Cultura e Società

La bisaccia del pellegrino

Rubrica religiosa settimanale a cura di P. Salvatore Brugnano

Pensieri sparsi per nutrire la mente e l’anima durante la settimana

Agosto 2011, seconda settimana: 7-13 agosto

1. Vangelo della domenica 7 agosto – XIX Domenica T.O. – Anno A –  «Coraggio, sono io: non abbiate paura!»
2. Aspetti della vita  –   Giornata Mondiale dei Giovani a Madrid. 
3. Un incontro con S. Alfonso – Le ficedole
4. Vivere la settimana con la liturgia = 8-13 agosto 2011.
5. Curiosità calabresi del passato = San Giuseppe a Molochio (RC).

 1. Vangelo della domenica –   ( Mt 14,22-33)
«Coraggio, sono io: non abbiate paura!».

[Dopo che la folla ebbe mangiato], subito Gesù costrinse i discepoli a salire sulla barca e a precederlo sull’altra riva, finché non avesse congedato la folla. Congedata la folla, salì sul monte, in disparte, a pregare. Venuta la sera, egli se ne stava lassù, da solo.
La barca intanto distava già molte miglia da terra ed era agitata dalle onde: il vento infatti era contrario. Sul finire della notte egli andò verso di loro camminando sul mare. Vedendolo camminare sul mare, i discepoli furono sconvolti e dissero: «È un fantasma!» e gridarono dalla paura. Ma subito Gesù parlò loro dicendo: «Coraggio, sono io, non abbiate paura!».
Pietro allora gli rispose: «Signore, se sei tu, comandami di venire verso di te sulle acque». Ed egli disse: «Vieni!». Pietro scese dalla barca, si mise a camminare sulle acque e andò verso Gesù. Ma, vedendo che il vento era forte, s’impaurì e, cominciando ad affondare, gridò: «Signore, salvami!». E subito Gesù tese la mano, lo afferrò e gli disse: «Uomo di poca fede, perché hai dubitato?».
Appena saliti sulla barca, il vento cessò. Quelli che erano sulla barca si prostrarono davanti a lui, dicendo: «Davvero tu sei Figlio di Dio!».

Nel mare, con un vento contrario che ostacola la navigazione della fragile barca, i discepoli credono di vedere un fantasma venire verso di loro. Quella figura, che appare evanescente, priva di consistenza reale, è, invece, Gesù, che li invita a non aver paura e a fidarsi di lui, chiamando Pietro verso di sé e incoraggiando la sua poca fiducia.
È un episodio simbolico, che lascia trasparire il cammino della Chiesa nel mare agitato e tumultuoso del mondo: sempre insidiati dal mistero del male, a volte i discepoli di Cristo pensano che lui sia lontano.
Invece, il Signore si avvicina con discrezione, quasi un soffio leggero per non costringerci all’evidenza, ma sempre per suscitare e rinnovare la fede. Dà prova che, quando nella “barca della Chiesa” c’è lui, essa è certa di non soccombere alle potenze del peccato, perché pervasa dalla sua sovrabbondante misericordia.
E allora, con lo stesso slancio di Pietro, corriamo verso Gesù: anche se la nostra fede è spesse volte debole, egli la rinvigorirà e metterà pace nei nostri cuori, rendendoli caldi del suo amore e pronti alla testimonianza cristiana. (Tiberio Cantaboni , in “La Domenica”).

