Rubrica religiosa settimanale
a cura di P. Salvatore Brugnano
Dicembre 2010, quinta settimana: 26-dicembre 2010 -1 gennaio 20110
1. Vangelo della domenica 26 dicembre – Festa della Sacra Famiglia – Anno A – «Prendi con te il bambino e sua madre e fuggi in Egitto».
2. Aspetti della vita – Le famiglie infelici.
3. Un insegnamento di S. Alfonso – I genitori di Alfonso.
4. Vivere la settimana con la liturgia = 27 dicembre – 1 gennaio
5. Saggezza calabrese = La festa di Natale
1. Vangelo della domenica – Mt 2,13-15.19-23
«Prendi con te il bambino e sua madre e fuggi in Egitto».
I Magi erano appena partiti, quando un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe e gli disse: «Àlzati, prendi con te il bambino e sua madre, fuggi in Egitto e resta là finché non ti avvertirò: Erode infatti vuole cercare il bambino per ucciderlo». Egli si alzò, nella notte, prese il bambino e sua madre e si rifugiò in Egitto, dove rimase fino alla morte di Erode, perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: «Dall’Egitto ho chiamato mio figlio».
Morto Erode, ecco, un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe in Egitto e gli disse: «Àlzati, prendi con te il bambino e sua madre e va’ nella terra d’Israele; sono morti infatti quelli che cercavano di uccidere il bambino». Egli si alzò, prese il bambino e sua madre ed entrò nella terra d’Israele. Ma, quando venne a sapere che nella Giudea regnava Archelao al posto di suo padre Erode, ebbe paura di andarvi. Avvertito poi in sogno, si ritirò nella regione della Galilea e andò ad abitare in una città chiamata Nàzaret, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo dei profeti: «Sarà chiamato Nazareno».
Contempliamo la Santa Famiglia e, nelle parole del vangelo di questa festività, consideriamo Gesù, Maria e Giuseppe. Subito dopo l’adorazione dei Magi, Matteo narra nel suo Vangelo la fuga in Egitto, la strage degli innocenti e il ritorno dall’Egitto: tre episodi collegati alla storia della Santa Famiglia e presentati nel Vangelo come altrettanti compimenti di profezie dell’Antico Testamento. L’angelo del Signore è apparso in sogno a Giuseppe e gli ha detto: “Alzati, prendi con te il bambino e sua madre e fuggi in Egitto, e resta là finché non ti avvertirò, perché Erode sta cercando il bambino per ucciderlo”.
Dio, colui che è il Salvatore, agisce in diversi modi. Un tempo aveva salvato un altro Giuseppe, sempre in Egitto, facendo sì che sfuggisse ai suoi fratelli, uscisse dalla prigione e avesse, infine, autorità e potere per aiutare i suoi fratelli e l’intera famiglia di Giacobbe, suo padre. Davvero Dio salva in diversi modi. Questa volta salva la Santa Famiglia grazie all’aiuto di un altro “giusto”: san Giuseppe, spinto ad obbedire alle parole dell’angelo proprio dalla sua fiducia nel disegno divino e nel compimento della volontà celeste.
“Giuseppe, destatosi, prese con sé il bambino e sua madre nella notte e fuggì in Egitto”, proprio mentre Betlemme e i dintorni stavano per risuonare di pianti e lamenti, provocati dalla strage degli innocenti. Dopo la morte di Erode, sempre obbedendo alle parole dell’angelo, Giuseppe ritorna dall’Egitto, portando con sé Gesù e Maria, per stabilirsi a Nazaret.
La fede in Dio e l’obbedienza alla sua parola possono cambiare il cammino della nostra vita. Così, è per la nostra salvezza che Dio ha salvato la Santa Famiglia. (cf LaChiesa.it)
La Sacra Famiglia non è esentata dai drammi e dai pericoli, ma rimane salda e ferma nell’unità e nella fiducia in Dio. Mi viene in mente quel brano del Vangelo dove Gesù prende ad esempio due case, una costruita sulla roccia e una sulla sabbia (Matteo 7,24-27).Entrambe le case sono scosse e investite dagli stessi elementi della natura. Una crolla e l’altra non crolla. I due diversi destini non sono determinati da fortune diverse ma dalla diversa base che le due case hanno. Il Vangelo ci parla che la famiglia di Giuseppe, Maria e Gesù è solida internamente e non tanto da quello che gli altri fuori vedono e da quello che capita loro. La loro solidità è data dalla Parola di Dio che abita nel cuore di Giuseppe e di Maria.
