Rubriche

La bisaccia del pellegrino 38-2013

 

Rubrica religiosa settimanale a cura di P. Salvatore Brugnano

Pensieri sparsi per nutrire la mente e l’anima durante la settimana10ott

 

 

Settembre 2013, terza settimana: 15-21 settembre.

1. Vangelo della domenica 15 settembre – «Ci sarà gioia in cielo per un solo peccatore
che si converte».
2. Aspetti della vita:  Torino – Costruire una politica che
riconosca la centralità della famiglia.
3. Le Opere di S. Alfonso = 1758 – La Misericordia di Dio.
4. Vivere la settimana con la liturgia =  16-21 settembre 2013.
5. La Calabria e la Madonna  = Beata Vergine della Consolazione Patrona di Reggio Calabria (12 settembre).

1. Vangelo della domenica –  (Lc 14,25-33)
«Ci sarà gioia in cielo per un solo peccatore che si converte».

In quel tempo, si avvicinavano a Gesù tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo. I farisei e gli scribi mormoravano dicendo: «Costui accoglie i peccatori e mangia con loro».
Ed egli disse loro questa parabola: «Chi di voi, se ha cento pecore e ne perde una, non lascia le novantanove nel deserto e va in cerca di quella perduta, finché non la trova? Quando l’ha trovata, pieno di gioia se la carica sulle spalle, va a casa, chiama gli amici e i vicini e dice loro: “Rallegratevi con me, perché ho trovato la mia pecora, quella che si era perduta”. Io vi dico: così vi sarà gioia nel cielo per un solo peccatore che si converte, più che per novantanove giusti i quali non hanno bisogno di conversione.
Oppure, quale donna, se ha dieci monete e ne perde una, non accende la lampada e spazza la casa e cerca accuratamente finché non la trova? E dopo averla trovata, chiama le amiche e le vicine, e dice: “Rallegratevi con me, perché ho trovato la moneta che avevo perduto”. Così, io vi dico, vi è gioia davanti agli angeli di Dio per un solo peccatore che si converte».

Disse ancora: «Un uomo aveva due figli. Il più giovane dei due disse al padre: “Padre, dammi la parte di patrimonio che mi spetta”. Ed egli divise tra loro le sue sostanze. Pochi giorni dopo, il figlio più giovane, raccolte tutte le sue cose, partì per un paese lontano e là sperperò il suo patrimonio vivendo in modo dissoluto. Quando ebbe speso tutto, sopraggiunse in quel paese una grande carestia ed egli cominciò a trovarsi nel bisogno. Allora andò a mettersi al servizio di uno degli abitanti di quella regione, che lo mandò nei suoi campi a pascolare i porci. Avrebbe voluto saziarsi con le carrube di cui si nutrivano i porci; ma nessuno gli dava nulla. Allora ritornò in sé e disse: “Quanti salariati di mio padre hanno pane in abbondanza e io qui muoio di fame! Mi alzerò, andrò da mio padre e gli dirò: Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio. Trattami come uno dei tuoi salariati”. Si alzò e tornò da suo padre.
Quando era ancora lontano, suo padre lo vide, ebbe compassione, gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò. Il figlio gli disse: “Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio”. Ma il padre disse ai servi: “Presto, portate qui il vestito più bello e fateglielo indossare, mettetegli l’anello al dito e i sandali ai piedi. Prendete il vitello grasso, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa, perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”. E cominciarono a far festa.
Il figlio maggiore si trovava nei campi. Al ritorno, quando fu vicino a casa, udì la musica e le danze; chiamò uno dei servi e gli domandò che cosa fosse tutto questo. Quello gli rispose: “Tuo fratello è qui e tuo padre ha fatto ammazzare il vitello grasso, perché lo ha riavuto sano e salvo”. Egli si indignò, e non voleva entrare. Suo padre allora uscì a supplicarlo. Ma egli rispose a suo padre: “Ecco, io ti servo da tanti anni e non ho mai disobbedito a un tuo comando, e tu non mi hai mai dato un capretto per far festa con i miei amici. Ma ora che è tornato questo tuo figlio, il quale ha divorato le tue sostanze con le prostitute, per lui hai ammazzato il vitello grasso”. Gli rispose il padre: “Figlio, tu sei sempre con me e tutto ciò che è mio è tuo; ma bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”».

