La bisaccia del pellegrino 3

Rubrica religiosa settimanale a cura di P. Salvatore Brugnano

Pensieri sparsi per nutrire la mente e l’anima durante la settimana

 

Gennaio 2012, terza settimana: 15-21 gennaio

1. Vangelo della domenica 15 gennaio – «Videro dove dimorava e rimasero con lui.».
2. Aspetti della vita  – 15 gennaio: Giornata mondiale per i Migranti.
3. Un incontro con S. Alfonso – Il segretario… nottambulo.

4. Vivere la settimana con la liturgia =  16-21 gennaio 2012.
5. Curiosità calabresi del passato  =  Come muoiono i briganti.

 1. Vangelo della domenica –  (Gv 1,35-42)
Videro dove dimorava e rimasero con lui.
In quel tempo Giovanni stava con due dei suoi discepoli e, fissando lo sguardo su Gesù che passava, disse: «Ecco l’agnello di Dio!». E i suoi due discepoli, sentendolo parlare così, seguirono Gesù.
Gesù allora si voltò e, osservando che essi lo seguivano, disse loro: «Che cosa cercate?». Gli risposero: «Rabbì – che, tradotto, significa maestro –, dove dimori?». Disse loro: «Venite e vedrete». Andarono dunque e videro dove egli dimorava e quel giorno rimasero con lui; erano circa le quattro del pomeriggio.
Uno dei due che avevano udito le parole di Giovanni e lo avevano seguito, era Andrea, fratello di Simon Pietro. Egli incontrò per primo suo fratello Simone e gli disse: «Abbiamo trovato il Messia» – che si traduce Cristo – e lo condusse da Gesù. Fissando lo sguardo su di lui, Gesù disse: «Tu sei Simone, il figlio di Giovanni; sarai chiamato Cefa» – che significa Pietro..

Questo brano del vangelo presenta il sapore dei fatti vissuti e ben impressi nella memoria, perché hanno cambiato la vita. – I discepoli hanno dato la loro fiducia a Giovanni il Battista. È sulla sua parola che “seguono” Gesù indicato come l’“Agnello di Dio”.
L’incontro con Cristo prende l’avvio da una domanda che gli viene rivolta: “Dove abiti?”. Ma subito si trasforma in un affidamento dei discepoli al mistero.
Gesù risponde: “Venite e vedrete”.
L’esperienza del condividere tutto convince i discepoli che Gesù è il Messia atteso. – L’incontro con Cristo non è un avvenimento superficiale: si configura come un sentirsi compresi e amati; cambia il nome, e, con il nome, cambia l’atteggiamento di fondo: “Tu sei Simone… ti chiamerai Cefa”.
Il trovare Gesù – o meglio, l’essere trovati da Gesù – non solo muta l’esistenza, ma rende annunciatori della salvezza. A modo di traboccamento di gioia. A modo di esigenza di partecipare insieme alla vita nuova scoperta in Cristo.  (La Chiesa.it).

Il Vangelo di Giovanni odierno sottolinea un particolare quasi secondario: erano circa le quattro del pomeriggio. Perché fissare l’orario nel quale i due discepoli di Giovanni incontrarono Gesù e fecero dimora presso di lui?  – Quel dettaglio è fondamentale nella storia della salvezza, perché segna la conversione di Andrea e di Simon Pietro. Da quel momento Simone si chiamerà con il nome di Pietro, sul quale Cristo fonderà la sua Chiesa. E i due fratelli rimasero con Gesù nella sua dimora, condividendo con lui la giornata. Ecco perché quelle quattro del pomeriggio tracciarono un solco tra il prima e il dopo.
L’Agnello di Dio, così Giovanni aveva chiamato Gesù, aveva attirato l’attenzione dei due discepoli, ma solo vedendo dove viveva e come viveva, decisero di seguirlo. Dall’Ecco l’Agnello di Dio all’eccomi di Samuele (I Lettura) che si mette a disposizione del Signore per compiere il suo volere, è un ecco che risuonerà molte volte nella storia della salvezza, a cominciare da quello della Vergine Maria.
Quell’atteggiamento di piena disponibilità metterà l’uomo nella condizione di glorificare Dio anche con il corpo, come l’apostolo Paolo scrive ai Corinzi (II Lettura).  Nicola Gori. (Nicola Gori in “La Domenica”).(

