Rubrica religiosa settimanale
a cura di P. Salvatore Brugnano
Luglio 2010, quarta settimana: 18-24 luglio 2010
1. Vangelo della domenica – «Marta lo ospitò. Maria ha scelto la parte migliore».
2. Aspetti della vita – Non una parola – il SS. Redentore.
3. Un insegnamento di S. Alfonso – Preghiera al SS. Redentore.
4. La settimana con la liturgia = 19-24 luglio 2010.
5. Saggezza calabrese = Contemplando il Redentore in croce
1. Vangelo della domenica – Lc 10, 38-42
«Marta lo ospitò. Maria ha scelto la parte migliore».
In quel tempo, mentre erano in cammino, Gesù entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo ospitò.
Ella aveva una sorella, di nome Maria, la quale, seduta ai piedi del Signore, ascoltava la sua parola. Marta invece era distolta per i molti servizi.
Allora si fece avanti e disse: «Signore, non t’importa nulla che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti». Ma il Signore le rispose: «Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per molte cose, ma di una cosa sola c’è bisogno. Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta».
Avendo ospiti a casa, capita che ci si divida i compiti: uno predispone ciò che è necessario per la convivialità, l’altro intrattiene l’ospite e si interessa di ciò che ha da dire! A volte, però, ciò che prende il sopravvento è l’aspetto materiale. Marta assume nei confronti dell’ospite un ruolo tipicamente femminile: tutta affaccendata prepara la tavola. Maria, al contrario, si intrattiene con l’ospite, assumendo un ruolo che la mentalità del tempo riservava agli uomini: un fatto insolito che neppure Marta condivide. Maria si siede ai piedi del Maestro e ascolta la Parola: è la tipica figura del discepolo. E questa è una novità. I rabbini infatti non usavano accettare le donne al proprio seguito, e divenire discepolo era riservato agli uomini. Per Gesù non è così. Anche le donne sono chiamate all’ascolto e al discepolato.
Le parole con le quali Gesù risponde a Marta ricordano che il servizio non deve assillare al punto da far dimenticare l’ascolto: «Marta, Marta, ti preoccupi e ti agiti per troppe cose…». Rinchiudere queste parole di Gesù dentro la prospettiva della vita attiva nel mondo (Marta) e della vita contemplativa del chiostro (Maria) significa mortificarle. La prospettiva è più ampia e tocca due atteggiamenti che devono far parte della vita di qualsiasi discepolo: l’ascolto e il servizio. La tensione non è fra l’ascolto e il servizio, ma fra l’ascolto e il servizio che distrae. Marta è tanto affaccendata per servire l’ospite che non ha più spazio per intrattenerlo. Diceva un vecchio rabbino parlando di un collega: è talmente indaffarato a parlare di Dio da dimenticare che esiste. Marta è «affannata» e «agitata». Luca utilizza qui il medesimo verbo adoperato altrove per dire che non bisogna agitarsi per il cibo, il vestito e il domani (12,22-31). Affannarsi e agitarsi è l’atteggiamento dei pagani. Anche l’agitarsi per Dio e per il prossimo può diventare «pagano». Non perché pagano è l’oggetto della ricerca, ma perché è pagano il modo di cercare: affannoso. La ragione di tanta agitazione sono le troppe cose. A questo punto la tensione che percorre l’episodio assume un’ulteriore sfumatura: è fra il troppo e l’essenziale, il secondario e il necessario. Il troppo è sempre a scapito dell’essenziale. Troppe cose impediscono non soltanto l’ascolto, ma anche il vero servizio. L’ospitalità ha bisogno di compagnia, non soltanto di cose. Il troppo «dare», anche se per amore, rischia di togliere spazio alle relazioni. (Bruno Maggioni).
2. Aspetti della vita
Non una parola – per il SS. Redentore in questa terza domenica di luglio
Hanno crocifisso il mio Signore e non disse una parola di lamento, non una parola, non una parola, non una parola. L’hanno inchiodato alla croce e non disse una parola di lamento. Gli trafissero il costato e non disse una parola di lamento. Il sangue gli sgorgò zampillando, reclinò il capo e morì e non disse una parola di lamento, non una parola, non una parola, non una parola.
Ascolto un disco di spirituals afro-americani. Fatico a seguire l’inglese venato di forme popolari, ma non ho dubbi nel trascrivere la sostanza di una poesia litanica (molto più reiterata rispetto alla mia citazione) dedicata alla crocifissione. Martellante e dolce al tempo stesso è la continua ripetizione: «Non una parola, non una parola…». Certo, Gesù spesso tace durante le ore della tortura e il suo silenzio crea sgomento, contrasta con l’urlo di dolore che da secoli sale dalle bocche dei sofferenti della terra.
Ma il cantore americano e il suo coro non hanno del tutto ragione. Certo, il Cristo di Giovanni è solenne e glorioso nella sua passione e nel suo “dare lo spirito”, così come pacate e serene sono le sue ultime parole secondo Luca: «Padre, nelle tue mani affido il mio spirito». Tuttavia in Matteo e Marco Cristo non solo grida: «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?» ma ha una morte suggellata da un urlo: «Dando un forte grido, spirò». A prima vista sembrerebbe una “brutta morte”. Eppure è proprio questa la sua fraternità con noi. Nel dolore estremo, nella morte lacerante. Solo così è con noi e in noi, il Dio fatto veramente carne. Come cantava il poeta Giovanni Testori: «Cristo voce/ Cristo croce/ Cristo santo!». (Mons. Gianfranco Ravasi).
