Attualità

La bisaccia del pellegrino 42-2012

Rubrica religiosa settimanale a cura di P. Salvatore Brugnano

Pensieri sparsi per nutrire la mente e l’anima durante la settimana

 

 

Ottobre 2012, terza settimana: 14 – 20 ottobre.

1. Vangelo della domenica 14 ottobre –  “Vendi quello che hai e seguimi”.
2. Aspetti della vita  – 11 ottobre 2012- Benedetto XVI come Giovanni XXIII.
3. Un incontro con S. Alfonso –  La fede in S. Alfonso/2.
4. Vivere la settimana con la liturgia =  15-20 ottobre 2012.
5. Curiosità calabresi del passato  =  Papa Giovanni XXIII in Calabria.

1. Vangelo della domenica –  (Mc 10, 17-27) Forma breve
“Vendi quello che hai e seguimi”.

In quel tempo, mentre Gesù andava per la strada, un tale gli corse incontro e, gettandosi in ginocchio davanti a lui, gli domandò: «Maestro buono, che cosa devo fare per avere in eredità la vita eterna?». Gesù gli disse: «Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, se non Dio solo. Tu conosci i comandamenti: “Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non testimoniare il falso, non frodare, onora tuo padre e tua madre”».
Egli allora gli disse: «Maestro, tutte queste cose le ho osservate fin dalla mia giovinezza». Allora Gesù fissò lo sguardo su di lui, lo amò e gli disse: «Una cosa sola ti manca: va’, vendi quello che hai e dallo ai poveri, e avrai un tesoro in cielo; e vieni! Seguimi!». Ma a queste parole egli si fece scuro in volto e se ne andò rattristato; possedeva infatti molti beni.
Gesù, volgendo lo sguardo attorno, disse ai suoi discepoli: «Quanto è difficile, per quelli che possiedono ricchezze, entrare nel regno di Dio!». I discepoli erano sconcertati dalle sue parole; ma Gesù riprese e disse loro: «Figli, quanto è difficile entrare nel regno di Dio! È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio». Essi, ancora più stupiti, dicevano tra loro: «E chi può essere salvato?». Ma Gesù, guardandoli in faccia, disse: «Impossibile agli uomini, ma non a Dio! Perché tutto è possibile a Dio»..

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Quest’uomo sembrava avere tutto. Egli era ricco e, in più, obbediva ai comandamenti divini. Si è rivolto a Gesù perché voleva anche la vita eterna, che desiderava fosse come una assicurazione a lunga scadenza, come quella che si ottiene da una grande ricchezza. Gesù aveva già annunciato che per salvare la propria vita bisognava essere disposti a perderla, cioè che per seguirlo occorreva rinnegare se stessi e portare la propria croce (Mc 8,34-35).
L’uomo era sincero e si guadagnò uno sguardo pieno d’amore da parte di Gesù: “Una sola cosa ti manca, decisiva per te. Rinuncia a possedere, investi nel tesoro del cielo, e il tuo cuore sarà libero e potrà seguirmi”. Ma né lo sguardo né le parole di Gesù ebbero effetto. Quest’uomo, rattristato, certo, ha tuttavia preferito ritornare alla sicurezza che gli procurava la propria ricchezza. Non ha potuto o voluto capire che gli veniva offerto un bene incomparabilmente più prezioso e duraturo: l’amore di Cristo che comunica la pienezza di Dio (Ef 3,18-19). Paolo lo aveva capito bene quando scrisse: “Tutto ormai io reputo spazzatura, al fine di guadagnare Cristo… si tratta di conoscerlo e di provare la potenza della sua risurrezione…” (Fil 3,8-10)-  (La Chiesa.it). 

