Rubrica religiosa settimanale a cura di P. Salvatore Brugnano
Pensieri sparsi per nutrire la mente e l’anima durante la settimana
Luglio 2011, quarta settimana: 24-30 luglio
1. Vangelo della domenica 24 luglio – XVII Domenica T.O. – Anno A – Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto…
2. Aspetti della vita – Il beato Giovanni Paolo II, patrono di un’Europa finalmente unita?
3. Un incontro con S. Alfonso – S. Alfonso e la musica: “Qui non stiamo a teatro!”
4. Vivere la settimana con la liturgia = 25-30 luglio 2011.
5. Curiosità calabresi del passato = Preghiere dell’antico Calabrese
1. Vangelo della domenica – ( Mt 13,44-52)
Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto…
In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli: «Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto nel campo; un uomo lo trova e lo nasconde; poi va, pieno di gioia, vende tutti i suoi averi e compra quel campo.
Il regno dei cieli è simile anche a un mercante che va in cerca di perle preziose; trovata una perla di grande valore, va, vende tutti i suoi averi e la compra.
Ancora, il regno dei cieli è simile a una rete gettata nel mare, che raccoglie ogni genere di pesci. Quando è piena, i pescatori la tirano a riva, si mettono a sedere, raccolgono i pesci buoni nei canestri e buttano via i cattivi. Così sarà alla fine del mondo. Verranno gli angeli e separeranno i cattivi dai buoni e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti.
Avete compreso tutte queste cose?». Gli risposero: «Sì». Ed egli disse loro: «Per questo ogni scriba, divenuto discepolo del regno dei cieli, è simile a un padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche».
«Le tre similitudini del “regno dei cieli” – il tesoro, la perla e la rete – si completano a vicenda. Poiché gli uomini sono «predestinati ad essere conformi all’immagine del Figlio suo», ossia “figli nel Figlio”, noi realizziamo il regno nella misura in cui viviamo la filiazione divina. È proprio la “filiazione divina” il tesoro nascosto, la perla di grande valore. Coloro che hanno scoperto questo non hanno altra alternativa. Discepoli di Gesù sono coloro che comprendono queste cose e che gli dicono: “sì”. Quanta sapienza c’è in questo “sì”! . Quanta sapienza c’è in questo “sì”! Come modello ci viene proposto Salomone, che non si è lasciato ingannare dal desiderio di una lunga vita, della ricchezza o della vittoria sui nemici. (Tarcisio Stramare, in “La Domenica”).
San Tommaso d’Aquino, il grande teologo del Medioevo, utilizza un’immagine: noi uomini siamo come una freccia già in piena corsa. Un altro ha preso la mira e ha tirato. Non spetta più a noi cercare un obiettivo: è già stabilito. E dove va questa freccia di cui il Creatore ha stabilito l’obiettivo? Ecco la risposta: la freccia corre verso il bene, e dunque verso la felicità. Dio, e la felicità di essere presso di lui, corrispondono alla più profonda aspirazione dell’uomo. Come il ruscello scorre naturalmente verso il mare, così l’uomo è in cammino verso Dio.
Il Regno dei cieli è proprio ciò che si cerca nel profondo del cuore. È come un tesoro di cui si scopre l’esistenza. È come una perla, la perla delle perle che il mercante ha cercato per tutta la sua vita. Se il mercante raggiunge il suo obiettivo, non è grazie alla sua tenacia, ma perché ciò gli è concesso in dono. Tuttavia il regno dei cieli non ci è tirato in testa. Bisogna impegnarsi personalmente, essere pronti anche a sacrificare tutto. Ma non per una cosa estranea. È ciò che abbiamo di più personale, e al tempo stesso un dono. E bisogna saper cogliere questo dono; bisogna essere pronti. Quando si raggiunge l’obiettivo bisogna esultare di indescrivibile gioia. (La Chiesa.it).
2. Aspetti della vita
Il beato Giovanni Paolo II, patrono di un’Europa finalmente unita?
Martedì 12 luglio 2011 l’ambasciatrice della Polonia presso la Santa Sede, Hanna Suchocka, ha espresso il desiderio che il beato Giovanni Paolo II diventi il patrono di un’Europa finalmente unita. Il segretario vaticano per i Rapporti con gli Stati, monsignor Dominique Mamberti, ha presieduto nella Basilica di San Pietro una Messa per la Polonia e per il futuro dell’Europa, alla presenza degli ambasciatori accreditati presso la Santa Sede. La celebrazione ha avuto luogo su iniziativa dell’ambasciatrice polacca: la Polonia ha iniziato il 1° luglio la sua presidenza dell’Unione Europea.
Al termine della Messa, monsignor Mamberti e i membri del corpo diplomatico si sono raccolti in preghiera davanti alla tomba del beato Giovanni Paolo II.
