Attualità

La bisaccia del pellegrino 33-2012

Rubrica religiosa settimanale a cura di P. Salvatore Brugnano

Pensieri sparsi per nutrire la mente e l’anima durante la settimana

 

 

Agosto 2012, terza settimana: 12 – 18 agosto.

 

1. Vangelo della domenica 12 agosto – “Io sono il pane vivo, disceso dal cielo”.
2. Aspetti della vita Le stragi di cristiani in Nigeria.
3. Un incontro con S. Alfonso – Umiltà e mansuetudine.
4. Vivere la settimana con la liturgia = 13-18 agosto 2012.
5. Curiosità calabresi del passato = San Francesco di Paola e la “Norma dell’Umiltà”.

1. Vangelo della domenica – (Gv 6,41-51)
“Io sono il pane vivo, disceso dal cielo”.

In quel tempo, i Giudei si misero a mormorare contro Gesù perché aveva detto: «Io sono il pane disceso dal cielo». E dicevano: «Costui non è forse Gesù, il figlio di Giuseppe? Di lui non conosciamo il padre e la madre? Come dunque può dire: “Sono disceso dal cielo”?».
Gesù rispose loro: «Non mormorate tra voi. Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Sta scritto nei profeti: “E tutti saranno istruiti da Dio”. Chiunque ha ascoltato il Padre e ha imparato da lui, viene a me. Non perché qualcuno abbia visto il Padre; solo colui che viene da Dio ha visto il Padre. In verità, in verità io vi dico: chi crede ha la vita eterna.
Io sono il pane della vita. I vostri padri hanno mangiato la manna nel deserto e sono morti; questo è il pane che discende dal cielo, perché chi ne mangia non muoia.
Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo».

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Siamo noi a cercare Dio o e Lui a cercare noi? Ancora prima che noi cominciamo a cercarlo consapevolmente, egli ci attira a sé, come un innamorato, tramite Cristo. La reazione giusta da parte nostra è di essere pienamente disposti ad ascoltare e ad imparare: “Chiunque ha udito il Padre e ha imparato da lui, viene a me”.
Ciò significa seguire Cristo, poiché “solo colui che viene da Dio ha visto il Padre” e quindi solo lui può conoscere perfettamente la volontà del Padre e rivelarla. La vita eterna che noi tutti desideriamo dipende dalla fede in Cristo, da una fiducia e da un impegno costanti, che faranno cominciare la vita-risurrezione qui ed ora, garantendo la risurrezione dei corpi alla vita immortale.
In attesa, i fedeli si nutrono del suo Corpo e del suo Sangue nella santa Eucaristia, costituendo a poco a poco in loro stessi una “riserva” di vita immortale. Se Elia o gli Ebrei dell’Esodo mangiarono del pane prezioso, noi mangiamo qualcosa di molto più prezioso: “Il pane che io darò è la mia carne”.  (La Chiesa.it).

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«Fatevi imitatori di Dio», è l’invito sconcertante di Paolo. Com’è possibile farlo? Cosa significa? La risposta: è possibile «nell’amore di Cristo che ci ha amato e ha dato se stesso per noi». Imitare Dio significa amare perché l’amore è il cuore della sua identità. Gesù, nel Vangelo, rivela questo segreto nel segno del pane vivo disceso dal cielo, che è la sua carne donata per la vita del mondo.
Un amore che giunge sino a dare la propria vita perché avessimo vita in lui. Un dono che si fa pane, che ci nutre, perché ci comunica l’amore stesso che ha nutrito la vita di Gesù.
Soltanto nutrendoci di questo pane diveniamo capaci di imitare Dio, imparando ad amare nel suo stesso amore. Comprendiamo allora che più che imitare si tratta di fondare in Gesù la nostra vita e il nostro amore.
C’è un pane che ha fatto camminare per quaranta giorni Elìa verso l’incontro con Dio sull’Oreb, così come la manna aveva fatto camminare Israele verso la Terra promessa. Il pane del cielo, che è la vita di Gesù donata per noi, ci fa camminare verso l’incontro con Dio nella pienezza dell’amore.
(
Fr Luca Fallica, Comunità SS.Trinità di Dumenza in “La Domenica”).

