Cultura e Società

La bisaccia del pellegrino

Rubrica religiosa settimanale

a cura di P. Salvatore Brugnano

Luglio 2010, terza settimana: 11-17 luglio 2010
1. Vangelo della domenica –  «Chi è il mio prossimo?».
2. Aspetti della vita – L’amore: essenza vitale.
3. Un insegnamento di S. Alfonso –  Tenere i conti apparecchiati.
4. La settimana con la liturgia = 12-17 luglio 2010.
5. Saggezza calabrese  = Preghiera all’Angelo custode.

1. Vangelo della domenica –  Lc  10, 25-37

«Chi è il mio prossimo?».

In quel tempo, un dottore della Legge si alzò per mettere alla prova Gesù e chiese: «Maestro, che cosa devo fare per ereditare la vita eterna?». Gesù gli disse: «Che cosa sta scritto nella Legge? Come leggi?». Costui rispose: «Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente, e il tuo prossimo come te stesso». Gli disse: «Hai risposto bene; fa’ questo e vivrai».
Ma quello, volendo giustificarsi, disse a Gesù: «E chi è mio prossimo?». Gesù riprese: «Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gèrico e cadde nelle mani dei briganti, che gli portarono via tutto, lo percossero a sangue e se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e, quando lo vide, passò oltre. Anche un levìta, giunto in quel luogo, vide e passò oltre. Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto, vide e ne ebbe compassione. Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi lo caricò sulla sua cavalcatura, lo portò in un albergo e si prese cura di lui. Il giorno seguente, tirò fuori due denari e li diede all’albergatore, dicendo: “Abbi cura di lui; ciò che spenderai in più, te lo pagherò al mio ritorno”. Chi di questi tre ti sembra sia stato prossimo di colui che è caduto nelle mani dei briganti?». Quello rispose: «Chi ha avuto compassione di lui». Gesù gli disse: «Va’ e anche tu fa’ così».

La parabola del buon samaritano è offerta come preziosa occasione per parlare e meditare sul dovere dell’amore verso tutti gli uomini, senza distinzione di razza, di condizione sociale, di religione. Amore per gli altri che mai separa dall’amore di Dio.
«Chi è il mio prossimo?». Gesù risponde con questa parabola che allarga la domanda e persino la capovolge. Il prossimo è uno sconosciuto ferito lungo la strada. Non è detto chi sia: un ebreo, un pagano, un credente? Nulla è detto, e a ragione. La prossimità non è definita dall’appartenenza, ma dal bisogno: prossimo è il bisognoso nel quale ti imbatti, non importa chi sia. Come figura positiva che si ferma accanto al ferito Gesù non sceglie un fariseo osservante, né un sacerdote, né un levita. Sceglie un samaritano, disprezzato dagli ebrei, considerato un miscredente. La lezione è chiara e polemica: il bene puoi trovarlo anche là dove meno te l’aspetti. Neppure il bene è limitato dalla frontiera dell’appartenenza.
La parabola di Gesù sembra porre l’accento sul verbo «amare» più che sul «prossimo» da aiutare. Il samaritano si accorge del ferito, ha compassione (un sentimento umano che dovrebbe albergare in ogni uomo, anche nell’uomo che credi diverso) e i suoi gesti sono descritti uno a uno, quasi al rallentatore. È evidente che il narratore insiste su questi gesti. Il samaritano non si è chiesto chi fosse il ferito, il suo aiuto è disinteressato, generoso e concreto. Ecco che cosa significa amare il prossimo. Il prossimo da aiutare non si può definire, è colui nel quale ti imbatti, per caso. Ma… hai dentro di te la prossimità verso i bisogni degli altri, chiunque essi siano? È questo il vero problema. Lo scriba che aveva una domanda teologica da esporre, si vede invitato a convertire se stesso (Bruno Maggioni).

2. Aspetti della vita
L’amore: essenza vitale

Che l’intima essenza vitale dell’uomo venga dall’amore chiunque riflette è in grado di capirlo: dalla sua presenza viene il caldo, dalla sua assenza il freddo e dalla sua privazione la morte di tutto. Si deve sapere che la vita di ognuno è in relazione all’amore che possiede.
Nell’intenso e originale romanzo «Uomini famosi che sono stati a Sunne» dello scrittore svedese Göran Tunström (1937-2000) m’imbatto nel paragrafo sopra citato. Senza amore si piomba in un inverno gelido, anzi, si procede lentamente verso la morte interiore. Già s. Paolo non esitava ad affermare: «Se avessi il dono della profezia, conoscessi tutti i misteri e tutta la scienza e possedessi la pienezza della fede da trasportare le montagne, ma non avessi l’amore, non sarei che un nulla» (1 Corinzi 13,2).
Scrive ancora Tunström in un’altra pagina del suo romanzo: «L’amore consiste nello scambiarsi mondi. Nell’avere un territorio sconosciuto da cui trarre esperienze e racconti, fonti segrete da cui attingere l’acqua fresca della conoscenza». E’ vero: quando si ama, ci si scambia quel mondo interiore che è l’anima di ognuno e si scoprono in sé capacità inattese e segrete, vere e proprie sorgenti di conoscenza e di azione. Certe cose che per nessuna ragione avremmo voluto o saremmo stati in grado di attuare, vengono fatte con lievità, facilità e gioia solo per amore. (Mons. Gianfranco Ravasi).