La Suchocka ha ringraziato i partecipanti e ha espresso il desiderio che il Papa polacco possa essere considerato da tutti il “patrono di un’Europa unita e capace di respirare pienamente con i suoi due polmoni”.
Nella sua omelia, monsignor Mamberti ha ricordato l’urgenza di un ritorno ai valori della solidarietà e della fraternità in Europa, lanciando un “avvertimento contro la perdita delle radici europee” e “una chiamata alla conversione”. Ha poi lamentato: “Accecati dal progresso e dal benessere, gli uomini di oggi non si interessano che dei beni materiali e dimenticano Dio, o vivono come se non esistesse”.
Il presule ha quindi raccomandato di ispirarsi all’esempio di San Benedetto, patrono d’Europa. Il giorno dopo la festa liturgica di questo santo, monsignor Mamberti ha esortato il “Vecchio Continente” a “trovare nella sua cultura e nelle sue radici la forza necessaria per la rinascita spirituale e umanista”.
“Il giorno del giudizio dovremo rendere conto non solo dei peccati commessi, ma anche delle grazie ricevute che non abbiamo fatto fruttare”. (Anita S. Bourdin su Zenit.org)
3. Un incontro con S. Alfonso
S. Alfonso e la musica: “Qui non stiamo a teatro!”
S. Alfonso non era un conservatore per costituzione, sempre all’erta per impedire col pastorale ogni progresso come se lo intagliano i superstiti epigoni dell’illuminismo. Egli Reagiva agli abusi, ed era nel suo diritto, compiendo un sacrosanto dovere.
“Napoletanissimo nelle midolla”, lo qualifica Gennaro Auletta in uno scorcio; non è certamente passato alla storia per la sua attività musicale: è menzionato nei repertori pel Duetto composto nel 1760. L’operetta originale custodita nel British Museum di Londra è ritenuta da musicologici autorevoli per le chiare doti stilistiche ed organiche uno dei saggi più pregevoli della letteratura musicale religiosa del Settecento italiano.
Sant’Alfonso amò il suono e il canto come elementi di non scarso valore e li adoperò nelle missioni popolari, per le quali compose ritmi graziosi. Maturo negli anni attestò con lealtà: “La musica mi piace, e da borghese vi sono stato applicato“. Non fu un’applicazione superficiale che si fermava alle ariette idilliche: ebbe per un triennio maestro nel contrappunto il celebre Gaetano Greco, dalla cui scuola uscirono Durante e Pergolesi. Con finezza consapevole notava: “La musica è un’arte che se non si possiede perfettamente, non solo non alletta, ma positivamente dispiace”. Sembra che la frase incisiva mantenga la sua efficacia nel corrente secolo nucleare.
Non ammetteva il canto figurato artificioso, spruzzante sospiri, mentre si svolgevano le funzioni, specialmente nelle chiese delle monache. Esigeva arte seria secondo la legislazione canonica: “Gli editti si fanno perché si osservino, non perché impiastrino la sagrestia“.
Il Santo si opponeva al rococò musicale nelle chiese dei monasteri di clausura e più particolarmente agli “a solo”, perché erano un richiamo di cicisbei. Ci si accorreva di fatti non per devozione cristiana ma per sentire la voce di Suora Angelica o di Suor Semplicia. I pettegolezzi creavano grave distrazione e pericoli alle ingenue claustrali.
In occasione di una festa a S. Maria a Vico Monsignore fu invitato a predicare. Un diacono, che aveva frequentato un conservatorio musicale napoletano, credendo di fargli piacere, intonò una litania figurata con interminabili ghirigori di voce sul tipo di quelle di Porpora o di Feo. Immaginava nello sfoggio di gorgheggi: un tenore come questo non l’avrà mai sentito… Il vescovo frenando l’indignazione, dopo il Kyrie accostatosi lo stimmatizzò senza tanti complimenti: “Qui non stiamo a teatro. Tale canto non genera divozione, ma dissipazione nel popolo“. E gl’impose di seguitarla in tono gregoriano, che riputava come una specie di “vangelo musicale”. La casa di Dio è casa di preghiera e non una platea per ridere e sbadigliare.
Una volta egli si trovava in sacra visita. Alla funzione serotina il parroco intonò il Tantum ergo con voce stonata, e i fedeli risero. “Oh Dio, esclamò il Santo, ho faticato mezz’ora per farli piangere, e voi con un’ aperta di bocca li avete fatto ridere, e fatto perdere tutto“. . (Oreste Gregorio, Monsignore si diverte... Valsele Tipografica – Napoli 1987, pp.46-48)
4. Vivere la settimana con la liturgia = (25-30 luglio) XVII Settimana del Tempo Ordinario Liturgia delle Ore: I Settimana
25 luglio (lunedì) – Colore liturgico rosso.
