Cultura e Società

La bisaccia del pellegrino

Rubrica religiosa settimanale

A cura di P. Salvatore Brugnano


Febbraio 2010, quarta settimana: 21-27 febbraio
1. Vangelo della domenica – «Non di solo pane vivrà l’uomo».
2. Aspetti della vita – Il modo di dare conta più di quello che si dà.
3. Un insegnamento di S. Alfonso – Vanità del mondo.
4. La settimana con la liturgia (21-27 febbraio).
5. Saggezza calabrese-Il calendario scandito dagli eventi religiosi/1

1. Vangelo della domenica – Luca 4,1-13«Non di solo pane vivrà l’uomo».
In quel tempo, Gesù, pieno di Spirito Santo, si allontanò dal Giordano ed era guidato dallo Spirito nel deserto, per quaranta giorni, tentato dal diavolo. Non mangiò nulla in quei giorni, ma quando furono terminati, ebbe fame. Allora il diavolo gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, di’ a questa pietra che diventi pane». Gesù gli rispose: «Sta scritto: “Non di solo pane vivrà l’uomo”».
Il diavolo lo condusse in alto, gli mostrò in un istante tutti i regni della terra e gli disse: «Ti darò tutto questo potere e la loro gloria, perché a me è stata data e io la do a chi voglio. Perciò, se ti prostrerai in adorazione dinanzi a me, tutto sarà tuo». Gesù gli rispose: «Sta scritto: “Il Signore, Dio tuo, adorerai: a lui solo renderai culto”».
Lo condusse a Gerusalemme, lo pose sul punto più alto del tempio e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, gèttati giù di qui; sta scritto infatti: “Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo affinché essi ti custodiscano”; e anche: “Essi ti porteranno sulle loro mani perché il tuo piede non inciampi in una pietra”». Gesù gli rispose: «È stato detto: “Non metterai alla prova il Signore Dio tuo”».
Dopo aver esaurito ogni tentazione, il diavolo si allontanò da lui fino al momento fissato.

LA FORZA DELLA FEDE SULLE NOSTRE TENTAZIONI. – La tentazione di Satana è permessa da Dio, affinché la nostra fede sia cosciente e volontaria. Anche Gesù come uomo è tentato. Si trova di fronte a due vie: quella del messianismo trionfale, e quella del messianismo che ripone ogni fiducia in Dio. Le tre Letture di oggi sono legate da un filo sottile eppure basilare: quello della fede professata e vissuta, che assicura la presenza operante del Signore accanto ai suoi fedeli.
La Quaresima si apre con il racconto delle tentazioni di Gesù. Poste alla soglia del suo ministero pubblico, esse sono in qualche modo l’anticipazione delle numerose contraddizioni che Gesù dovrà subire nel suo itinerario, fino all’ultima violenza della morte. In esse è rivelata l’autenticità dell’umanità di Cristo, che, in completa solidarietà con l’uomo, subisce tutte le tentazioni tramite le quali il Nemico cerca di distoglierlo dalla sua completa sottomissione al Padre. “Cristo tentato dal demonio! Ma in Cristo sei tu che sei tentato” (sant’Agostino).
In esse viene anticipata la vittoria finale di Cristo nella risurrezione. Cristo inaugura un cammino – che è l’itinerario di ogni essere umano – dove nessuno potrà impedire che il disegno di Dio si manifesti per tutti gli uomini: la sua volontà di riscattarlo, cioè di recuperare per l’uomo la sovranità della sua vita in un libero riconoscimento della sua dipendenza da Dio.
È nell’obbedienza a Dio che risiede la libertà dell’uomo. L’abbandono nelle mani del Padre – “Io vivo per il Padre” – è la fonte dell’unica e vera libertà, che consiste nel rifiutare di venire trattati in modo diverso da quello che siamo. Il potere di Dio la rende possibile. (La Chiesa.it)

2. Aspetti della vita
Il modo di dare conta più di quello che si dà.

Alcuni danno a piene mani ma nessuno è loro grato: il modo di dare conta più di quello che si dà. – In questa frase c’è una verità e un rischio. La verità è indubbia: il modo di donare è spesso più importante del dono stesso. Un piacere fatto con malagrazia, un’elemosina data con fastidio, un atto di generosità fatto calare dall’alto si inaridiscono e perdono il loro valore. Non è vero che la forma non conti nulla rispetto al contenuto. Dare con gioia, con finezza, con amore è tutt’altra cosa che offrire qualcosa con fatica, con recriminazione o freddezza. Tuttavia c’è un rischio nell’elargizione troppo manierosa. C’è, infatti, il sottile piacere della superiorità, dell’apparire, dell’ipocrisia. Gesù su questo tema è stato lapidario: “Quando fai l’elemosina, non suonare la tromba davanti a te, come fanno gli ipocriti per essere lodati dagli uomini… Quando invece tu fai l’elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra…” (Matteo, 6, 2-3).. (Mons. Gianfranco Ravasi).