 

2. Aspetti della vita: Cristiani perseguitati
Le stragi di cristiani in Nigeria

Ormai il mondo si sta convincendo che le stragi di cristiani in Nigeria sono pianificate con freddezza e ferocia e il terrorismo che le organizza si fa beffe di tutti i diritti umani riconosciuti e condivisi in ogni parte del mondo.
Dice lo studioso Massimo Introvigne: «Il sanguinoso attacco a un cristianesimo africano mostra come il nazionalismo e la xenofobia siano pretesti, e Boko Haram massacri ormai sistematicamente i cristiani in quanto cristiani».
Perché tanta violenza contro i cristiani in certe parti del mondo? Possibile che si tratti soltanto di motivazioni ideologiche? O si considera, quella dei cristiani, una voce da far tacere perché controcorrente dinnanzi alla deriva verso cui sembra avviata l’umanità? O forse essi rappresentano una comunità indifesa, dunque facile da attaccare senza correre tanti rischi, per imporsi sul palcoscenico mondiale del terrore a scopo politico? È possibile riportare giustizia e pace riconoscendo libertà di religione per tutti? E come si possono raggiungere obiettivi di equità globale, attraverso soluzioni veramente etiche della crisi che attanaglia il mondo?
Domande che puntualmente si ripropongono quando le notizie che giungono dal mondo allungano l’elenco dei morti a causa della loro fede.
I cristiani nel mondo sono sempre più spesso oggetto di violenza se non proprio di persecuzione, è possibile che dietro questi episodi ci siano solo motivazioni religiose, o forse il motivo è da ricercarsi nel fatto che in alcuni Paesi i cristiani sono obiettivi indifesi e dunque più facili da raggiungere e gli eccidi diventano strumenti di pressione per altri scopi?

I cristiani sono un obiettivo sensibile perché indifesi e dunque facili da attaccare. Essi ordinariamente rinunziano a rispondere con la violenza. Credono in un Dio che non ha bisogno di essere difeso. Ha bisogno soltanto di essere amato, conosciuto, testimoniato.
E questa loro “debolezza” diventa la loro forza.. Ma intanto il mondo non può continuare a guardare soltanto.

Una preghiera per restare vigili
Apri il nostro cuore e illumina la nostra mente, o Eterno Padre, perché possiamo accogliere in noi l’inestimabile dono di Gesù Eucaristia e di comprenderne sempre meglio l’essenzialità e la centralità per la nostra vita cristiana; aiutaci ad assumere degnamente questo Pane vivo disceso dal cielo, affinché noi siamo resi “concorporei e consanguinei” del tuo Figlio e possiamo vivere in unione con te, nel tuo regno senza fine. (D. Mariano Grosso osb.).

 

3. Un incontro con S. Alfonso
Umiltà e mansuetudine.
Chi non vuole essere e farsi terra, calpestata da tutti che se ne vada, e vada presto! Si compiacerà il Signore più che vi restino due o tre, che siano veramente umili e mortificati, che di mille così imperfetti. (S. Alfonso)

S. Alfonso era dolente per coloro che lasciavano la Congregazione ma più dolente ancora lo rendeva la causa di tale perdita che restava a regnare negli altri suoi figli, la superbia.
In tanto suo dolore non mancarono anime che lo fecero grandemente consolare. Una di queste fu il P. Alessandro Di Meo, la cui scienza dava a S. Alfonso l’idea della sapienza di Dio. Tuttavia, più ammirato dinanzi alla profonda umiltà del detto padre, esclamò: «La sua grande umiltà farà morire il padre D. Alessandro Di Meo nella Congregazione».