La paura e la mancanza di coraggio rappresentano un notevole ostacolo ad una vita di fede e d’amore.
Anche noi, proprio come gli apostoli sulla barca, possiamo lasciarci paralizzare dalla paura, che ci impedisce di vedere quanto Cristo ci sia vicino. Egli è l’Emmanuele, il Dio-con-noi, ed è anche il Dio della natura, che comanda alle tempeste e a tutte le forze distruttrici: “Egli annunzia la pace… La sua salvezza è vicina a chi lo teme” (Sal 85,9-10); anche quando ci sembra di essere su una barca a “qualche miglio da terra e… agitata dalle onde, a causa del vento contrario”, egli non è mai lontano da ognuno di noi.
Come san Pietro, dobbiamo essere pronti a rischiare la nostra sicurezza e l’eccessiva preoccupazione per noi stessi, se vogliamo che la nostra fede si rafforzi. Cristo dice ad ognuno di noi: “Vieni”. Per rispondere e per andare a lui, a volte, dobbiamo attraversare le acque della sofferenza.
Che cosa succede, allora, quando, sentendo la forza del vento, cominciamo ad avere paura e ad affondare? Per superare la paura si deve seguire l’esempio di Gesù: “Salì sul monte, solo, a pregare”. La fede si rafforza solo con una pratica regolare della preghiera.  (La Chiesa.it).

 2. Aspetti della vita
Imminente la Giornata Mondiale dei Giovani a Madrid.( 16-21 agosto)
Quest’anno ricorre il 25° della prima GMG celebrata a Roma nel 1985 e il 10° anniversario della GMG di Tor Vergata. Il tema della Giornata Mondiale dei Giovani è  “Radicati e fondati in Cristo, saldi nella fede” (Col 2,7).
Il Papa stesso, nel suo Messaggio per la GMG, ha indicato a tutti giovani la strada per prepararsi nel miglior modo alla GMG:

  • «Nel corso di quest’anno preparatevi intensamente all’appuntamento di Madrid con i vostri Vescovi, i vostri sacerdoti e i responsabili di pastorale giovanile nelle diocesi, nelle comunità parrocchiali, nelle associazioni e nei movimenti. La qualità del nostro incontro dipenderà soprattutto dalla preparazione spirituale, dalla preghiera, dall’ascolto comune della Parola di Dio e dal sostegno reciproco…
  • Cari giovani, imparate a “vedere”, a “incontrare” Gesù nell’Eucaristia, dove è presente e vicino fino a farsi cibo per il nostro cammino; nel Sacramento della Penitenza, in cui il Signore manifesta la sua misericordia nell’offrirci sempre il suo perdono.
  • Riconoscete e servite Gesù anche nei poveri, nei malati, nei fratelli che sono in difficoltà e hanno bisogno di aiuto.
  • Conoscetelo mediante la lettura dei Vangeli e del Catechismo della Chiesa Cattolica; entrate in colloquio con Lui nella preghiera, dategli la vostra fiducia: non la tradirà mai!

Non siamo credenti isolati, ma, mediante il Battesimo, siamo membri di questa grande famiglia, ed è la fede professata dalla Chiesa che dona sicurezza alla nostra fede personale. Il Credo che proclamiamo nella Messa domenicale ci protegge proprio dal pericolo di credere in un Dio che non è quello che Gesù ci ha rivelato.
Cristo non è un bene solo per noi stessi, è il bene più prezioso che abbiamo da condividere con gli altri.
Anche voi, se crederete, se saprete vivere e testimoniare la vostra fede ogni giorno, diventerete strumento per far ritrovare ad altri giovani come voi il senso e la gioia della vita, che nasce dall’incontro con Cristo!»

N.B. – Il Catechismo della Chiesa Cattolica ed il Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa si stanno diffondendo fra i giovani che desiderano conoscere le fonti della fede cristiana per una miglior testimonianza anche culturale nella società, nella politica, all’università.
 

