Rubrica religiosa settimanale a cura di P. Salvatore Brugnano
Pensieri sparsi per nutrire la mente e l’anima durante la settimana
Dicembre 2013, terza settimana: 15-21 dicembre
1. Vangelo della domenica 15 dicembre = “Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?”
2. Aspetti della vita = Papa Francesco è la “persona dell’anno”.
3. Le Opere di S. Alfonso = 1758 – Novena del Natale.
4. Vivere la settimana con la liturgia = 16-21 dicembre 2013.
5. Novena di Natale con le Antifone maggiori.
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1. Vangelo della domenica – (Mt 11,2-11).
“Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?”.
In quel tempo, Giovanni, che era in carcere, avendo sentito parlare delle opere del Cristo, per mezzo dei suoi discepoli mandò a dirgli: «Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?». Gesù rispose loro: «Andate e riferite a Giovanni ciò che udite e vedete: I ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciato il Vangelo. E beato è colui che non trova in me motivo di scandalo!».
Mentre quelli se ne andavano, Gesù si mise a parlare di Giovanni alle folle: «Che cosa siete andati a vedere nel deserto? Una canna sbattuta dal vento? Allora, che cosa siete andati a vedere? Un uomo vestito con abiti di lusso? Ecco, quelli che vestono abiti di lusso stanno nei palazzi dei re! Ebbene, che cosa siete andati a vedere? Un profeta? Sì, io vi dico, anzi, più che un profeta. Egli è colui del quale sta scritto: “Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero, davanti a te egli preparerà la tua via”.
In verità io vi dico: fra i nati da donna non è sorto alcuno più grande di Giovanni il Battista; ma il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui».
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La risposta di Gesù alla domanda che pongono i discepoli di Giovanni non è senza equivoci. Ma quando dà la sua risposta, le sue parole fanno pensare a quelle di un profeta. Bisogna che diventi manifesto che in Gesù si compiono le speranze passate anche se molte cose restano ancora incompiute. Non tutti i malati sono stati guariti, non tutto è diventato buono. Ecco perché si legge in conclusione questo ammonimento: “Felice colui che non abbandonerà la fede in me (che non si scandalizza di me)”.
Quanto a coloro ai quali questo non basta, Gesù domanda loro che cosa di fatto sono venuti a vedere. Poiché di persone vestite bene se ne trovano dappertutto. Ma se è un profeta che volevano vedere, l’hanno visto! Hanno avuto ragione di andare a trovare Giovanni Battista, poiché la legge e i profeti lo avevano designato. Eppure la gente lo ha seguito come farebbero dei bambini che ballano sulla piazza del mercato senza preoccuparsi di sapere chi suona il flauto. Di fatto gli uomini non sanno quello che vogliono. Essi corrono dietro a chiunque prometta loro del sensazionale. (da Chiesa.it).
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Accogliamo il vangelo della gioia – Gesù agli inviati del Battista, in carcere, risponde che la sua missione è rivolta ai poveri e a quelli che non contano. È l’esultanza la nota di questa domenica, chiamata Gaudete, cioè “rallegratevi”, perché il Natale del Signore è vicino. Alla gioia proclamata da Isaia (I Lettura): «Si rallegrino il deserto e la terra arida», fa eco la seconda lettura nella quale l’apostolo Giacomo raccomanda: «Rinfrancate i vostri cuori, perché la venuta del Signore è vicina!».
Il Vangelo, nella persona del Battista, ci presenta la caratteristica della gioia cristiana: non ha nulla di squillante, ma porta con sé i tratti del dubbio, del dolore, abitati però dalla speranza. Infatti, il Battista, nel buio del suo carcere, ha un momento di smarrimento e manda a chiedere se sia Gesù il Messia atteso. Teme di essersi sbagliato. Come risposta il Cristo cita la Scrittura che si realizza, la promessa di Dio mantenuta: i ciechi vedono, gli zoppi camminano, ai poveri è annunciata la buona novella.
