Rubrica religiosa settimanale a cura di P. Salvatore Brugnano
Pensieri sparsi per nutrire la mente e l’anima durante la settimana
Marzo 2011, Quarta settimana: 20-27 marzo
1. Vangelo della domenica 20 marzo – Seconda domenica di Quaresima – Anno A – La trasfigurazione: Il suo volto brillò come il sole .
2. Aspetti della vita – 24 marzo – Giornata dei missionari martiri.
3. Un incontro con S. Alfonso – Mille astuzie per far penitenza.
4. Vivere la settimana con la liturgia = 21-26 marzo.
5. Curiosità calabresi del passato = La Quaresima nell’immaginario calabrese.
1. Vangelo della domenica – Mt 17,1-9
Il suo volto brillò come il sole.
In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello e li condusse in disparte, su un alto monte. E fu trasfigurato davanti a loro: il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce. Ed ecco apparvero loro Mosè ed Elia, che conversavano con lui.
Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: «Signore, è bello per noi essere qui! Se vuoi, farò qui tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia». Egli stava ancora parlando, quando una nube luminosa li coprì con la sua ombra. Ed ecco una voce dalla nube che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento. Ascoltatelo».
All’udire ciò, i discepoli caddero con la faccia a terra e furono presi da grande timore. Ma Gesù si avvicinò, li toccò e disse: «Alzatevi e non temete». Alzando gli occhi non videro nessuno, se non Gesù solo.
Mentre scendevano dal monte, Gesù ordinò loro: «Non parlate a nessuno di questa visione, prima che il Figlio dell’uomo non sia risorto dai morti».
Nella Bibbia, la montagna è sempre il luogo della rivelazione. Sono gli uomini come Mosè (Es 19) e Elia (1Re 19) che Dio incontra. Si racconta anche che il volto di Mosè venne trasfigurato da quell’incontro: “Quando Mosè scese dal monte Sinai – le due tavole della Testimonianza si trovavano nelle mani di Mosè mentre egli scendeva dal monte – non sapeva che la pelle del suo viso era diventata raggiante, poiché aveva conversato con il Signore” (Es 34,29). La magnificenza della rivelazione divina si comunica anche a coloro che la ricevono e diventano i mediatori della parola di Dio.
Gesù si mette a brillare come il sole sotto gli occhi di tre discepoli: questo lo individua come colui che è l’ultimo a rivelare Dio, come colui che oltrepassa tutti i suoi predecessori. Ciò è sottolineato ancor più dal fatto che Mosè ed Elia appaiono e si intrattengono con lui.
Essi rappresentano la legge e i profeti, cioè la rivelazione divina prima di Gesù. Gesù è l’ultima manifestazione di Dio. È quello che dimostra la nube luminosa – luogo della presenza divina (come in Es 19) – da dove una voce designa Gesù come il servitore regale di Dio (combinazione del salmo 2, 7 e di Isaia 42, 1). A ciò si aggiunge, in riferimento a Deuteronomio 18, 15, l’esortazione ad ascoltare Gesù, ad ascoltare soprattutto il suo insegnamento morale. (cf LaChiesa.it).
La Trasfigurazione attesta ai discepoli che Cristo è il Figlio di Dio, colui che rivela la presenza di Dio nei solchi della vita di ogni uomo. Come Abramo, chiamato a lasciare le sue sicurezze per la novità di Dio, anche noi dobbiamo uscire dalle nostre terre per ricominciare a credere e vedere Dio che ci accompagna e ci benedice. Non siamo soli: anche se la nostra vita è graffiata dalla sofferenza, Dio è più grande del nostro dolore, anche se ci sembra che tutto crolli, Dio sta in piedi; anche se pare che tutto taccia, Gesù Cristo ci parla e ci rassicura. Ascoltare la sua parola è obbedire al Padre e camminare nella fede verso la Pasqua eterna (Elide Siviero in “La Domenica”).