3. Un incontro con S. Alfonso
Le ficedole
[uccelli]
Al principio dell’estate del 1763 sant’Alfonso si ammalò gravemente: le assidue fatiche ne avevano estenuata la fibra; forse aveva influito anche il clima. L’infermità prese una infausta piega tanto da far temere prossimo il decesso.
Nelle parrocchie e nei monasteri si pregava intensamente. I canonici e i medici locali davanti alla violenza del male ribelle ai rimedi somministrati gli raccomandarono di far venire da Napoli, la città di Esculapio, un archiatra valente. Alfonso si oppose dicendo che la sua vita. non meritava tanto e che si avvaleva con fiducia dei dottori paesani.
Ercole de Liguori appena n’ebbe notizia, volò al suo capezzale con due professori primari, i quali individuatane la causa con un’accurata diagnosi, gli prescrissero tra l’altro anche la china. L’amico Cav. Neroni gliene procurò in Caserta la più eccellente, che usavano in corte.
Le lagrime dei poveri ne affrettarono la guarigione più che i barattoli degli speziali.
Il segretario per vederlo presto rinvigorito lo sollecitò a farsi inviare da Napoli cibi migliori, ma egli ribattè: “Io mi devo avvalere dei prodotti che mi dà la diocesi: ad un vescovo non convengono cibi delicati e forestieri“. Don Verzella non azzardò altre proposte.
Mentre stava ancora a letto convalescente, il canonico Carlo Bruno gli portò in regalo alcune ficedole uccise nella caccia. Aveva un nipotino di circa 4 anni, muto, che condusse seco. Monsignore carezzò il bimbo e chiamò fratello Francesco perchè gli desse qualche chicca. Saputo che Tommasino non aveva proferito ancora alcuna parola, lo segnò sulla fronte; indi mostrandogli una immaginetta di Maria Vergine della Potenza e dandogliela a baciare, chiese: “Come si chiama?” Il mutino baciatala rispose speditamente: “La Madonna”.
Da quel punto gli si slegò la lingua, per cui non ebbe ulteriore impedimento in articolare le sillabe.
Il canonico piangendo per la gioia ringraziò il suo vescovo taumaturgo, che per occultare il prodigio si affannava a dir faceto: “Non è vero ch’è muto; era bensì la lingua bovina, ma questa a poco a poco si va a sciogliere”
L’intervento celeste era troppo potente; il miracolo in un attimo si sparse in S. Agata, contribuendo ad aumentare la venerazione già così viva verso il Prelato.
F. Zennaro nel 1872 riprodusse l’episodio nell’oratorio di S. Agnese a Venezia per l’Istituto Cavanis. (Oreste Gregorio in Monsignore si diverte, pp. 52-53)

4. Vivere la settimana con la liturgia =  (8-13 agosto)  XIX Settimana del Tempo Ordinario Liturgia delle Ore: III Settimana

8 agosto (lunedì) – Colore liturgico bianco.

  • Pensiero dalle letture bibliche di oggi  =  Celebra il Signore, Gerusalemme. – Gesù è consapevole dei giorni bui che lo attendono ma, in vista della Risurrezione, continua ad educarci ai rapporti corretti da tenere con le istituzioni religiose e politiche.
  • – Letture bibliche alla Messa di oggi  =   Deuteronomio 10,12-22; Salmo 147,12-15.19-20; Matteo 17,22-27.
  • – Santi di oggi  =  San Domenico, presbitero. Beato Vladimiro Laskowski.

 9 agosto (martedì) – Colore liturgico rosso.

  • Pensiero dalle letture bibliche di oggi  =  Ecco lo sposo: andate incontro a Cristo Signore. – Edith Stein – questo è il suo nome – va incontro a Cristo lungo le vie della filosofia, della fede e del martirio in un campo di sterminio: anche noi, in qualunque condizione, dobbiamo tenerci pronti alla venuta del Signore
  • – Letture bibliche alla Messa di oggi  = Osea 2,16b.17b.21-22; Salmo 44,11-12.14-17; Matteo 25,1-13.
  • – Santi di oggi  =  Santa Teresa Benedetta della Croce, vergine e martire, patrona d’Europa.

 10 agosto (mercoledì) – Colore liturgico rosso.

  • Pensiero dalle letture bibliche di oggi  =  Beato l’uomo che teme il Signore. – Il sangue versato dal diacono Lorenzo ricorda che chi perde la sua vita per Cristo in questo mondo, la conserverà in eterno.
  • – Letture bibliche alla Messa di oggi  =  2Corinti 9,6-10; Salmo 111,1-2.5-6.9; Giovanni 12,24-26.
  • – Santi di oggi  =  San Lorenzo, diacono della Chiesa di Roma e martire. San Blano; Sant’Agostino Ota.