Ognuno di noi e ogni nostra famiglia si può specchiare con questa Famiglia che chiamiamo Sacra, non perché lontana da noi, ma perché è un dono di Dio. Possiamo specchiarci in questa famiglia vedendoci dentro i nostri drammi e le difficoltà che spesso tendono a farci crollare. Possiamo però anche vedere nella Famiglia di Nazareth un segno di speranza e di pace. Se lasciamo che sia la Parola di Dio a guidarci, se mettiamo gli insegnamenti di Gesù come base, allora anche se esteriormente siamo battuti e perseguitati, anche se la sorte sembra accanirsi contro di noi, possiamo rimanere saldi e forti e possiamo trovare sempre una strada e un senso (Giovanni Berti).
2. Aspetti della vita
Le famiglie infelici
Le famiglie felici si somigliano tutte; le famiglie infelici sono infelici ciascuna a modo suo.
La liturgia ci propone la festa della Santa Famiglia. Una certa oleografia (penso, ad esempio, a una tela del Murillo, reiterata in mille copie) la presenta come un delizioso quadretto di luminosa serenità, un po’ come accade alla “posa” di certe fotografie nuziali. In realtà, se stiamo ai Vangeli, le vicende della famiglia di Nazaret non furono né quiete né “domestiche”, fin dagli inizi.
Proprio su questa rappresentazione tutt’altro che idilliaca, ho voluto proporre una frase che m’è rimasta in mente da sempre, dalla lettura di quel grandioso romanzo che è l’Anna Karenina di Tolstoj, un testo che scava in profondità i drammi della coppia, in particolare quelli di Anna e di Vronskij (ma non solo: c’è anche la difficile vicenda matrimoniale del fratello di Anna e quella di un’altra coppia, Kitty e Levin).
Il grande scrittore russo, sulla base anche della sua esperienza personale, ci ricorda che, se la felicità ha una sua semplicità, l’infelicità familiare ha una complessità che esige un’attenzione specifica. L’esito del romanzo, come è noto, è tragico perché il suicidio della Karenina suggella un rapporto tormentato e lacerante. È, dunque, importante affrontare la crisi di coppia mai con superficialità, né è giusto lasciare sola una famiglia in difficoltà. Ogni vicenda in questo ambito ha una sua identità: non si può ricorrere a schemi psico-sociologici, è necessario coinvolgere tutte le energie interne ed esterne, bisogna con pazienza e amore ritessere le fila degli squarci, non si deve risparmiare tempo e ascolto. Ed è solo con questo realismo intrecciato alla delicatezza che si ricostruisce l’unità, senza lasciarsi andare subito verso la deriva dello scoraggiamento o dell’atteggiamento dimissionario. (Card. Gianfranco Ravasi).
3. Un insegnamento di S. Alfonso
I genitori di Alfonso
Padre di Alfonso fu D. Giuseppe Liguori, ottimo soldato, e Capitano delle Galere di Napoli. Egli unì alla nobiltà de’ natali un viver esemplare, e tutto cristiano; frequentava le Chiese e i Sacramenti; e fu esente da quei trasporti militari, che talvolta mettono in dimenticanza l’onore di Dio e la propria Anima. Andando per mare colle Galere, il suo stanzino sembrava una cella di monaco: oltre l’esser piena d’immagini sante, portava con sé quattro statuette di Gesù appassionato, che poi donò alla nostra Casa di Ciorani; cioè Cristo all’Orto, alla Colonna, mostrato al Popolo, e colla Croce sulle spalle; e diceva che da questa sua divozione a Gesù addolorato ricevuto avea delle molte grazie e singolari. Era poi D. Giuseppe nemico di conversazioni per se pericolose e non ometteva quelle divozioni che sono proprie e che fanno la caratteristica di un Cavalier Cristiano.
Madre di Alfonso fu D. Anna Cavaliere, Dama troppo cara a Dio e di un merito assai singolare. Ella era figlia di un Padre e di una Madre amendue Santi: il padre D. Federico Cavaliere e la Madre D. Elena di Avernia, nobile di origine spagnuola. Sono troppo note in Napoli le rare qualità di Donna Anna: era donna di orazione, amante de’ poveri, e nemica di se medesima; affligevasi di continuo con frequenti digiuni, con cilizi e flagellazioni e con altri mezzi di eroica penitenza. Non fu mai a teatri, nè fu amante di conversazioni; ma attendeva in casa a Dio ed a se stessa. Soprattutto vedevasi sollecita per la cura de’ figli, e nel soddisfare i doveri di sposa.
