Rubrica religiosa settimanale a cura di P. Salvatore Brugnano
Pensieri sparsi per nutrire la mente e l’anima durante la settimana
Ottobre 2012, quinta settimana: 28 ott.-3 nov.
1. Vangelo della domenica 28 ottobre – “ Rabbunì, che io veda di nuovo!”
2. Aspetti della vita – Celebrare la morte nella Pasqua di Cristo.
3. Un incontro con S. Alfonso – La Novena dei Morti.
4. Vivere la settimana con la liturgia = 29 ott-3 nov. 2012.
5. Curiosità calabresi del passato = Detti tropeani in relazione alla morte.
1. Vangelo della domenica – (Mc 10,46-52)
“ Rabbunì, che io veda di nuovo!”.
In quel tempo, mentre Gesù partiva da Gèrico insieme ai suoi discepoli e a molta folla, il figlio di Timèo, Bartimèo, che era cieco, sedeva lungo la strada a mendicare. Sentendo che era Gesù Nazareno, cominciò a gridare e a dire: «Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me!».
Molti lo rimproveravano perché tacesse, ma egli gridava ancora più forte: «Figlio di Davide, abbi pietà di me!».
Gesù si fermò e disse: «Chiamatelo!». Chiamarono il cieco, dicendogli: «Coraggio! Àlzati, ti chiama!». Egli, gettato via il suo mantello, balzò in piedi e venne da Gesù.
Allora Gesù gli disse: «Che cosa vuoi che io faccia per te?». E il cieco gli rispose: «Rabbunì, che io veda di nuovo!». E Gesù gli disse: «Va’, la tua fede ti ha salvato». E subito vide di nuovo e lo seguiva lungo la strada.
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L’evangelista Marco che ascoltiamo quest’anno ci presenta le azioni e le parole di Gesù durante il suo viaggio a Gerusalemme. Viaggio sicuramente topografico, ma anche e soprattutto simbolico. Questa strada che Gesù percorre con entusiasmo – “Gesù li precedeva” – e dove i discepoli lo seguono con diffidenza o inquietudine – “essi erano spaventati, e coloro che seguivano erano anche timorosi” (Mc 10,32) – qui arriva al termine. Ecco il contesto della lettura sulla quale meditiamo oggi.
Al termine del cammino, oggi incontriamo un cieco. Un cieco, che, in più, è un mendicante. In lui c’è oscurità, tenebre, e assenza. E attorno a lui c’è soltanto il rigetto: “Molti lo sgridavano per farlo tacere”. Gesù chiama il cieco, ascolta la sua preghiera, e la esaudisce. Anche oggi, qui, tra coloro che il Signore ha riunito, “ci sono il cieco e lo zoppo” (prima lettura) – quello che noi siamo -; ed è per questo che le azioni di Gesù, che ci vengono raccontate, devono renderci più pieni di speranza.
È nel momento in cui termina il viaggio di Gesù a Gerusalemme (e dove termina il ciclo liturgico), che un mendicante cieco celebra Gesù e lo riconosce come “Figlio di Davide”, o Messia; e questo mendicante riacquista la vista e “segue Gesù per la strada”. È un simbolo, un invito. Chiediamo al Signore che ci accordi la luce della fede e ci dia vigore, affinché lo seguiamo come il cieco di Gerico, fino a che non avremo raggiunto la Gerusalemme definitiva. (La Chiesa.it).
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Dissero al cieco: «Coraggio, ti chiama!» – Oggi incontriamo nel Vangelo un povero cieco, Bartimeo, che supplica: «Abbi pietà di me! Fa’ che io veda!». La risposta di Gesù è immediata ed esauriente, anzi va più in là della richiesta perché dice: «Va’, la tua fede ti ha salvato! ».
Quello che Gesù apprezza e loda è la fede umile e perseverante del povero cieco che gli offre l’occasione di dargli non solo la guarigione degli occhi, ma anche la salvezza totale che lui viene a portare nel mondo. Il dono della vista è un segno di tale salvezza.
L’invocazione: «Signore, che io veda di nuovo!», è oggi l’invocazione della Chiesa intera, che chiede di rispondere al suo disegno, la voce di ognuno che attende di essere illuminato per conoscere le vie del Signore, per seguirlo con la fedeltà del discepolo. La prima lettura e il salmo responsoriale acclamano al Signore l’esultanza dei salvati dall’opera del Messia, mentre il brano della lettera agli Ebrei (II Lettura) proclama il Cristo “sommo sacerdote”, dichiarato tale dal Padre.
