Rubrica religiosa settimanale a cura di P. Salvatore Brugnano
Pensieri sparsi per nutrire la mente e l’anima durante la settimana
Marzo 2011, prima settimana: 27 febbraio – 5 marzo
1. Vangelo della domenica 20 febbraio – Ottava domenica del Tempo Ordinario – Anno A – «Guardate gli uccelli del cielo, i gigli dei campi… ».
2. Aspetti della vita – Accettare la vita.
3. Un incontro con S. Alfonso – “E’ il cuoco dei missionari!”.
4. Vivere la settimana con la liturgia = 28 febbraio – 5 marzo.
5. Curiosità calabresi del passato = A Soriano: convulsioni false, liberazioni vere.
1. Vangelo della domenica – Mt 6,24-34
Guardate gli uccelli del cielo, i gigli dei campi…
In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli: «Nessuno può servire due padroni, perché o odierà l’uno e amerà l’altro, oppure si affezionerà all’uno e disprezzerà l’altro. Non potete servire Dio e la ricchezza.
Perciò io vi dico: non preoccupatevi per la vostra vita, di quello che mangerete o berrete, né per il vostro corpo, di quello che indosserete; la vita non vale forse più del cibo e il corpo più del vestito?
Guardate gli uccelli del cielo: non séminano e non mietono, né raccolgono nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre. Non valete forse più di loro? E chi di voi, per quanto si preoccupi, può allungare anche di poco la propria vita? E per il vestito, perché vi preoccupate? Osservate come crescono i gigli del campo: non faticano e non filano. Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro. Ora, se Dio veste così l’erba del campo, che oggi c’è e domani si getta nel forno, non farà molto di più per voi, gente di poca fede?
Non preoccupatevi dunque dicendo: “Che cosa mangeremo? Che cosa berremo? Che cosa indosseremo?”. Di tutte queste cose vanno in cerca i pagani. Il Padre vostro celeste, infatti, sa che ne avete bisogno. Cercate invece, anzitutto, il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta. Non preoccupatevi dunque del domani, perché il domani si preoccuperà di se stesso. A ciascun giorno basta la sua pena».
Gesù ci invita a fare una scelta. Il regno di Dio è incompatibile con il regno del denaro: nel suo regno non si vende nulla; la vita è gratuita, come l’aria, come l’acqua (Is 55,1; Ap 21,6), l’acqua soprattutto, senza la quale non c’è vita. E colui che ha ricevuto gratuitamente, deve dare gratuitamente (Mt 10,8). Nel regno del denaro, invece, tutto si compra; la prudenza raccomanda di essere previdenti e rapaci; bisogna preparare l’avvenire, poiché è incerto. Ma l’avvenire ci sfugge. Esso appartiene a Dio. Fare la scelta del regno di Dio, scegliere di servire Dio escludendo ogni altro padrone, significa anche rimettersi a lui per l’avvenire: avere fede in Dio, al punto di non preoccuparsi per l’avvenire. È la nostra ricchezza, il nostro tesoro (Mt 13,44). È più sicuro per noi che tutto l’oro del mondo. Avere dell’oro da parte è un modo di assicurare il proprio avvenire, un avvenire sulla terra, cioè a breve termine. L’avvenire di Dio è l’eternità. Su questo avvenire non abbiamo nessuna presa; ma poco importa perché Dio stesso se ne preoccupa per noi e Gesù si incarica di “prepararci un posto” (Gv 14,2). Il nostro avvenire è in buone mani. È sicuro. Perché farci tante preoccupazioni? Questo atto di fiducia, che Gesù esige, è anche una lezione di saggezza. Troppo spesso, con il pretesto di preparare l’avvenire, noi non viviamo più. Gesù è un maestro, non di noncuranza, ma di pacifica serenità (cf LaChiesa.it).
Gesù traduce in espressive immagini quella che noi chiamiamo “divina Provvidenza”: gli uccelli del cielo, i gigli e l’erba del campo. Non è forse Dio l’artefice di questo splendore della natura, che non sembrerebbe meritare tanto interesse, trattandosi di uno splendore molto effimero? È il Padre celeste che si prende cura di nutrire gli uccelli e di vestire l’erba. E allora perché tanto «affanno per il domani» riguardo al cibo e al vestito, quasi non fossimo consapevoli che «il nostro Padre celeste sa che ne abbiamo bisogno»? A ragione Gesù considera come primario il “servizio di Dio”, assicurandoci l’aiuto della “Provvidenza” come “aggiunta”. San Paolo definisce «il regno di Dio e la sua giustizia» come “misteri di Dio”, che noi abbiamo il compito di “servire” come fedeli amministratori (Tarcisio Stramare in “La Domenica”).
