grazia divina.
  • – Letture bibliche alla Messa di oggi  =   Esdra 1,1-6; Salmo 125,1-6; Luca 8,16-18.
  • – Santi di oggi  =  San Gennaro; San Mariano; San Ciriaco.

 20 settembre (martedì) – Colore liturgico rosso.

  • Pensiero dalle letture bibliche di oggi  =  Andremo con gioia alla casa del Signore. – Il legame che nasce dal nostro rapporto con Cristo è più intimo di quello con i nostri familiari.
  • – Letture bibliche alla Messa di oggi  =  Esdra 6,7-8; 12b.14-20; Salmo 121,1-5; Luca 8,19-21.
  • – Santi di oggi  =  Santi Andrea Kim Taegon, sacerdote, Paolo Chong Hasang e compagni martiri coreani.

21 settembre (mercoledì) – Colore liturgico rosso.

  • Pensiero dalle letture bibliche di oggi  =  Per tutta la terra si diffonde il loro annuncio. – La festa di san Matteo ci ricorda la sua amicizia con Gesù. Lo seguì mentre predicava il Regno, lo vide guarire i malati, perdonare i peccatori, sanare nel corpo e nello spirito. Allo stesso modo, cominciò anch’egli a predicare e a testimoniare, fino a dare la vita al Maestro.
  • – Letture bibliche alla Messa di oggi  =  Efesini 4,1-7.11-13; Salmo 18,2-5; Matteo 9,9-13.
  • – Santi di oggi  =  San Matteo, apostolo ed evangelista. Santa Maura; B. Marco da Modena.

22 settembre (giovedì) – Colore liturgico verde.

  • Pensiero dalle letture bibliche di oggi  =   Il Signore ama il suo popolo. – Chi è questo Gesù di cui si parla tanto? È questa la domanda che si poneva Erode. Egli era curioso e voleva incontrare Gesù non per ascoltare la sua parola di salvezza, ma per controllare che non fosse un pericolo per il suo potere.
  • – Letture bibliche alla Messa di oggi  =  Aggeo 1,1-8; Salmo 149,1-6a. 9b; Luca 9,7-9
  • – Santi di oggi  =  San Maurizio; San Silvano; San Fiorenzo.

 23 settembre (venerdì) – Colore liturgico bianco.

  • Pensiero dalle letture bibliche di oggi  =  Spera in Dio, salvezza del mio volto e mio Dio. – Pietro dice a Gesù: «Tu sei il Cristo di Dio». In questa professione di fede sta tutta la forza e la ricchezza di questo uomo che ha scommesso la sua vita nel Maestro, lasciando tutto per mettersi al servizio del Regno.
  • – Letture bibliche alla Messa di oggi  =  Aggeo 1,15b – 2,9; Salmo 42,1-4; Luca 9,18-22.
  • – Santi di oggi  =  San Pio da Pietrelcina, sacerdote. Santi Zaccaria ed Elisabetta; San Lino.

24 settembre (sabato) – Colore liturgico verde.

  • Pensiero dalle letture bibliche di oggi  =  Il Signore ci custodisce come un pastore il suo gregge. – Gesù annuncia ai suoi discepoli la passione. Un senso di timore e di smarrimento coglie quanti lo seguono, ma nessuno osa chiedere oltre quello che Gesù annuncia loro. Nessuno vuole credere che il Messia sia diverso da come se lo immaginava.
  • – Letture bibliche alla Messa di oggi  =  Zaccaria 2,5-9.14; Salmo 31,10-12b.13; Luca 9,43b-45.
  • – Santi di oggi  =  Beata Vergine Maria della Mercede; Sant’Anatalo.

5. Curiosità calabresi del passato
Alla Madonna del Rosario

Madonna, bella mia de lu Risariu,
Divotamenti ti viegnu a pregari,
Avanti de li tua piedi gninocchiuni,
Cumu ‘na peccatura a dimmandari.
‘Ssa grazia chi ti circu mi la duni,
Liberari mi pozza d’ogne mali.
‘A Madonna rispunni e dici :
‘U risariu nun lassari,
Cà lu tiempu chi ci perditi,
Vi lu fazzu guadaguari.
All’ura de la morti
Diu ni manna la bona sciorti,
Diu ni manna la bona sira:
Santa requia alli muorti
E paci alli vivi.
(Acri)

Raffaele Lombardi Satriani
In “Canti popolari calabresi” Volume IV
Napoli, Eugenio De Simone editore, 1933 (n. 3038).

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