 2. Aspetti della vita
15 gennaio: Giornata mondiale per i Migranti.
Migrazioni e Nuova Evangelizzazione – L’immigrazione sta cambiando i luoghi abituali della nostra vita. In famiglia, a scuola, sul lavoro, in chiesa, nei luoghi del tempo libero incontriamo in Italia ormai più di 5 milioni di immigrati di 193 Paesi del mondo e 140 lingue diverse.
Spesso, anche nelle nostre comunità, l’atteggiamento più frequente è quello della paura, della diffidenza, unita talvolta anche all’indifferenza: atteggiamenti che tengono distanti le persone e non aiutano una vera conoscenza.
Seguendo il magistero del Papa Benedetto XVI – soprattutto nell’enciclica Caritas in veritate (n. 63)  e dei Vescovi italiani – è importante costruire occasioni e percorsi d’incontro, di conoscenza, di relazione e di accoglienza, per ridisegnare il volto delle nostre città e comunità senza escludere nessuno.

Quest’anno il tema della Giornata mondiale per i migranti e i rifugiati, che si celebrerà in tutte le parrocchie il 15 gennaio, è: Migrazioni e nuova evangelizzazione. Cercheremo di prepararci al prossimo Sinodo dei Vescovi sulla nuova evangelizzazione in Europa, scoprendo: il valore aggiunto di fedeli e comunità in Italia di immigrati cattolici (quasi un milione), per valorizzare la loro storia di fede – spesso carica di sofferenze –; il desiderio di comunione e di unità in tanti fedeli cristiani ortodossi (oltre un milione e trecentomila); la ricerca di Dio di tanti immigrati che provengono da Paesi che hanno vissuto l’ateismo di Stato (Albania, Cina…).
Per saperne di più visita il sito: www.migrantes.it. (Mons. Giancarlo Perego Direttore generale Migrantes).

3. Un incontro con S. Alfonso
Il segretario… nottambulo
Una sera sant’Alfonso chiamò il suo segretario per confessarsi, e questi serrato l’uscio della propria stanza portò la chiave in mano. Nel dare l’assoluzione la posò sul tavolino ch’eragli al fianco: andatosene si fermò dal Vicario per conferire di un affare di premura.
Col sonno nelle palpebre il Verzella indi si avviò alla stanza per coricarsi. “E la chiave?…”. Non trovandosela nella tasca, gironzolò per rintracciarla; si rammentò in fine di averla lasciata sulla scrivania del vescovo. Che fare? svegliare Monsignore o passare la nottata in piedi? Le due possibilità gli riuscivano molto incresciose. Dopo aver riflettuto si scalzò e zitto zitto, di soppiatto, a tentoni entrò al buio nella cameretta del vescovo con la speranza che già dormisse profondamente. Senonché aperta la porta e fatti pochi passi, inciampò e con un brutto capitombolo precipitò su Monsignore, che giaceva disteso a terra. Il Santo rimase spaventato nel sentirsi addosso quel peso imprevisto, e don Verzella più che mai sbigottito, afferrata la chiave, scappò via in silenzio per non allarmare.
Il giorno dopo il segretario cercava di non farsi vedere a causa dell’avventura notturna, ma alla fine dovette pur presentarsi al vescovo per svolgere una pratica. Era arrossito come un papavero di giugno. Il Santo gli disse con deliziosa ed arguta ingenuità: “Don Felice, quando è notte, non andate girando per le camere degli altri”.
Probabilmente se il segretario almeno una volta non fósse stato nottambulo, non avremmo saputo nulla delle vigilie che Monsignore esercitava come gli antichi monaci penitenti nelle laure dei deserti della Tebaide.
(O.Gregorio, Monsignore si diverte, p. 131)

 4. Vivere la settimana con la liturgia = II Settimana TO (16-21 gennaio) Liturgia delle Ore: II Settimana.

 16  gennaio  (lunedì) – Colore liturgico verde.