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«Va’, vendi quello che hai e dàllo ai poveri» – Vivere da saggi e non da incoscienti! È quanto ci dice la liturgia di questa domenica. La Chiesa ci esorta alla riflessione per far sì che la nostra vita abbia una buona riuscita. Il denaro, la gloria, il desiderio di sicurezza spingono gli uomini ad attaccarsi alle ricchezze. Ma ben presto si scopre la vanità delle illusioni racchiuse nei beni di questo mondo.
Nel brano della Sapienza (I Lettura) troviamo il canto di ringraziamento di un credente, la cui preghiera è stata esaudita. Dio gli ha accordato il dono della sapienza, cioè l’apertura della mente e del cuore al mistero di Dio. Un dono che preferisce alla ricchezza, alla potenza e alla gloria.
L’autore della Lettera agli Ebrei (II Lettura) insiste sulla forza della Parola di Dio, capace di rivelare e mettere a nudo i pensieri e i comportamenti dell’uomo. Una vera e propria contestazione destinata a illuminare e far cambiare strada. Questa parola vivente è Cristo, il Verbo di Dio! Un giovane ricco chiede a Gesù di indicargli la via per avere la vita eterna (Vangelo). La risposta del Maestro è illuminante anche per i discepoli: essere sapienti vuol dire mettersi alla scuola del Figlio di Dio. (Domenico Brandolino, ssp in “La Domenica”). 

 

 2. Aspetti della vita
11 ottobre 2012- Benedetto XVI come Giovanni XXIII
Come Giovanni XXII nel 1962, anche Benedetto XVI ha voluto accogliere e benedire la fiaccolata organizzata dall’Azione Cattolica Italiana per ricordare il 50° anniversario dell’apertura del Concilio Vaticano II. Il Papa ha rivolto ai presenti parole che hanno evocato quelle memorabili e improvvisate di Giovanni XXIII (“Il discorso sulla luna)
Cinquant’anni fa in questo giorno anche io sono stato qui in piazza con lo sguardo verso questa finestra dove s’è affacciato il buon Papa il beato Papa Giovanni e ha parlato a noi con parole indimenticabili, parole piene di poesia, di bontà, parole del cuore. Eravamo felici, direi pieni di entusiasmo. Il grande Concilio Ecumenico era inaugurato eravamo sicuri che doveva venire una nuova primavera della Chiesa, una nuova Pentecoste, una nuova presenza forte della Grazia liberatrice del Vangelo. Anche oggi siamo felici, portiamo gioia nel nostro cuore, ma direi una gioia forse più sobria, una gioia umile.
In questi 50 anni abbiamo imparato ed esperito che il peccato originale esiste e si traduce sempre di nuovo in peccati personali che possono anche divenire strutture del peccato. Abbiamo visto che nel campo del Signore c’è sempre anche la zizzania. Abbiamo visto che nella rete di Pietro si trovano anche i pesci cattivi. Abbiamo visto che la fragilità umana è presente anche nella Chiesa, che la nave della Chiesa sta navigando anche con il vento contrario, con tempeste che minacciano la nave.
E qualche volta abbiamo pensato : il Signore dov’è, ci ha dimenticato! Questa è una parte delle esperienze fatte in questi 50 anni. Ma abbiamo avuto anche la nuova esperienza della presenza del Signore, della sua bontà della sua forza. Il fuoco dello Spirito Santo, il fuoco di Cristo, non è fuoco divoratore, distruttivo, è un fuoco silenzioso, è una piccola fiamma di bontà, di bontà e di verità che trasforma, da luce e calore. Abbiamo visto: il Signore non ci dimentica, anche oggi il suo modo umile, il Signore è presente e da calore ai cuori, mostra vita, crea carismi di bontà e di carità che illuminano il mondo e sono per noi garanzia della bontà di Dio. Si Cristo vive, è con noi anche oggi e possiamo essere felici anche oggi perchè la sua bontà non si spegne è forte anche oggi. Alla fine oso fare mie le parole indimenticabili di Papa Giovanni.
Andate a casa date un bacio ai bambini e dite: che è del Papa. In questo di tutto il cuore imparto la mia benedizione.