2. Aspetti della vita
24 marzo – Giornata dei missionari martiri – Il vivo ricordo di mons. Oscar Romero
Dodici anni di guerre civili (1980-1992), migliaia di morti e feriti, più di settemila desaparecidos segnano la storia di El Salvador, dove tutt’ora uomini e donne subiscono ingiustizie. È in questa terra che s’intreccia la figura straordinaria di chi viene chiamato “El Santo de America”, Monsignor Oscar Arnulfo Romero, per il quale dal 1997 è in corso la causa di beatificazione.
Secondo di otto fratelli, nasce a Ciudad Barrios (San Miguel) nel 1917; a 13 anni entra in seminario e nel 1942 è sacerdote. Diede la sua vita per i più poveri, per chi non poteva difendersi dai soprusi e dalle violenze dei potenti. «Vi supplico, vi prego, vi ordino in nome di Dio: cessi la repressione», “gridò” all’esercito e alla polizia: fu la sua condanna a morte, avvenuta il 24 marzo 1980, mentre celebrava la Messa. Romero rappresenta l’agnello sull’altare; è uno dei tanti martiri di questo ultimo secolo, come ha dichiarato Papa Giovanni Paolo II nel 2000.
La morte non cancella le persone: Mons. Romero continua a parlare per le strade, piazze e scuole a lui dedicate in tutto il mondo perché, come lui stesso disse: «Se uccidono me, resterà sempre il mio popolo. Un popolo non si può ammazzare». Santo, martire, beato: ciò che conta è che Mons. Romero continui a vivere nella memoria di questa storia che non deve più essere bagnata da sangue innocente. (da “La Domenica EP” n. 22)
3. Un incontro con S. Alfonso
Mille astuzie per far penitenza
Ai Processi per la Beatificazione preziose furono le testimonianze di fratel Francesco Antonio Romito, redentorista, che stette diversi anni a diretto contatto col Santo. “Quando Alfonso era in Diocesi, per soddisfare gli altri commensali, che ordinariamente eravamo io col suo Vicario e Segretario ed un Padre della nostra Congregazione, veniva preparata per la tavola qualche altra pietanza di carne o pesce. Egli, però, di rado ne mangiava, di modo che si osservava sempre una gran mortificazione nel Servo di Dio nel cibarsi.
Mentre noi stavamo in Diocesi, si mandava in Napoli a comprare qualche pescicolo per il Servo di Dio, e lo si conservava poi per qualche giorno. Questa mortificazione ed astinenza la continuò anche dopo rinunciato il Vescovado, ed io so che quando gli si voleva far mangiare qualche cosa delicata, nell’ultima vecchiaia, egli sapeva trovare il pretesto che gli faceva danno, e si riduceva a mangiarne qualche poco solo quando gli si suggeriva che ci era l’ordine del medico. A bella posta, a volte, si faceva conservare qualche cosa preparata per più giorni per mortificare il palato (dai Processi).
4. Vivere la settimana con la liturgia = 21-26 marzo – Seconda settimana di Quaresima – Liturgia delle Ore: II settimana
21 marzo (lunedì) – colore liturgico viola
– Pensiero dalle letture bibliche di oggi = Signore, non trattarci secondo i nostri peccati. – Per essere aperti al perdono di Dio, che è gratuito, dobbiamo anche noi perdonare gratuitamente. Il sacramento della Penitenza ci rende consapevoli del fatto che l’amore del Padre non vuole soltanto liberarci dal male, ma anche unirci ai nostri fratelli.
– Letture bibliche alla Messa di oggi = Daniele 9,4b-l0; Salmo 78,8-9.11.13; Luca 6,36-38.
– Santi di oggi = San Lupicino; San Nicola da Flue; Santa Benedetta C.
22 marzo (martedì) – colore liturgico viola
– Pensiero dalle letture bibliche di oggi = A chi cammina per la retta via mostrerò la salvezza di Dio. – Dobbiamo avere il coraggio di confessare a noi stessi che quello che facciamo, nella nostra vita cristiana, non è per essere stimati dagli altri o per fare qualche passo avanti nella gerarchia sociale. Sarà questa sincerità a farci finalmente comprendere la logica sconcertante del regno di Dio.