La gioia per i credenti ha la sua origine nella fede, dentro la Scrittura, nella speranza delle promesse di Dio realizzate in Cristo. Spesso la gioia del credente è una gioia crocifissa, ma nella fede è anche vero che il credente è crocifisso alla gioia! (Elide Siviero, in La Domenica).
Una preghiera per restare vigili
«Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero, davanti a te egli preparerà la tua via» (Mt 11,10). Signore Gesù, manda anche noi, come Giovanni Battista, ad annunciarti con coraggio. Rendici umili messaggeri della tua venuta e aiutaci a preparare la “tua via” con fede sincera sulle strade che percorriamo quotidianamente. (Letizia Battaglino).
2. Aspetti della vita
Papa Francesco è la “persona dell’anno”.
New York – Papa Francesco è la “persona dell’anno” secondo il settimanale TIME. Nella motivazione TIME chiama Bergoglio “il Papa della gente” e sottolinea che “il leader della Chiesa cattolica è diventato una nuova voce della coscienza… Ha preso il nome di un umile santo, poi ha lanciato un appello per una chiesa di riconciliazione e si avvia a trasformare il Vaticano, un luogo che misura il cambiamento in secoli”.
Afferma il direttore di Time Nancy Gibbs: ”Quello che rende questo Papa così importante è la velocità con la quale ha catturato l’immaginazione di milioni di persone che avevano abbandonato ogni speranza nei confronti della Chiesa… In meno di un anno Papa Bergoglio ha fatto una cosa notevole: non ha cambiato solo le parole, ha cambiato la musica”.
Il Vaticano attraverso il suo portavoce, padre Federico Lombardi, ha visto nella scelta del magazine americano come “un segno positivo”, in quanto questo titolo viene così attribuito “a chi annuncia nel mondo valori spirituali, religiosi e morali e parla efficacemente in favore della pace e della giustizia…
Continua Padre Lombardi: “Quanto al Papa, per parte sua, non cerca fama e successo, perché fa il suo servizio per l’annuncio del vangelo dell’amore di Dio per tutti. Se questo attrae donne e uomini e dà loro speranza, il Papa è contento. Se questa scelta dell’uomo dell’anno significa che molti hanno capito – almeno implicitamente – questo messaggio, egli certamente se ne rallegra”.
Già due volte la Rivista TIME aveva scelto il capo della chiesa cattolica per la propria copertina: Giovanni XXIII nel 1962 e Giovanni Paolo II nel 1994.
È dal lontano 1927 che la rivista attribuisce ogni anno questo riconoscimento all’individuo o l’entità che, nel bene o nel male, ha dominato le notizie nell’anno che sta per concludersi.
Nel lungo elenco dei “premiati” ci sono anche personaggi negativi: Adolf Hitler (nel 1937) e per ben due volte, nel 1939 e nel 1942, Joseph Stalin. L’ayatollah Khomeini guadagnò la prima pagina nel 1979. Numerosi i capi di Stato prescelti, tra questi ben undici presidenti americani, alcuni più di una volta.
3. Le Opere di S. Alfonso
1758 – Novena del Natale
Quest’opera, pubblicata nel 1758, fluì quasi spontanea dall’anima serafica di S. Alfonso, e la intitolò “Novena del Santo Natale colle meditazioni per tutti i giorni dell’Avvento sino all’ottava della Epifania “. Già l’insigne Autore rilevava: “Molti cristiani sogliono per lungo tempo avanti preparare nelle loro case il presepe per rappresentare la nascita di Gesù Cristo; ma pochi sono quelli che pensano a preparare i loro cuori, affinché possa nascere in essi e riposarsi Gesù Cristo. Tra questi pochi però vogliamo essere ancora noi, acciocché siamo fatti degni di restare accesi di questo felice fuoco, che rende le anime contente in questa terra e beate nel cielo “.
A questo concetto morale ispirò il dettato. il pio scrittore si propose di aiutare le anime a vivere il Natale con genuino sentimento cristiano. E vi condensò il meglio della propria predicazione, delle riflessioni personali e delle composizioni poetiche.