Una preghiera per restare vigili
È vero, Signore: le ricchezze di per sé non sono cattive; sono quelli che le posseggono a dover essere criticati. Quelle infatti non sono destinate ad essere possedute, bensì usate secondo le necessità… Perciò sarà difficile per coloro che se le accaparrano, entrare nel regno di Dio. Qui difficile sta per impossibile (Teofilatto di Bulgaria). 

 

3. Un incontro con S. Alfonso
La fede in S. Alfonso /2
“La fede è ci avvalora a superare tutti gli impedimenti che il mondo oppone a salvarci ed a farci santi”.
“Quanto è più grande l’amore di un’anima verso Gesù Cristo tanto è più ferma la sua fede. Il buon Ladrone, vedendo il Redentore che stava sulla Croce morendo senza aver fatto male, e pativa con tanta pazienza, cominciò ad amarlo; preso da questo amore e illuminato poi dalla divina luce, credé essere Egli veramente il Figlio di Dio, e quindi Lo pregò di ricordarsi di lui quando fosse giunto al suo regno”.
Secondo S. Alfonso è l’amore a produrre la fede nelle anime incredule, la fomenta in quelle credenti e produce in quelle apostoliche il desiderio di diffondere la fede tra i popoli e lo zelo per la salvezza delle loro anime. Questo fenomeno poté constatare lo stesso Santo quando venendo richiesto dalla Congregazione di Propaganda Fide di missionari per l’Oriente, tutti i suoi Padri e i suoi giovani Studenti fecero pressanti domande per essere scelti a quella missione. Ed è bella l’ingenua lettera che scrissero il P. Fiocchi e il P. De Robertis che cercavano di essere preferiti a tutti gli altri.
“Dobbiamo noi cattolici da una parte ringraziare continuamente Iddio per averci dato questo gran dono della fede, aggregandoci tra i figli della Santa Chiesa, e dall’altra dobbiamo con umiltà sottomettere le nostre menti alle verità della fede quali umili e semplici bambini”.
S. Alfonso negli ultimi tempi della sua vita patì un Purgatorio di pene per le frequenti tentazioni del nemico. Fu tentato sulla Fede ed egli gridava: «Credo, o Signore, credo e voglio vivere e morire figlio della Chiesa».

 

4. Vivere la settimana con la liturgia = XXVIII Settimana Tempo Ordinario
15-20 ottobre  –  Liturgia delle Ore: IV settimana. 

15  ottobre  (lunedì) – Colore liturgico bianco.

  • Pensiero dalle letture bibliche di oggi = Sia benedetto il nome del Signore, da ora e per sempre. – Alla facilità con cui ci si preferisce rifare a schemi fissi e regole, san Paolo ci ricorda che il Signore vuole da noi risposte libere.
  • – Letture bibliche alla Messa di oggi  = . Gal 4,22-24.26-27.31-5,1; Sal 112,1-7; Lc 11,29-32.
  • – Santi di oggi  =  Santa Teresa d’Avila, vergine e dottore della Chiesa. San Barsen; Santa Tecla. 

16  ottobre  (martedì) – Colore liturgico verde.

  • Pensiero dalle letture bibliche di oggi  = Venga a me, Signore, il tuo amore. – Non serve a nulla mostrarci per ciò che non siamo: il Signore infatti guarda al nostro cuore e al nostro agire mosso dalla fede.
  • – Letture bibliche alla Messa di oggi  = Gal 5,1-6; Sal 118,41.43-45.47-48; Lc 11,37-41.
  • – Santi di oggi  =  Santa Edvige; Santa Margherita M. Alacoque; San Gerardo Maiella redentorista.

17  ottobre  (mercoledì) – Colore liturgico rosso.

  • Pensiero dalle letture bibliche di oggi  = Chi ti segue, Signore, avrà la luce della vita. – C’è un modo di comportarci secondo la carne e uno secondo lo Spirito, il primo preoccupato dell’apparenza, il secondo dall’amore a Cristo.
  • – Letture bibliche alla Messa di oggi  = Gal 5,18-25; Sal 1,1-4.6; Lc 11,42-46.
  • – Santi di oggi  =  Sant’Ignazio di Antiochia, vescovo e martire. Beato Contardo Ferrini; Beato Gilberto il Grande.