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“Si avvicinarono a lui tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo. I farisei e gli scribi mormoravano: Costui riceve i peccatori e mangia con loro. Allora egli disse loro questa parabola…” (Lc 15,1-2).
 A un uditorio di mormoratori Gesù racconta le tre parabole dei perduti ritrovati. Quale nuova idea di Dio ci rivelano? Tra tutte le parabole sono indubbiamente le più sconvolgenti perché ci insegnano anzitutto che Dio si interessa di ciò che è perduto e che prova grande gioia per il ritrovamento di ciò che è perduto. Inoltre, Dio affronta le critiche per stare dalla parte del perduto: il padre affronta l’ira del figlio maggiore con amore, con pace, senza scusarsi. Gesù affronta le critiche fino a farsi calunniare, critiche che si riproducono continuamente e quasi infallibilmente. Perché tutte le volte che la Chiesa si ripropone l’immagine di Dio che cerca i perduti, nasce il disagio. E ancora, Dio si interessa anche di un solo perduto. Le parabole della pecorella perduta e della donna che fatica tanto per una sola dramma perduta, hanno del paradossale per indicare il mistero di Dio che si interessa anche di uno solo perduto, insignificante, privo di valore, da cui non c’è niente di buono da ricavare. Ciò non significa evidentemente che dobbiamo trascurare i tanti, però è un’immagine iperbolica dell’incomprensibile amore del Signore. (da Chiesa.it).

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Abbiamo creduto all’amore che Dio ha per noi – «Mi è stata usata misericordia» (1Tm 1,13).  Queste parole, (II Lettura) che ascolteremo questa domenica, possono essere considerate la chiave di lettura di tutta la Liturgia della Parola. Quando ci accostiamo a Dio, consapevoli del nostro peccato, ci viene quasi spontaneo chiedergli perdono e promettergli per il futuro una vita diversa. Così come succede al figlio (Vangelo) che si era allontanato da casa, sperperando tutta l’eredità del padre nella parabola odierna del figliol prodigo. Questo, tuttavia, è un atteggiamento ancora molto egoistico, perché al centro della preghiera siamo ancora noi con il nostro desiderio di recuperare crediti di fronte a Dio e nel tentativo di ottenere la pace interiore. Mosè (I Lettura) invece interpella Dio e gli chiede di ricordarsi della sua alleanza, stabilita con Abramo e della decisione di rendere la sua discendenza numerosa come le stelle del cielo. Parte da qui l’esperienza vera del perdono: confessando la fede nella misericordia del Signore, certi che la elargisce a chi si presenta a lui come figlio, peccatore e tuttavia amato. (Tiberio Cantaboni, in La Domenica).

Una preghiera per restare vigili
Signore, quando si compie il bene le mormorazioni non mancano. Donaci di rispondere ad esse con la pazienza e la mitezza che hai dimostrato tu con gli scribi e i farisei, con l’affettuosità del padre verso il figlio maggiore alla sua reazione negativa. Nel tuo Amore misericordioso vai alla ricerca di chi è perduto, finché non lo ritrovi. Ti attendiamo, raggiungici. L’amore ricevuto diventi amore donato per una gioia da condividere.  (Lucia Giallorenzo).