Il P. Muscari dopo il suo ingresso in Congregazione, per non sentire la noia della monotona vita giornaliera, si immerse con passione negli studi, elettrizzando un buon numero dei suoi discepoli con la luce del suo sapere. Alfonso lo richiamò a contenersi nei limiti della regola.
Da quel punto il P. Muscari cominciò a criticare tutti quegli esercizi di religione e di umiltà in nome dei quali si immolava la grande scienza, a qualificare di finzioni ridicole talune pratiche di umiltà, come baciar la terra a refettorio, mangiare in ginocchio e tener le braccia in croce per un po’ di tempo prima del pasto. Ripreso e ammonito più volte promise riparazione ma sempre per breve tempo, finché con immenso dispiacere di S. Alfonso, dopo aver apportati gravi danni all’Istituto, tra cui la perdita di vocazioni, abbandonò la Congregazione e si ritirò nuovamente nel suo Istituto dei Padri Basiliani, dove continuò a far piangere i suoi Superiori.

 

4. Vivere la settimana con la liturgia = XIX Settimana Tempo Ordinario
13-18 agosto – Liturgia delle Ore: III settimana.

13 agosto (lunedì) – Colore liturgico verde.

  • Pensiero dalle letture bibliche      di oggi = I cieli e la terra sono      pieni della tua gloria. – La sottomissione di Gesù è totale. Ben      consapevole di essere “Figlio di Dio” e che come tale risorgerà      ed è esente dalla tassa per il tempio, come “Figlio dell’uomo”      accetta la morte e rifiuta ogni privilegio.
  • – Letture bibliche alla Messa di oggi = . Ez 1,2-5.24-28c; Sal 148,1-2.11-14; Mt 17,22-27.
  • – Santi di oggi = Santi Ponziano e Ippolito. San Giovanni Berchmans.

14 agosto (martedì) – Colore liturgico rosso.

  • Pensiero dalle letture bibliche di oggi = Quanto sono dolci      al mio palato le tue promesse, Signore. – Tutti i discepoli sono      ugualmente “grandi” agli occhi di Dio, perché Gesù si è identificato      con ciascuno di essi. Nessun motivo di disprezzo, dunque, ma, al      contrario, impegnarsi per ristabilire l’uguaglianza.
  • – Letture bibliche alla Messa di oggi = Ez 2,8 – 3,4; Sal 118,; Mt 18,1-5.10.12-14.
  • – Santi di oggi = San Massimiliano Maria Kolbe, martire. B. Elisabetta Renzi.

15 agosto (mercoledì) – Colore liturgico bianco. Solennità dell’ASSUNTA.

  • Pensiero dalle letture bibliche  di oggi = Risplende la  Regina, Signore, alla tua destra. – L’esultanza di Maria, espressa nel  Magnificat, è diventata l’esultanza della Chiesa, che si sente  compartecipe delle grandi cose operate nella “Madre del Signore” dall’Onnipotente.
  • – Letture bibliche alla Messa  di oggi = Ap 11,19a; 12,1-6a.10ab; Sal 44,10-12b; 1Cor 15,20-27a; Lc  1,39-56.
  • – Santi di oggi = Assunzione della B. V. Maria. Solennità.

LA MADONNA ASSUNTA IN CIELO – La Donna tuttasanta della creazione, riappare oggi nel segno luminoso della Donna vestita di Cristo Signore, sole intramontabile. Icona fulgida della Chiesa celeste, da sempre la Vergine Maria è salutata dai credenti: «Ave, gioia di tutta la Chiesa!». Ma tutti gli uomini, chi nella poesia, chi nella letteratura e chi nell’arte figurativa la elogiano: «Ave, appagamento dei nostri desideri!». Nella gloriosa assunzione in cielo della Madre del Signore si realizza uno dei più antichi sogni dell’uomo: alzarsi dalla terra al cielo, unire ciò che è in alto con ciò che è in basso, la materia con lo spirito, l’inizio con la fine, l’uomo con Dio (Sergio Gaspari, smm).
Preghiera per oggi
Accresci la nostra fede in te, Signore Gesù, e fa’ che possiamo imitare la tua santissima Madre Maria, che, prima di portarti nel suo seno e nutrirti col suo latte, si alimentò della parola divina, la meditò assiduamente, la conservò nel suo cuore purissimo e la osservò in modo incomparabile, tanto da meritare l’elogio stupendo, riservato a coloro che ti amano al di sopra di tutti e si abbandonano all’adorabile tua volontà. (D. Mariano Grosso, osb).