Tali furono in santità segnalati gli antenati di Alfonso, che esser doveva uno de’ maggiori luminari nella Chiesa di Gesù Cristo: animato da una santità trasfusa e quasi ereditata da’ suoi Maggiori. (Tannoia, pag. 3)
4. Vivere la settimana con la liturgia = 20-25 dicembre – Quarta settimana di Avvento – Liturgia delle Ore: IV settimana
27 dicembre (lunedì)– Pensiero dalle letture bibliche di oggi = Gioite, giusti, nel Signore. – Le tappe per ottenere la vita divina sono l’incontro del Signore, il farne esperienza, il darne testimonianza e la comunione con i fratelli che fa nascere la gioia.
– Letture bibliche alla Messa di oggi = 1G iovanni 1,1-4; Salmo 96,1-2.5-6.11-12; Giovanni 20,2-8.
– Santi di oggi = San Giovanni apostolo ed evangelista; Santa Fabiola.
28 dicembre (martedì)– Pensiero dalle letture bibliche di oggi = Chi dona la sua vita risorge nel Signore. Oppure: A te grida, Signore, il dolore innocente. – I racconti dell’infanzia di Gesù sono riletti da Matteo sulla falsariga di Mosè: la nascita e l’uccisione di bambini innocenti, il recarsi in Egitto e l’adempimento della parola «dall’Egitto ho chiamato mio figlio».
– Letture bibliche alla Messa di oggi = 1 Giovanni 1,5 – 2,2; Salmo 123,2-5.7-8; Matteo 2,13-18
– Santi di oggi = Santi Innocenti martiri; San Gaspare del Bufalo.
29 dicembre (mercoledì)– Pensiero dalle letture bibliche di oggi = Gloria nei cieli e gioia sulla terra. – Il Bambino di Betlemme non è solo luce e salvezza per tutte le genti, colui che farà trionfare la vita sulla morte, ma anche segno di contraddizione.
– Letture bibliche alla Messa di oggi = 1 Giovanni 2,3-11; Salmo 95,1-35b-6; Luca 2,22-35.
– Santi di oggi = San Tommaso Becket; San Davide pr.; San Ruggero.
30 dicembre (giovedì)– Pensiero dalle letture bibliche di oggi = Gloria nei cieli e gioia sulla terra. Oppure: Lode, a te, Signore, re di eterna gloria. – La profetessa Anna come il credente, vedendo Gesù, loda Dio, poiché chi crede in Cristo non appartiene al mondo, ma a Dio.
– Letture bibliche alla Messa di oggi = 1 Giovanni 2,12-17; Salmo 95,7-9.10; Luca 2,36-40.
– Santi di oggi = San Felice I; San Giocondo; Beata Eugenia Ravasco.
31 dicembre (venerdì)– Pensiero dalle letture bibliche di oggi = Gloria nei cieli e gioia sulla terra. Oppure: Tutti i confini della terra hanno visto la salvezza del nostro Dio. – Voltandosi a guardare l’anno che sta per compiersi il cristiano vi scorge la mano di Dio che l’ha sorretto e guidato e apre il proprio cuore per ringraziarlo dei doni.
– Letture bibliche alla Messa di oggi =1 Giovanni 2,18-21; Salmo 95,1-2.11-13; Giovanni 1,1-18.
– Santi di oggi = San Silvestro I; Santa Caterina Labouré.
1 gennaio 2011 (sabato) SOLENNITA’ della Madre di Dio
Dopo otto giorni gli fu messo nome Gesù.
+ Dal Vangelo secondo Luca (2,16-21)
In quel tempo, [i pastori] andarono, senza indugio, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia. E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro.
Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette loro dai pastori. Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore. I pastori se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com’era stato detto loro.
Quando furono compiuti gli otto giorni prescritti per la circoncisione, gli fu messo nome Gesù, come era stato chiamato dall’angelo prima che fosse concepito nel grembo.
5. Saggezza calabrese
La festa di Natale
No’ nc’è nottata filici e giocunda
Bella comu la notti di Natali!
Nasciu lu Ridinturi di lu mundu
Ammenzu a S. Giuseppe e dui animali.
La notti di Natali
E’ ‘na festa principali,
Ca nasciu nostru Signuri
Nta ‘na povira mangiatura
Cu lu goi e l’asineju,
San Giuseppi lu vecchiareju.
Quant’è bejia la notti di Natali!
Ca parturiu Maria nzenza duluri,
Mbiatu cù la vaci a visitari,
Fici ‘nu Figghiu ch’è dignu d’amuri
(da Giuseppe Chiapparo, Etnografia di Tropea, Scritti demologici e storici, a cura di Giuseppe Carone.)
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