 

 2. Aspetti della vita
Torino – Costruire una politica che riconosca la centralità della famiglia.

La 47° Settimana sociale di Torino tenuta a Torino nei giorni scorsi (12-15 settembre) ha considerato la necessità della centralità della famiglia nella nostra società e sui doveri della politica verso di essa.
L’appuntamento si è svolto  attraverso tre temi principali: ascoltare i cambiamenti in atto, confrontarsi e proporre delle possibili soluzione ai problemi delle famiglie.  È un esercizio ispirato dalla dottrina sociale della Chiesa, che chiama in causa la responsabilità di ognuno, dei pastori, innanzitutto, con la competenza dei laici e delle donne,  riuniti per il raggiungimento di uno scopo comune.
Ecco alcuni spunti colti al volo da giornalisti ed esperti.

  • “Sarebbe un grande errore relegare la famiglia alla sfera del privato”. (Mons. Domenico Pompili, sottosegretario della CEI e direttore dell’Ufficio nazionale per le comunicazioni sociali)
  •  “Occorre una forte collaborazione con il mondo politico. “È il momento di costruire una politica che riconosca la centralità della famiglia, per restituire innanzitutto stabilità, sul piano culturale ed economico. È fondamentale sostenere, poi, la funzione educativa, promuovere la maternità e la gestione dei figli, incentivare il reddito familiare. Insieme ai problemi che assillano la famiglia oggi ci sono anche molti segnali positivi e mi auguro che ogni famiglia, più o meno benestante, sia ricca di umanità e di impegno profondo. È necessario creare un nuovo patto sociale “per” la famiglia e “con” la famiglia. Il teatro di questo confronto, in questa occasione, è la Città di Torino, la cui storia è sempre stata caratterizzata dal dialogo tra il mondo cattolico e laico”. (mons. Cesare Nosiglia, arcivescovo di Torino e vicepresidente della Conferenza Episcopale Italiana)
  • “Il nostro parlare di famiglia non deve essere un guardare al passato. La settimana sociale deve essere un invito, per ognuno di noi, ad essere più vicini alle situazioni di sofferenza delle famiglie che ci circondano. Essere vicini significa capire, vuol dire accompagnare, rendere percepibile la vicinanza dell’amore di Dio”. (mons. Arrigo Miglio, arcivescovo di Cagliari e presidente del Comitato scientifico e organizzatore delle Settimane Sociali)
  • “La famiglia è sempre più un argomento esplosivo per l’Italia e per l’Europa continentale. Il rapporto tra uomini e pastori deve essere rivisto alla luce del Vangelo, come ci suggerisce il Santo Padre”. ( Luca Diotallevi, Vice Presidente del Comitato scientifico e organizzatore delle Settimane Sociali).

Tra gli illustri ospiti che hanno partecipato, c’è da sottolineare la presenza, venerdì mattina, del Presidente del Consiglio, Enrico Letta.

 

3. Le Opere di S. Alfonso
1758 – La Misericordia di Dio.

I principi della terra sdegnano anche di riguardare i sudditi ribelli, che vanno a cercar loro perdono; ma Dio non fa così con noi. Iddio non sa voltar la faccia a chi ritorna a’ piedi suoi; no, poiché Egli stesso l’invita e gli promette di riceverlo subito che viene.
Oh l’amore e la tenerezza con cui abbraccia Dio un peccatore che a Lui ritorna! Ciò appunto volle darci ad intendere Gesù Cristo colla parabola della pecorella, che avendola trovata il pastore, se la stringe sulle spalle e chiama gli amici a seco rallegrarsene. E poi soggiunge S. Luca: «Vi sarà gioia nel cielo per un solo peccatore che si converte, più che per novantanove giusti i quali non hanno bisogno di conversione».
Ciò maggiormente significò il Redentore colla parabola del figlio prodigo, dicendo ch’egli è quel Padre, che vedendo ritornare il figlio perduto, gli corre all’incontro; e prima che quegli parli, l’abbraccia e lo bacia, ed in abbracciarlo, quasi vien meno di tenerezza per la consolazione che sente…
Giunge il Signore a dire che se il peccatore si pente, egli vuole scordarsi de’ suoi peccati, come se quegli non l’avesse mai offeso… Dio non sa disprezzare un cuore che si umilia e si pente.
Si gloria il Signore di usar pietà e di perdonare i peccatori. E quanto sta egli a perdonare? subito. Peccatore, dice il profeta Isaia, non hai molto da piangere; alla prima lacrima il Signore si muoverà a pietà di te. Non fa Dio con noi, come noi facciamo con Dio; Dio ci chiama, e noi facciamo i sordi; Dio no: subito che tu ti penti, e gli domandi il perdono, subito Dio risponde e ti perdona.
(da Apparecchio alla Morte, Considerazione XVI – Della misericordia di Dio, Punto III).
Leggi tutto il paragrafo.