16 agosto (giovedì) – Colore liturgico verde.

  • Pensiero dalle letture bibliche di oggi = Proclameremo le tue opere,      Signore. – Siamo tutti dei debitori “insolvibili” riguardo a Dio; e, tuttavia, egli ci perdona. Non dovremmo mai dimenticarlo, quando si tratta di fare i conti, per quanto gravosi, con i nostri fratelli.
  • – Letture bibliche alla Messa di oggi = Ez 12,1-12; Sal 77.56-59.61-62; Mt 18,21 – 19,1.
  • – Santi di oggi = Santo Stefano  di Ungheria; San Rocco.

17 agosto (venerdì) – Colore liturgico verde.

  • – Pensiero dalle letture  bibliche di oggi = La tua collera,      Signore, si è placata e tu mi hai consolato. – Matrimonio e celibato  sono due stati di vita che toccano profondamente l’esistenza umana e  riguardano l’opera della creazione. Essi, perciò, non possono essere gestiti arbitrariamente.
  • – Letture bibliche alla Messa di oggi = Ez 16,1-15.60.63; Cant. Is 12,2-6; Mt 19,3-12
  • – Santi di oggi = Sant’Eusebio; Santa Chiara della Croce; Santa Giovanna Delanoue.

18 agosto (sabato) – Colore liturgico verde.

  • Pensiero dalle letture bibliche di oggi = Crea in me, o Dio, un      cuore puro. – Secondo le “norme” del mondo solo le persone  importanti sono ammesse alla presenza dei “grandi”;  nell’Incarnazione è la “maestà” di Dio che si abbassa alla  “piccolezza” dell’uomo. Quale lezione di umiltà!
  • – Letture bibliche alla Messa di oggi = Ez 18,1-10.13b.30-32; Sal 50,12-15.18-19; Mt 19,13-15.
  • – Santi di oggi = Sant’Elena;  Sant’Alberto Hurtado Cruchaga; B. Paola Montaldi.

 

5. Curiosità calabresi del passato
San Francesco di Paola e la Norma di Umiltà

«Imparate da me che sono mite e umile di cuore», dice Gesù nel vangelo ai suoi discepoli. Questa lezione apprese pienamente San Francesco e si disse “minimo dei minimi servi di Gesù Cristo”.
Minimo vuol dire ultimo, disprezzato, non cercato. Impose questo nome ai suoi figli, ricordando le parole di Gedeone (Gdc 6,15): «Ecco la mia famiglia è la più povera e io sono il più piccolo nella casa del padre mio». San Francesco per umiltà attributiva alle erbe e ai rimedi naturali le guarigioni che egli operava col dito di Dio. Per umiltà rifiutò il sacerdozio che gli voleva conferire il Papa Sisto IV.
La sua umiltà fu umiltà di mente per cui si ritenne indegno di qualsiasi stima od onore, convinto del proprio nulla e della propria miseria dinnanzi a Dio. Fu inoltre umile di cuore per cui riferiva ogni cosa buona alla grazia del Signore. Benchè favorito dal cielo di straordinari doni di grazia si riconosceva immeritevole di tanti favori divini e vedeva in sè le più piccole imperfezioni.

San Francesco morì a Tours in Francia il 2 aprile, Venerdì Santo dell’anno 1507, all’età di 91 anni. – Fu la morte serena di un santo, di un patriarca, amato e venerato, tra il rimpianto dei suoi figli e del popolo, accorso alla notizia del suo trapasso. Fu la sua Pasqua, il passaggio dall’esilio terreno alla patria celeste, dalla presente tribolazione alla beatitudine eterna. Il pio vegliardo chiuse la sua lunga esistenza invocando con un sospiro struggente: «Gesù, Maria».

(dal sito del santuario di Tropea http://sanfrancescodipaola.calabresi.net/content/view/24/)

 

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