2. Aspetti della vita
Accettare la vita
La vita è come l’acqua, riempie tutti i vuoti. Che vuole dire questo pensiero così improvvisamente nato dentro di me nell’osservare la sorprendente adattabilità dell’essere umano ad ogni evenienza, anche la più dolorosa, la sua innata capacità nel riempire ogni mancanza, nel supplire alle «mille offese naturali ereditate dalla carne» così come le chiama Shakespeare per bocca di Amleto?
Vuole dire che l’uomo è forte, purché non si opponga al flusso imperioso della vita. Se questa forza sia sempre una virtù è difficile riconoscerlo, dipende dalla consapevolezza di chi ne fa uso.
Vere restano le parole del sapiente che enumera le cinque cose che nessuno al mondo, neppure Brahma, può fare: che colui che è soggetto a invecchiamento non invecchi; che colui che è soggetto a infermità non si ammali; che colui che è soggetto a morte non muoia; che quanto è soggetto a deperimento non decada; che quanto è soggetto a passare non passi.
Ma accettare la vita è già vincere le cinque barriere che, se accettate come insuperabili, renderebbero vani i nostri giorni. E accettare la vita vuole dire che, al di là di ogni ostacolo, la vita ha un senso così come, al di là della linea dell’orizzonte, il mondo continua. Oltre ogni umana saggezza, il cristiano è padrone del senso della vita. (Ferruccio Parazzoli in Avvenire del 12/03/2010)
3. Un incontro con S. Alfonso
E’ il cuoco de missionari!
P. Giovanni Mazzini, confratello e amico di S. Alfonso per lunghi anni, testimonia sulla sua umiltà: “Tutti lo stimavano, lo veneravano e lo tenevano per Santo. Ma le sue parole altre non erano che chiamarsi peccatore, uomo ignorante, e che altro non meritava che obbrobri, disprezzi, ingiurie ed avvilimenti. Diceva a coloro che con lui trattavano nel licenziarsi da essi, che avessero pregato il Signore per lui. Ed acciò non ne facessero conto alcuno, compariva con vesti poverissime, vile, e rattoppate affinché chi lo vedesse, l’avesse giudicato un mendico, e come tale l’avesse disprezzato, e vilipeso. Prima di esser Vescovo non andava in carrozza, né in calesse, ma sopra un somaro non solo per le campagne, ma anche dentro la stessa Città di Napoli. Andando in una Missione con li suoi Compagni, ed andando costoro in calesse ed egli a cavallo ad un somaro, fu stimato essere il cuoco de’ Missionari, e pure era il loro Superiore generale” (dai Processi).
4. Vivere la settimana con la liturgia = 28 febbraio – 5 marzo Ottava settimana del Tempo Ordinario – Liturgia delle Ore: IV settimana
28 febbraio (lunedì)
– Pensiero dalle letture bibliche di oggi = Rallegratevi nel Signore ed esultate, o giusti! – A chi ha sete di eternità, Gesù mostra la via che conduce al regno di Dio: seguirlo con il passo leggero e il cuore libero di chi è distaccato dai beni di questo mondo.
– Letture bibliche alla Messa di oggi = Siracide 17,20-28; Samol 31,1-2.5-7; Marco 10,17-27.
– Santi di oggi = San Romano; Sant’Osvaldo di Worcester; Beata Antonia da Firenze.
1 marzo (martedì)
– Pensiero dalle letture bibliche di oggi = A chi cammina per la retta via mostrerò la salvezza di Dio. – Chi, per amore di Gesù e per essere fedele al vangelo, lascia carriere promettenti e sacrifica relazioni significative, sperimenta già in questa vita, insieme alle prove, una pienezza ineguagliabile.
– Letture bibliche alla Messa di oggi = Siracide 35,1-15; Salmo 49,5-8.14.23; Marco 10,28-31.
– Santi di oggi = San Felice III, Sant’Albino.
2 marzo (mercoledì)
– Pensiero dalle letture bibliche di oggi = Mostraci, Signore, la tua misericordia. – Anche dentro la Chiesa non mancano manie di grandezza e insensate ambizioni. Il più efficace antidoto è contemplare Cristo servo amorevole di questa umanità ingrata e peccatrice.