 

4. Vivere la settimana con la liturgia = XXIV Settimana del Tempo Ordinario
(16-21 settembre) – Liturgia delle Ore: IV Settimana. 

16  settembre (lunedì) – Colore liturgico rosso

  • Pensiero dalle letture bibliche di oggi  – Sia Benedetto il Signore, che ha dato ascolto alla voce della mia supplica. – L’atteggiamento del Centurione, che unisce umiltà e fede, è considerato dalla Chiesa come il modello per tutti coloro che si accostano al sacramento dell’Eucaristia.
  • – Letture bibliche alla Messa di oggi  =  1Tm 2,1-8; Sal 27,2.7-9; Lc 7,1-10.
  • – Santi di oggi  =  Santi Cornelio Papa e Cipriano Vescovo, martiri. Sant’Eufemia; Santa Ludmilla.

17  settembre (martedì) – Colore liturgico verde.

  • Pensiero dalle letture bibliche di oggi  =  Camminerò con cuore innocente. – Un miracolo non solo strepitoso, ma neppure richiesto; Gesù, infatti, fu preso da “grande compassione” per la madre rimasta sola. Quante grazie riceviamo anche senza averle chieste!
  • – Letture bibliche alla Messa di oggi  =  1Tm 3,1-13; Sal 100,1-3.5.6; Lc 7,11-17.
  • – Santi di oggi  =  San Roberto Bellarmino; Santa Colomba; San Satiro.

18  settembre (mercoledì) – Colore liturgico verde.

  • Pensiero dalle letture bibliche di oggi  = Grandi sono le opere del Signore. – Purtroppo è possibile rendere vano il disegno di Dio su di noi, interpretandolo secondo i nostri capricci. Di qui la necessità di chiedere la Sapienza, per non cadere nel severo giudizio di Gesù.
  • – Letture bibliche alla Messa di oggi  =  1Tm 3,14-16; Sal 110,1-6; Lc 7,31-35.
  • – Santi di oggi  =  Sant’Eustorgio; San Giuseppe da Copertino; Sant’Arianna.

19 settembre (giovedì) – Colore liturgico verde.

  • Pensiero dalle letture bibliche di oggi  = Grandi sono le opere del Signore. Dal comportamento di Gesù verso la peccatrice, il fariseo aveva dedotto che egli non fosse un “profeta”; non poteva certo vedere, come Gesù, quanto amore fosse nascosto nei gesti di quella donna, premiato con il perdono.
  • – Letture bibliche alla Messa di oggi =  1Tm 4,12-16; Sal 110,7-10; Lc 7,36-50.
  • – Santi di oggi  =  San Gennaro, Vescovo e Martire. San Mariano; San Ciriaco.

20 settembre (venerdì) – Colore liturgico rosso

  • Pensiero dalle letture bibliche di oggi  = Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli. Alla missione di annunciare il Regno di Dio partecipano attivamente anche le donne. Luca evidenzia il loro servizio e le onora elencandole accanto ai Dodici.
  • – Letture bibliche alla Messa di oggi  =  1Tm 6,2c-12; Sal 48,6-10.17-20; Lc 8,1-3.
  • – Santi di oggi  =  Santi Andrea Kim Taegon e c. Martiri.

21 settembre (sabato) – Colore liturgico rosso.