3. Un insegnamento di S. Alfonso
Tenere i conti apparecchiati

Don Giuseppe de Liguori, papà di S. Alfonso, che sulle prime era stato contrario alla vocazione del figlio, godeva dei suoi straordinari successi apostolici e sperava di poterlo vedere almeno vescovo.  S. Alfonso, con decisione, lo teneva a freno; anzi non perdeva occasione di ricordargli di salvarsi l’anima. «Spesso spesso, come aveva l’occasione di scriverli, non mancava ricordarli il gran negozio della propria Anima. Una volta tra le altre così li scrisse: “Vi prego Gnore mio a stare un poco più unito con Dio, confessarvi più spesso, e tenere i conti apparecchiati, perchè quando viene Gesù Cristo, allora non è tempo di rimediare. Pensate, che già siete avanzato di età: Chi sa fra quanto tempo, non vi trovarete più su questo Mondo; ed è certo, che questo ha da essere, o volete o no. Io ogni mattina vi raccomando alla Messa, e temo molto molto della vostra salute eterna: spero a Maria Vergine, che vi abbia da aiutare; ma Maria Vergine senza Voi non potrà far niente, e vi bacio i piedi”.
 (Tannoia, Della Vita ed Istituto del venerabile servo di Dio Alfonso M. Liguori, libro II, cap.15, p.140

4. La settimana con la liturgia =  12-17 luglio 2010 – Liturgia delle Ore: III settimana

12  luglio  (lunedì)A chi cammina per la retta via, mostrerò la salvezza di Dio. – Sono esigenti e radicali le consegne di Gesù ai Dodici: il primo posto al Signore, più della stessa vita e degli affetti.
Letture di oggi =  Is 1,10-17; Sal 49,8-9.16b-17.21ab.23; Mt 10,34 – 11,1.
Santi di oggi =  Santi Nabore e Felice; San Giovanni Gualberto.

13  luglio  (martedì) –  Dio ha fondato la sua città per sempre. – Non basta assistere ad opere meravigliose e neppure sentire dei discorsi: soltanto la conversione profonda a Gesù ci garantisce la sorte finale.
Letture di oggi  = Is 7,1-9; Sal 47,2-8; Mt 11,20-24.
Santi di oggi =  Santa Clelia Barbieri; Beato Giacomo da Viterbo.

14  luglio  (mercoledì)Il Signore non respinge il suo popolo. –  La rivelazione accade nell’anima di chi sa farsi piccolo, cioè totalmente disponibile alla verità del Figlio che introduce alla conoscenza del Padre.
Letture di oggi  =  Is 10,5-7.13-16; Sal 93,5-10.14-15; Mt 11,25-27.
Santi di oggi =  San Camillo de Lellis; Santa Toscana; Beata Angelina da Marsciano.

15 luglio  (giovedì)Il Signore dal cielo ha guardato la terra. – Lasciarsi docilmente incontrare da Gesù non è mai un peso, anzi ci arreca ristoro, dolcezza e leggerezza.
Letture di oggi =  Is 26,7-9.12.16-19; Sal 101,13-21; Mt 11,28-30.
Santi di oggi =  San Bonaventura, vescovo e dottore della Chiesa; San Vladimiro di Kiev.

16 luglio  (venerdì) –   Tu, Signore, hai preservato la mia vita dalla fossa della distruzione. –  Misericordia, non osservanza puramente formale delle norme: questo chiede il Signore ai discepoli, questo viene realizzato dalla Vergine Maria, Madre di Dio.
Letture di oggi =  Is 38,1-6.21-22.7-8; Cant. Is 38,10-12.16; Mt 12,1-8.
Santi di oggi = Beata Maria Vergine del Carmelo; Beata Ermengarda.

17 luglio  (sabato)Ascolta, Signore, le suppliche dei poveri. – Gesù è il servo scelto e prediletto dal Padre, mandato a suscitare senza clamori la speranza in questo nostro mondo tanto ferito dal male.
Letture di oggi =  Mi 2,1-5; Sal 9,1-4.7-8.14ab; Mt 12,14-21.
Santi di oggi = Santa Marcellina; San Leone IV; Sant’Alessio.

5. Saggezza calabrese

Preghiera all’Angelo custode

O Angiulu di Dio
Chi siti veru cumpagnu mio,
Accumpagnatimi ‘sta sira,
Nommu moru di mala ira;
Accumpagnatimi ‘sta notti,
Nommu moru di mala morti;
Accumpagnatimi dumani matina,
Nommu moru di malu destinu;
Accumpagnatimi la jornata,
Nommu moru disgraziata;
Accumpagnatimi in eternu,
Nommu moru e vaju ô ‘mpernu.
26. San Giuseppi benidittu,
Putentissimu abbucatu,
Cu Gesù e cu Maria
Pruteggiti ‘st’anima mia
Già a lu fini di l’agunia,
Quandu nesci di lu pettu,
San Giuseppi benedittu.
Paci sia e recula e morti,
Dio ndi manda ‘a santa notti.
(cf Giuseppe Chiapparo, Etnografia di Tropea, Scritti demologici e storici, M.G.E. 2009, pag. 141).

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