  • Pensiero dalle letture bibliche di oggi  = A chi cammina per la retta via mostrerò la salvezza di Dio.. – La fede non è solamente un qualcosa di personale e intimo, ma richiede anche un rapporto con il Signore che abbia come punto focale l’obbedienza.
  • – Letture bibliche alla Messa di oggi  =  lSamuele 15,16-23; Salmo 49,8-9.16-17.21.23; Marco 2,18-22.
  • – Santi di oggi  =  San Marcellino I; San Tiziano; Beato Giuseppe A. Tovini. 

17  gennaio  (martedì) – Colore liturgico verde. – Giornata per l’approfondimento e lo sviluppo del dialogo ebraico-cristiano.

  • Pensiero dalle letture bibliche di oggi  =  Ho trovato Davide, mio servo. – Il Signore si mostra nella storia umana come pura libertà che a volte disorienta l’ordine prestabilito che noi ci creiamo.
  • – Letture bibliche alla Messa di oggi  = 1Samuele 16,1-13a; Salmo 88,20-22.27-28; Marco 2,23-28.
  • – Santi di oggi  =  Sant’Antonio, abate.

 Dal 18 al 25 si celebra la SETTIMANA DELL’UNITÀ dei cristiani

18 gennaio  (mercoledì) – Colore liturgico verde. – Primo giorno

  • Pensiero dalle letture bibliche di oggi  – Trasformati da Cristo, colui che serve (Cfr Mc 10,45).-  I nostri diversi doni per il servizio comune all’umanità rendono visibile la nostra unità in Cristo
  • – Letture bibliche alla Messa di oggi  = Zaccaria 9,9-10; Salmo 131,1-3; Romani 12,3-8; Marco 10,42-45.
  • – Santi di oggi  =  S. Prisca; S. Margherita d’Ungheria.

19 gennaio  (giovedì)  –  Colore liturgico verde. – Secondo giorno

  • Pensiero dalle letture bibliche di oggi  = Trasformati dalla paziente attesa del Signore (Cfr Mt 3,15). – Siamo tutti chiamati a collaborare con l’azione dello Spirito nell’unire i cristiani.
  • – Letture bibliche alla Messa di oggi  = lSamuele 1,1-20; Salmo 40,1-18; Ebrei 11,32-34; Matteo 3,13-15.
  • – Santi di oggi  = S. Germanico; S. Mario; S. Bassiano.

20 gennaio  (venerdì) – Colore liturgico verde. – Terzo giorno

  • Pensiero dalle letture bibliche di oggi  = Trasformati dal Servo sofferente (Cfr 1Pt 2,21). – Più ci avviciniamo alla croce di Cristo, più ci avviciniamo gli uni agli altri.
  • – Letture bibliche alla Messa di oggi  =   Isaia 53,3-11; Salmo 22,12-25; 1Pietro 2,21-25; Luca 24,25-27.
  • – Santi di oggi  =  S. Fabiano; S. Sebastiano.

21 gennaio  (sabato) – Colore liturgico rosso. – Quarto giorno

  • Pensiero dalle letture bibliche di oggi  =  Trasformati dalla vittoria del Signore sul male (Cfr Rm 12,21). – In Gesù siamo chiamati a condividere questa nuova vita, combattendo con lui contro quanto vi è di storto in questo mondo, ma anche con fiducia e gioia per quanto vi è di buono.
  • – Letture bibliche alla Messa di oggi  = Esodo 23,1-9; Salmo 1,1-6; Romani 12, 17-21; Matteo 4,1-11.
  • – Santi di oggi  = S. Agnese; S. Epifanio; S. Albano Roe.