– Letture bibliche alla Messa di oggi = Siracide 36,1-2a.5-6.13-19; Salmo 78,8-9.11.13; Marco 10,32-45.
– Santi di oggi = San Troadio; Beato Carlo Bono.
3 marzo (giovedì)
– Pensiero dalle letture bibliche di oggi = Dalla parola del Signore furono fatti i cieli. – Bartimeo è un povero cieco che chiede l’elemosina, ma ha uno sguardo più penetrante di quello della folla che vuole zittirlo: la sguardo della fede in Gesù salvatore.
– Letture bibliche alla Messa di oggi = Siracide 42,15-26; Salmo 32,2-9; Marco 10,46-52.
– Santi di oggi = Santi Marino e Asterio; Santa Cunegonda.
4 marzo (venerdì)
– Pensiero dalle letture bibliche di oggi = Il Signore ama il suo popolo. – Gesù interviene decisamente nel tempio di Gerusalemme, divenuto luogo di commercio e di riti esteriori più che casa di preghiera. Come un albero pieno di foglie, ma senza frutti. E noi, siamo liberi da questo rischio?
– Letture bibliche alla Messa di oggi = Siracide 44,1.9-13; Salmo 149,1-6a.9b; Marco 11,11-25. Primo Venerdì.
– Santi di oggi = San Casimiro; Beato Umberto di Savoia.
5 marzo (sabato)
– Pensiero dalle letture bibliche di oggi = I precetti del Signore fanno gioire il cuore. – Gli avversari di Gesù non riconoscono la sua autorità e la contestano apertamente. D’altronde, non si sono lasciati scalfire dal messaggio di conversione di Giovanni Battista e hanno indurito il loro cuore.
– Letture bibliche alla Messa di oggi = Siracide 51,17-27; Salmo 18,8-11; Marco 11,27-33.
– Santi di oggi = San Teofilo; Sant’Adriano di Cesarea; San Virgilio.
5. Curiosità calabresi del passato
A Soriano: convulsioni false, liberazioni vere.
* Un mezzo di difesa esercitato dalle donne nei riguardi dell’uomo era quello di andare in preda a convulsioni molto violente in modo l’uomo potesse credere che ci fosse possesso demoniaco. “In Calabria tutte le convulsioni del genere sono attribuite agli assalti degli spiriti maligni. Quasi millecinquecento donne, fingendo di essere tormentate da questi demonietti, salgono ogni anno a Soriano per essere liberate dal possesso del demonio guardando un ritratto di san Domenico mandato giù dal cielo. Con questo pretesto ottengono dai loro tirannici mariti il permesso di compiere questo piacevole pellegrinaggio e un paio di scarpe nuove senza le quali sarebbe gravemente irrispettoso presentarsi davanti alla sacra immagine.
Un prete di quel convento mi raccontò la storia di una donna posseduta dal diavolo che, dopo aver fatto l’abituale pellegrinaggio, fu mandata a confessarsi da lui. Poiché egli era ben al corrente degli abituali trucchi, le ordinò di confessare la vera ragione che la spingeva a recitare quella farsa e la minacciò, nel caso si ostinasse a mentire, di una visita del vero demonio che l’avrebbe tormentata sul serio. La povera donna atterrita a morte dalla minaccia riconobbe francamente che, avendo sposato per imposizione dei genitori e contro la sua volontà un capraio che puzzava in modo intollerabile di capra e di formaggio, detestava la sua vicinanza e aveva finto di essere posseduta dal diavolo per evitare di stare con lui. Il prete, scoperto il segreto, nella speranza di alleviare la triste condizione della donna mandò a chiamare il marito e, resosi conto che sarebbe stato vano tentare di togliergli la credenza che la moglie fosse posseduta dal demonio, mutò tattica, e disse a quel credulone di aver individuato la specie di quel demonio che si distingueva per una violenta antipatia verso i caprai, per cui nessun esorcismo sarebbe stato efficace. Il povero uomo, il cui primo lavoro era stato quello di agricoltore e che come pastore non aveva avuto molto successo, acconsentì senza esitazione di tornare al suo vecchio mestiere se ciò avesse tenuto Satana lontano dalla sua casa. Il frate gli procurò un podere e un compratore per il suo gregge ed ebbe ben presto la gioia di vedere la coppia ricomposta e soddisfatta”. (Henry Swinburne, inglese 1743-1803, in “Travels in the Two Sicilies 1783-1785, riportato da “Le vie del Mondo: Calabria”, a cura di Gianni Guadalupi, 2000 Touring Editore, p. 11).