- – Pensiero dalle letture bibliche di oggi = Chi semina nelle lacrime mieterà nella gioia. – L’apostolo è anzitutto un testimone. E la testimonianza più alta, come indica la parola greca martyría, è il dono della vita. L’apostolo Giacomo è il primo tra gli apostoli ad aver bevuto il calice della passione.
- – Letture bibliche alla Messa di oggi = 2Corinti 4,7-15; Salmo 125,1-6; Matteo 20,20-28.
- – Santi di oggi = San Giacomo, apostolo. San Cristoforo; Santa Valentina.
26 luglio (martedì) – Colore liturgico bianco.
- – Pensiero dalle letture bibliche di oggi = Il Signore gli darà il trono di Davide suo padre. – Celebriamo oggi i genitori della Vergine Maria, e quindi anche nonni di Gesù. Il nome di questi giusti, conservato da un’antichissima tradizione, «vive per sempre».
- – Letture bibliche alla Messa di oggi = Siracide 44,1.10-15; Salmo 131,11.13-14.17-18; Matteo 13,16-17.
- – Santi di oggi = Santi Gioacchino e Anna, genitori della beata Vergine Maria; Beato Tito Brandsma.
27 luglio (mercoledì) – Colore liturgico verde.
- – Pensiero dalle letture bibliche di oggi = Tu sei santo, Signore, nostro Dio. – Il regno di Dio è un tesoro da scoprire, una perla preziosa da trovare. Non è fatto per uomini pavidi e indolenti: chiede ricerca, scelte coraggiose, una totale dedizione.
- – Letture bibliche alla Messa di oggi = Esodo 34,29-35; Salmo 98,5-7.9; Matteo 13,44-46.
- – Santi di oggi = San Simeone; San Pantaleone; Beato Raimondo Palmerio..
28 luglio (giovedì) – Colore liturgico verde.
- – Pensiero dalle letture bibliche di oggi = Quanto sono amabili le tue dimore, Signore degli eserciti! – L’immagine della rete è suggestiva per le nostre comunità cristiane. Dobbiamo “fare rete” per raccogliere quante più persone attorno al Cristo. Solo al giudizio finale si opererà la distinzione tra chi è veramente unito al Signore e chi non lo è.
- – Letture bibliche alla Messa di oggi = Esodo 40,16-21.34-38; Sal 83,3-6.11; Matteo 13,47-53.
- – Santi di oggi = Santi Nazario e Celso; San Pietro Poveda Castroverde.
29 luglio (venerdì) – Colore liturgico bianco
- – Pensiero dalle letture bibliche di oggi = Gustate e vedete com’è buono il Signore. – La memoria odierna ci ricorda il grande valore dell’ospitalità. Marta ha ospitato con gioia in casa sua a Betania il Signore Gesù. Ma anche noi possiamo accoglierlo in ogni fratello che bussa alla porta del nostro cuore.
- – Letture bibliche alla Messa di oggi = 1Gioavnni 4,7-16; Salmo 33,2-11; Giovanni 11,19-27.
- – Santi di oggi = Santa Marta: San Felice; San Lupo; Beato Luigi Martin.
30 luglio (sabato) – Colore liturgico verde.
- – Pensiero dalle letture bibliche di oggi = Ti lodino i popoli, o Dio, ti lodino i popoli tutti. – Oggi come ai tempi di Gesù, è pericoloso dire ai potenti: «Non ti è lecito!». Chiediamo a Giovanni Battista il coraggio di essere testimoni della verità.
- – Letture bibliche alla Messa di oggi = Levitico 25,1.8-17; Salmo 66,2-3.5.7-8; Matteo 14,1-12.
- – Santi di oggi = San Pietro Crisologo; San Leopoldo Mandic; Santa Donatella.
5. Curiosità calabresi del passato
Preghiere del Calabrese (da Laureana di Borrello)
1.Preghiera del mattino
Gesù, quandu mi levu la matina
dicitimmìllu Vui com’hàju a ffari;
mandàtimi l’Angelu pe’ guida,
pe’ nommu cadu ‘n peccatu mortali.
2. Preghiera della sera
Gesù mio, sàcciu la curcata
ma non sàcciu la levata:
l’anima mia cu’ Vui è raccumandata;
ca’ se lu nemicu venissi
e jeu non lu sentissi,
Vi fazzu la curpa mia
ora pe’ tandu.
3. Preghiera alla Santa Vergine
Vàju pe’ la strata e pe’ la via
e m’affrùntanu Gesù e Maria:
“Bongiornu a Vui, Rigina,
tuttu lu mundu pe’ Vui s’inchina
e sempri s’inchinerà
pe’ la Vostra dignità;
ca’ Vui siti la mamma
e Vostru Figliu è gigliu:
prima salutu la Matri
e po’ lu Figliu!
(da http://digilander.libero.it/pietates)