3. Un insegnamento di S. Alfonso
Preghiera al SS. Redentore
Mio Dio e mio Redentore, tu sei morto di una morte infame e dolorosa, per guadagnarti il mio amore. Ma quale creatura potrà mai ricambiare l’amore del suo Creatore morto per essa?
Adorato Gesù, amore dell’anima mia, come potrò dimenticarmi di te? Come potrò vederti appeso su questo legno e non amarti con tutte le mie forze?
Gesù mio, io credo che tu mi hai amato fin dall’eternità, senza alcun merito mio, e che, pur prevedendo le mie ingratitudini, solo per la tua bontà mi hai dato l’essere.
Tu sei il mio Salvatore, perché con la tua morte mi hai liberato dall’inferno tante volte da me meritato.
Tu sei la mia vita, per la grazia che mi hai donato, senza la quale io sarei rimasto per sempre nella morte.
Tu sei la mia speranza: da nessun altro io posso sperare del bene, giacché tu solo sei giunto a morire per me.
Agnello di Dio, sacrificato sulla croce e vittima d’amore, vorrei morire per te, come tu sei morto per me! Amen.
4. La settimana con la liturgia = 19-24 luglio 2010 – Liturgia delle Ore: IV settimana
19 luglio (lunedì) –A chi cammina per la retta via, mostrerò la salvezza di Dio. – Siamo, forse, anche noi esponenti di una generazione perversa e adultera, incapace di riconoscere il significato della predicazione e dei gesti del Signore?
Letture di oggi = Mi 6,1-4.6-8; Sal 49,5-6.8-9.16b-17.21ab.23; Mt 12,38-42.
Santi di oggi = Sant’Epafra; Santa Macrina; San Simmaco.
20 luglio (martedì) – Mostraci, Signore, la tua misericordia. – Ascoltare la Parola di Gesù vale più di qualunque nostro parlare a lui, anzi ci fa diventare davvero suoi intimi e familiari.
Letture di oggi = Mi 7,14-15.18-20; Sal 84,2-8; Mt 12,46-50.
Santi di oggi = Sant’Elia Tesbita profeta; Sant’Aurelio di Cartagine.
21 luglio (mercoledì) – La mia bocca, Signore, racconterà la tua giustizia. – Dalla barca Gesù si rivolge alla gente in parabole: secondo il terreno in cui attecchisce, il buon seme della Parola produrrà percentualmente il suo frutto.
Letture di oggi = Ger 1,1.4-10; Sal 70,1-4a.5-6ab.15ab.17; Mt 13,1-9.
Santi di oggi = Santa Prassede; Sant’Alberico Crescitelli.
22 luglio (giovedì) – Ha sete di te, Signore, l’anima mia. – Il mistero del Signore risorto viene affidato a una donna. Sarà lei ad annunziare per prima ciò che ogni vero discepolo deve vedere e riconoscere nel Figlio di Dio.
Letture di oggi = 2Cor 5,14-17; Sal 62,2.4-5.7-9; Gv 20,1-2.11-18.
Santi di oggi = Santa Maria Maddalena; Beato Agostino da Biella.
23 luglio (venerdì) – Benedirò il Signore in ogni tempo. – Santa Brigida religiosa, compatrona d’Europa. – La luce di Brigida, sposa, madre e vedova al servizio di Dio notte e giorno, risplende davanti a tutti gli europei e li sollecita a glorificare il Padre dei cieli. San Giovanni Cassiano.
Letture di oggi = Gal 2,19-20; Sal 33,2-11; Gv 15,1-8.
Santi di oggi = Santa Brigida religiosa, compatrona d’Europa.- San Giovanni Cassiano.
24 luglio (sabato) – Quanto sono amabili le tue dimore, Signore degli eserciti! – Il buon seme, posto in ciascuno di noi dal Signore, certamente fruttificherà, anche se frattanto continua a crescere insieme con l’erba cattiva.
Letture di oggi = Ger 7,1-11; Sal 83,3-6.8a.11; Mt 13,24-30.
Santi di oggi = San Charbel Makhluf; Santa Cristina di Bolsena; Sant’Eufrasia.
5. Saggezza calabrese
Contemplando il Redentore in croce
La truppa d’i judei si misi a diri:
Di novu lu volimu crucifiggiri,
Di novu lu turnaru a fracellari.
Subitamenti l’eppiru ‘n potiri,
Tri ossa di li spaj nci cacciaru,
Poi nci minaru ‘na spinta mortali,
Nervi e vini nci vozi assiccari.
A la nchianata di munti Carvariu
Tutti gridaru: Mora, mora! Ad arta vuci
Quandu vinni a menzu via stancai,
Troppu chi era pisanti la cruci,
La facci e li dinocchia mi scorciai
Troppu pisanti era la mia cruci!
Gesù si vota arretu e dici:
E di ‘na cosa sula mi dispiaci,
Ca veni ciangendu la mia matri duci,
Sula sutta lu lignu di la cruci.
(cf Canti della Passione in Giuseppe Chiapparo, Etnografia di Tropea, Scritti demologici e storici, M.G.E. 2009, pag. 190).