5. Curiosità calabresi del passato
Come muoiono i briganti
Il 27 dicembre 1864, nella contrada Princivalle di Mongrassano, furono arrestati dalla «squadriglia segreta», organizzata dal Prefetto Guicciardi di Cosenza, i feroci capi briganti cosentini Pinnolo e Bellusci ,i banditi La Croce, Debello, Raho, Tavolaro e Guida. Quest’ultimo di 16 anni.
Il giorno 2 gennaio 1865, Bellusci e Pinnolo furono fucilati. Ecco le ultime loro ore raccontate da Vincenzo Padula: «Bellusci e Pinnolo. È il giorno 2 sulle sette e mezzo Bellusci e Pinnolo furono fucilati. Bellusci avea più sentimento da uomo; Pinnolo era un bruto.
Bellusci era stato soldato borbonico e possedeva una certa educazione. Finanche nelle carceri, pel poco tempo che vi ebbe a dimorare, serbò autorità sopra Pinnolo. Chiedeva che gli facesse il letto, che gli accendesse il sigaro, che gli si cavassero gli stivali, e Pinnolo obbediva. Era serio e tranquillo, ed aspettava (così almeno s’illudeva) la grazia sovrana.
Pinnolo fino alla mezzanotte fe’ lo Zanni: rideva, motteggiava, e quando gli si parlava di grazia: «Oh si», soggiungeva, «domani avremo certo la. grazia della pelle». – Il confessore avendogli ricordato, l’inferno, Pinnolo gli domandò a sua volta : «Chi n’è venuto? ».
Bellusci gridò ancora: «Pinnolo, io ti fui cagione della rovina del corpo, non voglio esserti quella della perdita dell’anima: Dio ci è, Dio ci aspetta, pentiti ». Si chiese a Pinnolo se lasciasse moglie, ed egli rispose: « Io non lascio moglie, e perciò muoio tranquillo; perché non corro pericolo di essere cornuto ».
I due briganti fumarono sette sigarette e dormirono tre ore. Pinnolo si confessò col padre De Vulcanis, fratello dei briganti De Vulcanis che si trovavano in prigione, ed ai quali egli e Bellusci lasciarono i loro stivaloni ed i cappotti.
Questi si confessò col prete Luigi Santelli. « Padre – gli disse – Ho trecento docati nascosti nella montagna di Bonifati; ti darò i segnali del luogo, e me ne dirai tante messe ». « Non posso accettarli ». – « Se non volete accettarli voi, distribuiteli agl’infermi dello Spedale di cui siete Cappellano». – « Ciò neppure va bene: il denaro rubato deve restituirsi al padrone». – « S’è così, ti prego manifestare il luogo del nascondiglio ai Sigg. Antonucci, Diodati e Romito; perché quel denaro è la quota che a me toccò del loro sequestro ». Dopo un lungo silenzio ripigliò a dire: « Padre, voglio morire col ” lustro “‘ temo che ci fucileranno di notte; ottieni, ti prego, che fossimo uccisi dopo nato il sole ».
Entrarono i carabinieri; uno di questi parve imbarazzato a legare le mani del Bellusci e questi gli disse: «Passate per di qui la corda, che stringerete meglio e più presto».
Quando si avviarono al supplizio la popolazione accorsa era immensa. Pinnolo e Bellusci non camminavano, ma correvano ed i preti assistenti si stancavano al loro passo. Si giunse presso la Riforma: i soldati che doveano tirare alle loro spalle erano schierati. Bellusci guardò la chiesa della Riforma, e disse al prete: «Padre, vorrei essere fucilato presso alle mura di quella chiesa». – « Ciò non si può ». – «Ma almeno mi facciano prima inginocchiare».  – «Ciò non dipende da me». – «Dunque raccomandami con Dio ».
Furono queste l’ultime parole. Dodici fucili si scaricarono alle spalle di Bellusci e Pinnolo. Bellusci restò morto sul colpo; Pinnolo caduto si dibatteva ancora ed ebbe il colpo di grazia.
I forestieri non potettero capire perché il popolo corresse a raccogliere le palle e credettero che il facesse per idea di guadagno. Non è vero; è ubbia popolare in Calabria che la palla che ha forato il petto d’un condannato a morte, sia un rimedio infallibile, a sospenderla sul ventre per guarire le coliche »
da Cronache di briganti contadini e baroni a Savelli e in Sila dal 1796 al 1876 di G. B. MAONE – Chiaravalle Centrale 1978

 

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