Come il cieco ripetiamo la nostra supplica che sale al Padre in Cristo sacerdote e giusto e compassionevole (colletta), luce ai ciechi e gioia ai tribolati.
(Bartolomeo Stellino, liturgista, in “La Domenica”).
2. Aspetti della vita – 2 novembre: visita al Cimitero nel ricordo dei nostri morti.
Celebrare la morte nella Pasqua di Cristo.
La Chiesa Italiana ci propone una nuova edizione del Rito delle esequie (CEI – Libreria Editrice Vaticana, 2011). Non è solo un problema celebrativo, investe il senso più complessivo del vivere e del morire. Lo ricordano i vescovi nel presentare il rituale, che risponde «all’esigenza di annunciare il Vangelo della risurrezione di Cristo in un contesto culturale ed ecclesiale caratterizzato da significativi mutamenti», quelli di una cultura che tende a occultare la morte e a privatizzarla, sottraendola ai suoi legami sociali e comunitari.
Al contrario, la morte è al centro sia della fede cristiana, fondata sull’annuncio della risurrezione (perché se i morti non risorgono – scrive Paolo – vuota è la nostra fede); sia della persona umana e della società in cui vive.
Celebrare un funerale significa celebrare la Pasqua di Cristo e annunciare che ad attenderci non è la morte, ma la vita eterna in Dio. Per questo motivo il rito torna a evidenziare i luoghi fondamentali della celebrazione: oltre la chiesa, la casa e il cimitero.
L’incontro con il Risorto, celebrato in chiesa, offre un senso nuovo alla ‘casa’, cioè al luogo della vita quotidiana, e al ‘cimitero’, in cui si riposa in attesa della vita nuova in Cristo. Celebrare bene la morte non chiama in causa solo la nostra fede, ma la qualità umana del nostro vivere sociale.
(Fr Luca Fallica, Comunità SS. Trinità di Dumenza)
Una preghiera per restare vigili
Signore, abbi pietà anche di me e concedimi di vincere le ombre del mio vivere per vedere con gli occhi della fede, le possibilità luminose di grazia che ci sono nel mio cammino. Alzandomi con prontezza ascolterò la tua voce apportatrice di luce e di speranza.
(Lucia Giallorenzo).
3. Un incontro con S. Alfonso
La Novena dei morti
Tra le molte opere che S. Alfonso ha scritto si trova anche la Novena dei Morti, composta su richiesta del P. Antonio Tannoja, il quale racconta nel suo libro Della Vita ed Istituto del Santo la storia di quest’opuscolo: «Gli scrissi, avendo io della divozione per le Anime purganti, che avendo fatto tante belle Opere in onore di varj Santi, non aveva fatto cosa particolare per le Anime del Purgatorio. Tanto bastò per tesserne una breve novena.».
In essa S. Alfonso dice che le anime in Purgatorio non possono aiutarsi da sé, essendo debitrici verso Dio per le loro mancanze. Questo pensiero dovrebbe spingerci tutti ad alleviare per quanto è possibile le loro pene. In tal modo non solo faremo cosa molto gradita a Dio, ma acquisteremo grandi meriti, e quelle anime benedette non tralasceranno di ottenerci da Dio molte grazie, specialmente la grazia della salvezza eterna.
Io sono sicuro che un’anima, liberata dal purgatorio per i suffragi avuti da qualche devoto, una volta arrivata in paradiso, dirà a Dio: “Signore, non permettere che si perda quel tale che mi ha liberato dal purgatorio, e mi ha fatto venire più presto alla tua presenza”.
Lo scopo per cui io ho dato alle stampe questa Novena è il seguente: che tutti i fedeli si sforzino di sollevare e liberare dal purgatorio le anime dei defunti con Messe, con elemosine, o almeno con le loro preghiere.
La Chiesa raccomanda a Dio i fedeli defunti perché li sollevi dalle pene dei purgatorio e presto li chiami alla sua gloria. La devozione verso le anime del purgatorio è molto cara al Signore, e al tempo stesso giova anche a noi. (dalla Introduzione all’opera).
4. Vivere la settimana con la liturgia = XXX Settimana Tempo Ordinario
29 ott.-3 nov. – Liturgia delle Ore: II settimana.
29 ottobre (lunedì) – Colore liturgico verde.
- – Pensiero dalle letture bibliche di oggi = Facciamoci imitatori di Dio, quali figli carissimi. – Gesù non teme d’interrompere il riposo festivo ebraico, pur di raddrizzare la schiena di una donna tenuta inferma dalle forze del Maligno. La lotta per il bene non ha ore o tempi proibiti.