– Letture bibliche alla Messa di oggi = Isaia 1,10.16-20; Salmo 49,8-9.16-17.21.23; Matteo 23,1-12. .
– Santi di oggi = Santa Lea; San Benvenuto Scotivoli.
23 marzo (mercoledì) – colore liturgico viola
– Pensiero dalle letture bibliche di oggi = Salvami, Signore, per la tua misericordia. – Il sacrificio del Signore porta la liberazione alla moltitudine chiamata a costituire il suo regno. Ma in questo regno essere grandi significa farsi piccoli e partecipare alle sofferenze del Figlio dell’uomo.
– Letture bibliche alla Messa di oggi = Geremia 18,18-20; Salmo 30,5-6.14-16; Matte 20,17-28.
– Santi di oggi = San Gualterio; Sant’Ottone.
24 marzo (giovedì ) – Giornata di preghiera in memoria dei missionari martiri. – colore liturgico viola
– Pensiero dalle letture bibliche di oggi = Beato l’uomo che confida nel Signore. – Il povero per la sua stessa condizione è più preparato del ricco a contare su Dio. Sazio e accecato dalla sicurezza che gli danno i suoi beni, il ricco non ripone in Dio la propria speranza e rimane sordo ai richiami della sua parola. San Secondulo.
– Letture bibliche alla Messa di oggi = Geremia 17,5-10; Salmo 1,1-4.6; Luca 16,19-31.
– Santi di oggi = San Secondulo.
25 marzo (venerdì) – Annunciazione del Signore. Solennità – colore liturgico bianco.
– Pensiero dalle letture bibliche di oggi = Ecco, Signore, io vengo per fare la tua volontà. – Gerusalemme è stata ripudiata, ma Dio non tradisce le sue promesse: vi sarà una nuova città santa nella persona di Maria; non è più una città simbolo dell’alleanza con Dio, ma una persona umana, con la sua libera adesione al piano di Dio.
– Letture bibliche alla Messa di oggi = Isaia 7,10-14; 8,10c; Salmo 39,7-11; Ebrei 10,4-10; Luca 1,26-38.
– Santi di oggi = Santa Lucia Filippini.
26 marzo (sabato) – colore liturgico viola
– Pensiero dalle letture bibliche di oggi = Misericordioso e pietoso è il Signore. – La parabola del figliol prodigo mette in luce la bontà di Dio, che nessuna infedeltà può scoraggiare. Quando capiremo che, di fronte all’infinita tenerezza di Dio, siamo tutti figli prodighi che hanno sperperato i doni del Padre?
– Letture bibliche alla Messa di oggi = Michea 7,14-15.18-20; Salmo 102,1-4.9-12; Luca 15,1-3.11-32.
– Santi di oggi = Santi Baronzio e Desiderio; B. Maddalena Caterina Morano.
5. Curiosità calabresi del passato
La Quaresima nell’immaginario calabrese
In Tropea e dintorni le popolane usano appendere alle finestre delle loro case un pupazzo di cenci, raffigurante la Quaresima con fuso e conocchia in mano e con alla base un limone, in cui sono conficcate sette penne di gallina, che servono ad indicare il periodo di astinenza e di penitenza ed ogni domenica ne tolgono una.
Durante questo tempo i ragazzi, quasi sospirando alla prossima Pasqua e al lontano Natale, dicono:
Coraisima è venuta
Pi mangiari pani e lattuca
E l’acitu nci fa mali,
Beni mio, Pasca e Natali!
Durante la Quaresima le donne del nostro popolo, mentre lavorano, usano cantare le laudi sacre che ricordano la passione e la morte del nostro redentore Gesù Cristo. Una di queste laudi, la più in voga, è quella intitolata: «La rivelazione della passione». In essa Gesù Cristo parla direttamente con Santa Brigida e le rivela tutta la sua «Via Crucis». (Giuseppe Chiapparo, in Etnografia di Tropea – Scritti demologici e storici, M.G.E. 2009, p. 184-185).