3. Un insegnamento di S. Alfonso
Vanità del mondo

“Qual vantaggio avrà l’uomo, se guadagnerà il mondo intero, e poi perderà la propria anima” (Mt 16,26). Questa massima evangelica ha aperto a tante persone le porte del paradiso e ha dato tanti santi alla Chiesa! A che pro guadagnare il mondo che finisce, e poi perdere l’anima che è eterna?
Oh, il mondo! E che cosa è questo mondo? Apparenza, scena, commedia: “Finisce la scena di questo mondo” (1 Cor 7,31). Viene la morte, cala il sipario, si chiude la scena e tutto è finito.
Oh Dio, in punto di morte, alla luce di quella candela, come ci appariranno le cose del mondo? Che ne sarà di quei vasi d’argento, del denaro accumulato, di quei mobili tanto pregiati quanto inutili, dal momento che bisogna lasciar tutto?
Gesù mio, fa’ che l’anima mia d’ora in poi sia tutta tua. Fa’ che non ami altri che te. Voglio distaccarmi da tutto, prima che la morte me ne distacchi a forza.
 Scrive s. Teresa d’Avila: “Ciò che finisce, non conta!”. Procuriamoci una fortuna che non si estingue nel tempo. A che serve una felicità di pochi giorni – ammesso che ci possa essere una felicità senza Dio – se poi si deve essere infelici per sempre? Dice il profeta Davide (Sal 73,20) che i beni di questo mondo saranno come un sogno al risveglio: “Come un sogno, quando ci si sveglia la loro immagine è svanita, Signore”. – Che delusione sognare di essere re e svegliarsi poveri come realmente si è.
Mio Dio, chi sa che questa meditazione non sia l’ultima per me. Dammi la forza di sgombrare il mio cuore da tutti gli affetti disordinati del mondo, prima che me ne parta. Fammi conoscere tutto il torto che ti ho fatto, preferendoti a misere creature. “Padre, non sono degno di essere chiamato tuo figlio” (Lc 15,19). Mi pento di averti voltato le spalle. Accoglimi ora che ritorno da te.
 In punto di morte a un cristiano non giovano i posti ricoperti, la vanagloria, le ricchezze, i divertimenti, averla avuta sempre vinta. Unica consolazione è aver amato Cristo e quel poco che si è fatto per amor suo.(Alfonso Amarante, Verità scomode, 2009)

4. La settimana con la liturgia
22 febbraio (lun) –  Il Signore è il mio pastore: non manco di nulla.  – “Tu sei Pietro”. Il nome che Gesù dà all’apostolo Simone rivela la sua nuova identità e missione: essere nella Chiesa per la sua limpida fede e non per le sue umane capacità – “roccia” inattaccabile dalle forze del male.
Letture di oggi = 1Pt 5,1-4; Sal 22,2-6; Mt 16,13-19.
Santi di oggi =  Festa della Cattedra di San Pietro, apostolo. – San Papia.
 
23 febbraio (mar) – Chi spera nel Signore non resta confuso. –  La preghiera del Padre nostro è molto più di una formula: è «la sintesi di tutto il Vangelo» (Tertulliano), perché scaturisce dal cuore del Figlio.
Letture di oggi = Is 55,10-11; Sal 33,4-7.16-19; Mt 6,7-15.
Santi di oggi =  San Policarpo, vescovo e martire. – Beata Giuseppina Vannini; Beato Ludovico Mzyk
 
24 febbraio (mer) – Tu non disprezzi, o Dio, un cuore contrito e affranto.  – Il segno per eccellenza della Quaresima è il Signore Gesù, specialmente nel suo mistero pasquale. Senza un’autentica conversione a Lui, ogni altro segno rimane vuoto.
Letture di oggi = Gn 3,1-10; Sal 50,3-4.12-13.18-19; Lc 11,29-32.
Santi di oggi =  San Modesto; Beato Tommaso M. Fusco; Beato Costanzo Servoli.
 
25 febbraio (gio) – Nel giorno in cui ti ho invocato, mi hai risposto. – Umiltà e confidenza: con questi atteggiamenti la regina Ester si rivolge a Dio nel momento del pericolo. Il Signore stesso incoraggia la preghiera fiduciosa al Padre, fonte di ogni dono perfetto
Letture di oggi = Est 4,17; Sal 137,1-3.7-8; Mt 7,7-12.
Santi di oggi = San Nestore; San Cesario; Beato Domenico Lentini.
 
26 febbraio (ven) – Se consideri le colpe, Signore, chi ti può resistere? – Non possiamo presentarci davanti a Dio con giudizi e rancori nei confronti del prossimo. Ricordiamoci che egli è un Dio di misericordia e desidera che anche i più lontani trovino la via della vita.
Letture di oggi = Ez 18,21-28; Sal 129,1-8; Mt 5,20-26.
Santi di oggi =  Sant’Alessandro di Alessandria; San Vittore; Sant’Agricola.
 
27 febbraio (sab) – Beato chi cammina nella legge del Signore. – Solo se siamo conquistati dall’amore smisurato del Padre, cadono tutte le nostre distinzioni tra meritevoli e non meritevoli, buoni e cattivi, amici e nemici.
Letture di oggi = Dt 26,16-19; Sal 118,1-2.4-5.7-8; Mt 5,43-48.
Santi di oggi =  Santa Onorina; San Gabriele dell’Addolorata.

5. Saggezza calabrese
Note sul calendario scandito dagli eventi religiosi/ 1
Il credente calabrese viveva il calendario civile cadenzandolo con gli eventi religiosi, anzi comiugandolo con essi: ne sono nati proverbi gustosi e indicativi come i seguenti
 La Candilora si ningi o plora (=nevica o piove) – lu ‘nvernu è fora!
A la Candilora ‘u ‘mbernu è fora; – ma rispundi l’ursu di tana: – n’autri coranta jorna avimu ancora.
D’a Candilora ‘u ‘mbernu è fora! – ma rispundi ‘a vecchia arraggiata: – ‘U ‘bernu dura finu ‘a Nunziata!.
Pasca e Natali duva capita, – Carnelevari a la casa tua!
Quarajìsima è benuta – pe mangiari pani e lettuca; – quarajìsima jèni acchicata – pe mangiari pani e ‘nsalata. – Quarajìsima ha l’occhju smortu – ca non dassa frundi all’ortu.
All’Annunziata – ‘nta na frunna di ficu capi na sarda salata.
‘U jornu di santa Nunziata, ogni spica è già spuntata. (da Salvatore Brugnano, Espressioni di religiosità popolare /5 – La vita)

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