- – Letture bibliche alla Messa di oggi = . Ef 4,32 – 5,8; Sal 1,1-4.6; Lc 13,10-17.
- – Santi di oggi = Sant’Onorato di Vercelli; San Gaetano Errico; Beato Michele Rua.
30 ottobre (martedì) – Colore liturgico verde.
- – Pensiero dalle letture bibliche di oggi = Beato chi teme il Signore. – Mediante similitudini e paragoni, Gesù illustra la verità del Regno di Dio: realtà inizialmente piccola e quasi invisibile, il Regno è destinato a fermentare ogni contesto ed a crescere rigogliosamente.
- – Letture bibliche alla Messa di oggi = Ef 5,21-33; Sal 127,1-5; Lc 13,18-21.
- – Santi di oggi = San Marciano di Siracusa; San Germano di Capua.
31 ottobre (mercoledì) – Colore liturgico verde.
- – Pensiero dalle letture bibliche di oggi = Fedele è il Signore in tutte le sue parole. – Diretto verso Gerusalemme, Gesù passa per città e villaggi: il suo messaggio è rivolto a persone di ogni provenienza, purché disponibili ad operare la giustizia e passare per la “porta stretta”.
- – Letture bibliche alla Messa di oggi = Ef 6,1-9; Sal 144,10-14; Lc 13,22-30.
- – Santi di oggi = San Quintino; Beato Tommaso da Firenze Bellaci.
1 novembre (giovedì) Tutti i Santi – Colore liturgico bianco – Solennità.
- – Pensiero dalle letture bibliche di oggi = Ecco la generazione che cerca il tuo volto, Signore. – Come il Dio-legislatore, Gesù detta dal monte le regole d’oro per diventare santi: povertà, ri-significazione della sofferenza, mitezza, purezza, giustizia, misericordia, testimonianza della fede
- – Letture bibliche alla Messa di oggi = Ap 7,2-4.9-14; Sal 23,1-6; 1Gv 3,1-3; Mt 5,1-12°.
- – Santi di oggi = Tutti i Santi. – Giornata della Santificazione universale.
2 novembre (venerdì) – Colore liturgico violaceo.
- – Pensiero dalle letture bibliche di oggi = Sono certo di contemplare la bontà del Signore nella terra dei viventi. – Tutti coloro che credono nel Figlio di Dio, saranno risuscitati nell’ultimo giorno: è una certezza annunciata da Gesù, inviato tra noi a realizzare la volontà del Padre.
- – Letture bibliche alla Messa di oggi = Gb 19,1.23-27a; Sal 26,1.4.7.8c.9a.13-14; Rm 5,5-11; Gv 6,37-40.
- – Santi di oggi = Commemorazione di tutti i fedeli defunti.
3 novembre (sabato) – Colore liturgico verde.
- – Pensiero dalle letture bibliche di oggi = L’anima mia ha sete di Dio, del Dio vivente. – Anche nella scelta dei posti a tavola per un pranzo importante, Gesù offre indicazioni di vita: il vero onore non si guadagna con l’ostentazione.
- – Letture bibliche alla Messa di oggi = Fil 1,18b-26; Sal 41,2-3.5bc; Lc 14,1.7-11.
- – Santi di oggi = San Martino de Porres; San Berardo; Santa Silvia.
5. Curiosità calabresi del passato
Detti tropeani in relazione alla morte
‘A morti si chiama c’ ‘a vucca e no’ c’u cori.
‘A morti non guarda ‘a facci a nuju.
‘A morti è uguali pi’ tutti.
‘A morti disiata non veni mai.
‘A morti a cu’ acconza e a cu’ sconza.
A lu mortu requia eterna e lu riccu nt’ ‘a taverna.
‘A morti sulu è certa.
‘A morti veni quand’unu menu si l’aspetta.
A tuttu c’è rimedio, menu ch’a morti.
Cu’ morti jaci, cu’ resta si dà paci.
Cu’ parra assai, mori prestu.
I morti non tornanu.
Morinu cchiu agnei ca pecuri.
Mortu ‘u cani, mort’ ‘a raggia.
Mortu ‘nu Papa, si ndi fa n’autru.
Morti non mu veni, e guai cu’ la pala.
Morti di Dio e tavula d’oru.
Mortu ‘u cumpari, finiu ‘u San Giuvanni.
‘Na vota l’unu, tocca a tutti. (Tutti si deve morire).
No’ si po’ moriri du’ voti.
Oggi ‘n figura, dumani ‘n siportura.
(Cf. Giuseppe Chiapparo, Etnografia di Tropea – Scritti demologici e storici).