Dal principio alla fine circola una idea fondamentale: la croce ha le sue radici nella culla; a Betlem comincia il Calvario del Verbo fatto carne. Essa affiora dovunque. Sant’Alfonso non perde mai di vista il dramma sanguinoso del Redentore e con insistenza lo richiama alla memoria dei fedeli per destare in ricambio gratitudine e amore generoso.
Il contenuto si sviluppa in un colore eminentemente pastorale, per cui abbondano i proponimenti e gli slanci affettuosi. Egli si preoccupava secondo un metodo abituale di stimolare la volontà a risoluzioni concrete più che di coltivare la intelligenza con speculazioni peregrine.
Nel 1758, quando sant’Alfonso pubblicava presso la tipografia napoletana di A. Pellecchia il volumetto del “Natale” (pp. 570 in12) recante sul frontespizio una deliziosa immagine di Gesù Bambino che pesca i cuori, il presepio raggiungeva nella terra del Vesuvio la sua piena espressione con i classici pastori modellati da autentici artisti, che stupirono l’Europa. La rappresentazione plastica della Natività di Cristo era divenuta attraverso l’animata scenografia la più tipica manifestazione del religioso spirito partenopeo. Nella cornice arcadica accendevasi il risveglio e si propagava benefico e travolgente dai quartieri popolari alla sfarzosa corte borbonica di Carlo III, il quale non sdegnava di rivestire di muschio la grotta di Betlem costruita con le proprie mani.
4. Vivere la settimana con la liturgia = III Settimana del Tempo di Avvento
(16-21 dicembre) Liturgia delle Ore: III settimana
16 dicembre lunedì – colore liturgico – viola.
- Fammi conoscere, Signore, le tue vie. Il problema dell’autorità è della massima importanza. Poiché il pericolo è quello di rovesciare le parti, bisogna controllare sempre la sua origine, per evitare che l’autorità degli uomini venga anteposta a quella di Dio.
- Nm 24,2-7.15-17; Sal 24,4-9; Mt 21,23-27.
- Sant’Aggeo, profeta; Santa Adelaide.
17 dicembre martedì – colore liturgico – viola.
- Venga il tuo regno di giustizia e di pace. Attraverso la genealogia, Matteo intende testimoniare che Gesù, nonostante sia stato concepito per opera dello Spirito Santo, è “il Cristo”; egli, infatti, discende legittimamente da Davide attraverso Giuseppe, “lo sposo di Maria”.
- Gen 49,2.8-10; Sal 71,1-4.7-8.17; Mt 1,1-17.
- San Malachia, profeta.
18 dicembre mercoledì – colore liturgico – viola.
- Nei suoi giorni fioriranno giustizia e pace. L’autorità angelica conferma il matrimonio di Giuseppe con Maria, e conseguentemente il diritto paterno di Giuseppe sul figlio di Maria, al quale dovrà imporre il nome di Gesù, inserendolo così nella genealogia davidica.
- Gen 23,5-8; Sal 71,1-2.12-13.18-19; Mt 1,18-24.
- San Gaziano; B. Nemesia Valle.
19 dicembre giovedì – colore liturgico – viola.
- Canterò senza fine la tua gloria, Signore. La figura di Giovanni, con la quale Luca inizia il suo vangelo, è grande e importante; il suo ruolo profetico, simile a quello profetico di Elia, è richiesto dall’imminenza dell’Incarnazione, che deve essere in modo adeguato preparata.
- Gdc 13,2-7.24-25; Sal 70,3-6.16-17; Lc 1,5-25.
- Sant’Anastasio I; Beato Urbano V.
20 dicembre venerdì – colore liturgico – viola.
- Ecco, viene il Signore, re della pace. «Discese dal cielo, si è incarnato nel seno della Vergine Maria e si è fatto uomo». È il mistero dell’Incarnazione del Verbo, che professiamo solennemente nel Credo. Non c’è notizia al mondo che possa lontanamente paragonarsi all’annuncio di Luca.
- Is 7,10-14; Sal 23,1-6; Lc 1,26-38.
- San Liberale di Roma; Beato Vincenzo Romano.
21 dicembre sabato – colore liturgico – viola.