18  ottobre  (giovedì)  –  Colore liturgico rosso.

  • Pensiero dalle letture bibliche di oggi = I tuoi santi, Signore, dicano la gloria del tuo regno. – San Luca può essere definito il teologo della missionarietà: infatti come Gesù è l’inviato del Padre, così la Chiesa e ciascuno di noi è da lui caratterizzato dal comando dell’annuncio della buona notizia che è Cristo stesso.
  • – Letture bibliche alla Messa di oggi  = 2Tm 4,10-17b; Sal 144,10-13.17-18; Lc 10,1-9.
  • – Santi di oggi  =  San Luca evangelista. San Pietro d’Alcàntara.

19  ottobre  (venerdì) – Colore liturgico verde.

  • – Pensiero dalle letture bibliche di oggi  = Beato il popolo scelto dal Signore. – La coerenza tra la vita e la fede è la caratteristica fondamentale che Gesù chiede a coloro che lo seguono.
  • – Letture bibliche alla Messa di oggi  =   Ef 1,11-14; Sal 32,1-2.4-5.12-13; Lc 12,1-7.
  • – Santi di oggi  = Santi Giovanni de Brebeuf, Isacco Jogues sacerdoti. e compagni; San Paolo della Croce.

20  ottobre  (sabato) – Colore liturgico verde.

  • Pensiero dalle letture bibliche di oggi  =  Hai posto il tuo Figlio sopra ogni cosa. – È il dono dello Spirito Santo che ci rende capaci di riconoscere chi veramente sia Gesù. Non è sufficiente la semplice ricerca umana.
  • – Letture bibliche alla Messa di oggi  = Ef 1,15-23; Sal 8,2-7; Lc 12,8-12.
  • – Santi di oggi  = San Vitale; Santa Adelina; Santa Maria Bertilla Boscardìn.

5. Curiosità calabresi del passato
Papa Giovanni XXIII in Calabria

Alla fine del novembre 1922, dai vetri opachi di una carrozza ferroviaria, don Angelo Roncalli – allora presidente del Consiglio Centrale Italiano della Pontificia Opera per la propagazione della Fede – percorreva con lo sguardo irte vette e orizzonti costieri. Si trovava in terra Calabra per visitare alcune Diocesi, a motivo dell’ufficio che ricopriva.
A distanza di quarant’anni da quella visita nel profondo Sud-Italia, don Angelo, divenuto Giovanni XXIII, si trovò tra le mani una richiesta avanzata da Mons. Giovanni Ferro a nome del Concilio Provinciale Calabro: implorava il Sommo Pontefice di proclamare San Francesco da Paola Celeste Patrono della Calabria.
Impossibile che Papa Roncalli non abbia richiamato a se stesso i ricordi di quel viaggio in terra Calabra, tra i fedeli e il clero di allora. Una lapide in marmo sopra la porta della chiesa di Caria, nel Vibonese, testimonia ancora oggi il suo passaggio.

Così, il 2 giugno del 1962, il Santo Padre Giovanni XXIII donò alla gente di Calabria una nuova luce. Con il breve Lumen Calabriae (Luce della Calabria) egli proclamò San Francesco da Paola Celeste Patrono della regione. Egli stesso, nel documento redatto, constata che San Francesco “per la santità della sua vita e per gli innumerevoli favori celesti ottenuti per sua intercessione, è venerato dagli abitanti di quella regione con continui e speciali atti di culto”.
La fede dei Calabresi, intrisa di spiritualità monastica e contemplativa, saprà rispondere alle numerose sollecitazioni che proverranno da una nuova gioiosa testimonianza della vita religiosa in questo particolare anno della Fede.

(Cfr. Davide Imeneo in avveniredicalabria.it/il-santo-che-parla-ai-calabresi – lunedì 11 giugno 2012)

 

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