  • Pensiero dalle letture bibliche di oggi  = Per tutta la terra si diffonde il loro annuncio. La statura morale di Matteo, seduto al banco delle imposte, è racchiusa nella successione di tre verbi: seguimi, si alzò e lo seguì. Né Gesù ha considerato l’infamia del suo mestiere, né Matteo la sicurezza del “posto fisso”.
  • – Letture bibliche alla Messa di oggi  =  ).. Ef 4,1-7.11-13; Sal 18,2-5; Mt 9,9-13.
  • – Santi di oggi  San Matteo, apostolo ed evangelista.

 

5. La Calabria la Madonna.
Beata Vergine della Consolazione Patrona di Reggio Calabria (12 settembre)

La devozione alla Madre della Consolazione da parte dei reggini non è databile con certezza. Monsignore Salvatore de Lorenzo, storico, la fa risalire al 1460.
In località Eremo vi era una piccola cappella dove si venerava un quadro della Madonna del Consòlo. Questa cappella durò fino al 1533 quando il dottor Giovanni Bernardo Mileto, proprietario del terreno su cui vi era l’edificio, donò tutto quanto ai Cappuccini, provenienti dal Convento di Sant’Angelo in Valletuccio presso San Lorenzo. Essi erano sette sacerdoti e cinque conversi che dettero origine al convento francescano. Dal momento della sua fondazione fu un validissimo punto di riferimento per la popolazione che si recava numerosissima per avere conforto e consigli. Un nobile reggino, Camillo Diano, nel 1547 donò alla chiesa un quadro della Madonna della Consolazione opera del pittore Nicolò Andrea Capriolo. L’opera, realizzata su noce, è larga 120 centimetri per ogni lato. Il 18 aprile 1569 l’Arcivescovo Gaspare del Fosso consacrò la nuova chiesa contenente il nuovo quadro. Da quel momento la Beata Vergine divenne perennemente Patrona del popolo reggino.

Otto anni dopo Reggio fu colpita da una terribile epidemia di peste che causò moltissime vittime tra gli abitanti. Tra i membri del Convento dei Cappuccini vi era un converso, Antonio Tripodi, umilissimo e devotissimo della Vergine; durante un momento di preghiera ebbe un’apparizione di Maria che gli ordinò di far sapere al popolo la fine dell’epidemia di peste.
In molte altre occasioni la Beata Vergine protesse i Reggini: nel 1594 gli Ottomani arrivarono a Pellaro ma non vi fu invasione e tutto si concluse positivamente.
Nel 1606-1607 l’Italia fu colpita da violentissimi terremoti, ma Reggio non subì alcun danno.
Nel 1752 la Santa Sede nominò ufficialmente la Madonna della Consolazione patrona di Reggio.
Durante il terremoto violentissimo del 1908 il Santuario fu raso al suolo; venne ricostruito su commissione del vescovo Mons. Giovanni Ferro nel 1965.
I reggini onorano la loro patrona annualmente nel mese di settembre con due processioni, il secondo sabato di settembre ed il martedì successivo, con una nutrita presenza di fedeli. In preparazione a questi riti, alla fine di luglio, iniziano i “sette sabati della Madonna” che si svolgono fino al sabato prima della processione, che è preceduta da una veglia di preghiera, il venerdì sera, presieduta dall’Arcivescovo.

(da Calabriaecclesia2000.it).

La 47° Settimana sociale di Torino tenuta a Torino nei giorni scorsi (12-15 settembre) ha considerato la necessità della centralità della famiglia nella nostra società e sui doveri della politica verso di essa. Tra i partecipanti il cardinale Bagnasco e il Presidente del Consiglio, Enrico Letta.
La 47° Settimana sociale di Torino tenuta a Torino nei giorni scorsi (12-15 settembre) ha considerato la necessità della centralità della famiglia nella nostra società e sui doveri della politica verso di essa. Tra i partecipanti il cardinale Bagnasco e il Presidente del Consiglio, Enrico Letta.

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