- Esultate, o giusti, nel Signore; cantate a lui un canto nuovo. L’Incarnazione è proprio il “Vangelo”, ossia “la buona Notizia”, “il lieto Annunzio”, che fa sussultare di gioia il bambino Giovanni nel grembo di sua madre Elisabetta, la quale, ricolma di Spirito Santo, proclama Maria “beata”, perché ha creduto.
- Ct 2,8-14;; Sal 32,2-3.11-12.20-21; Lc 1,39-45.
- San Pietro Canisio.
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Novena di Natale con le Antifone maggiori
Sono sette e cominciano tutte con «O» dal 17 al 23 dicembre e sono le antifone al Magnificat ai vespri del giorno, che vengono richiamate anche dalla liturgia eucaristica – Ad esse si aggiungono quelle del 16 e del 24 per fare un itinerario di Novena verso il Natale.
16 dicembre: «Ecco verrà il Re, il Signore della terra, che toglierà il giogo della nostra schiavitù».Il Figlio di Dio si fa figlio dell’uomo per restituire dignità e libertà a chi lo segue. Letture: Genesi 3,1-4; Romani 1,18-26.
17 dicembre: «O Sapienza, che esci dalla bocca dell’Altissimo, ti estendi ai confini del mondo e tutto disponi con soavità e forza, vieni, insegnaci la via della saggezza ». Ci rivolgiamo a Cristo perché ci conduca fino al totale rinnovamento del mondo nel giorno del giudizio. Letture: Genesi 3,14-20; Romani 5,12-21.
18 dicembre: «O Signore, guida della casa d’Israele, che sei apparso a Mosè nel fuoco del roveto e sul monte Sinai gli hai dato la legge, vieni a liberarci con braccio potente». Colui che sta per venire è il Messia, ed è anche colui che viene a ridare la vita al suo popolo. Letture: Genesi 17,15-23; Romani 4,13-23.
19 dicembre: «O Germoglio di Iesse, che ti innalzi come segno per i popoli. Tacciano davanti a te i re della terra e le nazioni ti invochino: vieni a liberarci, non tardare ». Il profeta Isaia vede il Messia che si innalza come “segno per i popoli”. Egli porterà la giustizia e la pace. Letture: Deuteronomio 15,13-20; Atti 3,17-26.
20 dicembre: «O Chiave di Davide, scettro della casa d’Israele, che apri, e nessuno può chiudere, chiudi e nessuno può aprire, vieni, libera l’uomo prigioniero, che giace nelle tenebre e nell’ombra di morte». Al Messia spetta il compito di aprire la porta del regno o di chiuderla. Noi lo chiamiamo: vieni a liberarci. Letture: Isaia 28,14-20; Romani 10,5-11.
21 dicembre: «O Astro che sorgi, splendore della luce eterna, sole di giustizia, vieni, illumina chi giace nelle tenebre e nell’ombra di morte». È l’immagine del ritorno di Cristo alla fine dei tempi, quando lo splendore della sua luce avrà vinto le tenebre che ancora offuscano le anime e i cuori. Letture: 1Samuele 2,1-10; Luca 1,26-38.
22 dicembre: «O Re delle genti, atteso da tutte le nazioni, pietra angolare che riunisci i popoli in uno, vieni e salva l’uomo formato dalla terra». La Chiesa chiede a Cristo di venire a salvare l’uomo che Dio aveva modellato a sua immagine, ma che il peccato aveva rovinato. Letture: Isaia 9,1-6; Luca 1,39-45.
23 dicembre: «O Emmanuele, nostro re e legislatore, speranza e salvezza dei popoli, vieni a salvarci, o Signore nostro Dio». Il nostro vero legislatore è Cristo che ci ha liberati dal giogo della Legge. Giudei e pagani riuniti lo attendono come loro re e salvatore. Letture: Isaia 7,10-16; Matteo 1,18- 25.
24 dicembre: «Quando sarà sorto il sole nel cielo, vedrete il Re dei re, che procede dal Padre, come sposo che sorge dal suo riposo». Il Re, salvatore e sposo, viene da Betlemme per nutrire il suo gregge con il pane del cielo. Letture: Michea 5,1-5; Luca 2,1-8.