 11 agosto (giovedì) – Colore liturgico bianco.

  • Pensiero dalle letture bibliche di oggi  =  Trema, o terra, davanti al Signore. – Imitiamo il Padre celeste: perdoniamo sempre, scusiamo di cuore gli altri, avendo pietà di coloro che invocano da noi misericordia.
  • – Letture bibliche alla Messa di oggi  =  Giosuè 3,7-10.11.13-17; Salmo 113A,1-6; Matteo 18,21 – 19,1.
  • – Santi di oggi  =  Santa Chiara, vergine. Santa Susanna; San Rufino; San Cassiano.

 12 agosto (venerdì) – Colore liturgico verde

  • Pensiero dalle letture bibliche di oggi  =  Il suo amore è per sempre. – Con Gesù sono profondamente trasformate tutte le relazioni, anche quelle tra uomo e donna: la coppia in comunione diviene il simbolo del dialogo tra Dio e l’umanità
  • – Letture bibliche alla Messa di oggi  =  Giosuè 24,1-13; Salmo 135,1-3.16-17.21-22.24; Matteo 19,3-12.
  • – Santi di oggi  =  Santa Giovanna Francesca de Chantal; Sant’Ercolano; Santa Leila

 13 agosto (sabato) – Colore liturgico verde.

  • Pensiero dalle letture bibliche di oggi  =  Tu sei, Signore, mia parte di eredità. – Ai bambini Gesù impone volentieri le sue mani. Soltanto chi si fa piccolo potrà accostarsi ai misteri del Regno dei cieli.
  • – Letture bibliche alla Messa di oggi  =    Giosuè 24,14-19; Salmo 15,1-2.5.7-8.11; Matteo 19,13-15.
  • – Santi di oggi  =  Santi Ponziano e Ippolito; San Giovanni Berchmans.

 5. Curiosità calabresi del passato
San Giuseppe a Molochio (RC)
A Molochio (RC) forte e viva è la devozione per San Giuseppe che salvò il paese da una invasione dei saraceni. Si racconta, infatti, che i saraceni giunsero a Molochio con l’intento di mettere a ferro e a fuoco il paese, essi dovettero, però, desistere dai loro propositi poiché una forza misteriosa gli impediva di impugnare le armi e quindi spaventati scapparono. Durante la festa a San Giuseppe abbiamo raccolto il canto seguente:

Voce: Lu diciannovi marzu ‘nu gigliu spampinau,
u nostru patriarca du cielu calau;
che bella sta sirata di stari in cumpagnia
o San Giuseppi Santu pregati u Diu pè mia.

Coro: Cu vinni e cu non vinni non vi dimenticati,
o San Giuseppi Santu no’ ‘ndi abbandunati!
Voce: Maria a rosa, Giuseppi u curi
Ca San Giuseppi esti u protetturi!

Coro: Cu vinni e cu non vinni non vi dimenticati,
o San Giuseppi Santu no’ ‘ndi abbandunati!
Voce: San Giuseppi giustu e Santu,
‘mbrazza portati u Spiritu Santu
e di Santi siti u maggiuri
‘mbrazza portati u nostru Signuri!
Coro: Cu vinni e cu non vinni non vi dimenticati,
o San Giuseppi Santu no’ ‘ndi abbandunati!
Voce: O San Giuseppi Santu miraculusu siti,
li grazii chi cercamu mu ‘ndi li cuncediti.
E cu ‘ndi voli grazii a San Giuseppi pemmu veni,
iju è miraculusu e li grazii i cuncedi.
Coro: Cu vinni e cu non vinni non vi dimenticati,
o San Giuseppi Santu non ‘ndi abbandunati!

Rocco Giuseppe Tassone
su www.messinaweb.eu
 

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